Nepal, una Repubblica in cima all’Himalaya

maoista in Nepal

Manifestazione maoista in Nepal

Nel Dicembre 2007 il Parlamento Nepalese ha deciso di abolire la monarchia: il piccolo paese Himalayano diverrà una Repubblica Democratica Federale

GUERRA DEL POPOLO – In Nepal il decennio di guerra civile (o “Guerra del Popolo Nepalese”, 1996-2006), che ha causato più di 10.000 morti, è terminato con lo storico ingresso dei ribelli maoisti in un Governo di coalizione. Il Partito Comunista Maoista Nepalese è stato la principale forza politica a spingere per decretare la fine dell’ultima monarchia hinduista al mondo, al potere dal 1769, e traghettare il Nepal verso un moderno sistema repubblicano.

VERSO LA REPUBBLICA – Secondo l’emendamento alla Costituzione passato venerdì 28 Dicembre 2007 con una maggioranza di più dei due terzi del Parlamento, il Re verrà rimosso immediatamente dopo le elezioni dell’Assemblea Costituente che si terranno il prossimo 10 Aprile. Allora tutti i poteri saranno nelle mani del Primo Ministro, in attesa dell’elezione del primo Presidente della Repubblica della storia nepalese. L’Assemblea Costituente avrà il compito di scrivere la nuova Costituzione, Repubblicana, Democratica e Federale.

MONARCHIA (POCO) DIVINA – Re Gyanendra non sarà rimpianto, non essendo stato mai amato dal suo popolo. Prima di lui la sua dinastia, che ha regnato per secoli, aveva goduto della venerazione del popolo, in quanto tradizionalmente i re nepalesi venivano considerati avatar o reincarnazioni del Dio hindu Visnu. Ma Gyanendra è salito al trono nel 2001 dopo l’orribile vicenda della strage della famiglia reale. Secondo la versione ufficiale il principe ereditario Dipendra, in preda ad una crisi nervosa scatenata dal rifiuto dei suoi genitori di accettare la sposa da lui scelta, ha ucciso suo padre, re Birendra, e sua madre, regina Aishwarya, insieme ad una decina di altri parenti. Poi ha rivolto la medesima arma contro di sé facendo fuoco, non morendo però sul colpo. L’assassino, caduto in coma ma essendo ancora il principe ereditario, per via delle inflessibili leggi dinastiche è stato proclamato sovrano del Nepal. Il principe assassino è stato incoronato re con le mani ancora sporche di sangue, in coma, sul letto dell’ospedale. È spirato pochi giorni dopo, ed il 4 giugno 2001 lo zio Gyanendra, fratello minore di Birendra, è stato proclamato re. La surreale vicenda ha aperto gli occhi a una parte dei nepalesi più conservatori che da sempre veneravano i monarchi come divinità in terra. Da allora, la larga maggioranza del Paese ha smesso di credere all’origine celeste della Casa Regnante.

LA FINE DI GYANENDRA – Re Gyanendra, salito al trono in corcostanze a dir poco eccezionali, non ha brillato per capacità di governo. Tra il 2002 e il 2005 ha scelto e poi licenziato diversi capi dell’Esecutivo ed infine, dopo i crescenti disaccordi con il primo ministro Deuba, principalmente a causa dell’insuccesso nelle trattative di pace con i guerriglieri maoisti, il primo Febbraio 2005 ha sciolto il governo, dichiarato lo Stato d’emergenza, soppresso alcune libertà costituzionali e formato un Consiglio dei ministri composto da persone di sua stretta fiducia. Il re ha giustificando la mossa antidemocratica con la necessità di “ristabilire pace e sicurezza” schiacciando i ribelli maoisti. Purtroppo per lui, gli attacchi dei ribelli si sono fatti più intensi e la lotta armata più cruenta. Mentre l’economia peggiorava sensibilmente ed i maoisti conquistavano i favori di strati sempre più larghi della popolazione, il re ha utilizzato poteri dittatoriali per mettere il bavaglio all’opposizione e azzittire ogni critica rivolta a Governo ed esercito. In pratica l’operato del re ha contribuito a convincere sempre più nepalesi della bontà della battaglia anti-monarchica dei maoisti. 

LA RIVOLTA DEL 2006 – Una violenta rivolta popolare nel 2006 costrinse Re Gyanendra a restituire i poteri al Parlamento, che decise di revocare immediatamente tutti i poteri del Sovrano, compreso il potere di veto sulle leggi, il comando dell’esercito e l’immunità giudiziaria. A questo punto il re, ormai esautorato, lasciò il palazzo reale di Narayanhiti (Kathmandu) per una residenza privata, mantenendo ufficialmente solo il trono e la corona.

PACIFICAZIONE – Nel 2007 ci fu un’altra grande svolta: i ribelli comunisti scesero dalle montagne e, archiviata la decennale lotta armata, avviarono un processo di pacificazione nazionale dichiarandosi disposti a lottare per il socialismo con metodi democratici all’interno di una democrazia rappresentativa. Il principale obiettivo a breve termine del Partito Comunista Maoista era proprio l’abbattimento del regime monarchico e l’instaurazione di una repubblica. Sbandierando questi obiettivi, i maoisti vennero eletti in Parlamento nel gennaio del 2007 per entrare, 3 mesi dopo, nel Governo, uscendone però a settembre domandando l’immediata abolizione dell’anacronistica istituzione monarchica. Il voto del 28 Dicembre 2007 è stato quindi prima di tutto una loro vittoria.

Update: l’articolo e’ apparso anche su Mente Critica.

Alessio Fratticcioli

About Alessio Fratticcioli

Alessio è il fondatore e amministratore di Asiablog.it (anche su Facebook e Twitter). Per saperne di più su questo buffo personaggio, la sua lunga e noiosa biografia si trova qui.
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