UN INTERO PAESE INSORGE!

Storica manifestazione a Roma. Dissenso diffuso in tutta l’Italia.

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Oggi ero a Roma per manifestare contro la riforma dei tagli di Gelmini, Tremonti e Berlusconi: centinaia di milioni di euro in meno per l’Istruzione.

Oggi a Roma ho visto qualcosa di nuovo. Anzi, ho visto moltissime cose nuove.

Ho visto tanta, tantissima gente, tutti diversi ma tutti uguali. Ho visto centinaia di migliaia di persone sfilare in modo pacifico. Ho visto tanti bambini delle elementari di tutti i colori, ho visto ragazzi delle medie e delle superiori insieme a professori e genitori, ho visto maestre e maestri, giovani e anziani camminare insieme. Ho visto lavoratrici e lavoratori. Ho visto il gonfalone del comune di Firenze e di altri comuni e province. Ho sentito parlare accenti campani e veneti, lombardi e pugliesi, siciliani e piemontesi, toscani e sardi, marchigiani e umbri. Ho visto tante facce stanche – ma felici – per la nottata di viaggio in pullman o in treno. Ho sentito cori di protesta contro la riforma, l’inno di Mameli, canzoni di lotta e canzoni partigiane. Ho visto professori universitari, ricercatori. Ho visto disoccupati. Ho visto tante famiglie. Generazioni che marciavano abbracciate. Ho visto tanti turisti guardare sbalorditi allo strano fenomeno della democrazia in Italia. Ho visto tante bandiere dei sindacati nazionali e dei sindacati delle scuole, della Codacons e delle associazioni studentesche e universitarie. Ho visto alcune bandiere di partito, soprattutto dell’IdV (moltissime). Ma anche qualcuna di Rifondazione, Verdi e PdCI. Una del PcdL. Ho visto tante persone non schierate con nessun partito. Ho visto Veltroni e Fioroni, Bertinotti e Giordano, la Bindi e Mussi, Epifani e Angeletti, Di Pietro e vari suoi compagni di partito. A piazza del Popolo c’erano moltissimi banchetti dell’IdV per raccogliere le firme per il referendum per l’abrogazione del Lodo Alfano. Sono stati presi d’assalto da folle di gente con carta d’identità in mano.

Insomma, una manifestazione bellissima e imponente.

E non la sola. Si è manifestato a Napoli, Milano, Torino, Bologna, Padova, Caltanissetta, Siracusa, Cuneo, Alghero, Nuoro, Ragusa, Sassari, Modena, L’Aquila, Cosenza, Catania , Modica, Comiso, Trani, Palermo, Ancona, Bergamo, Messina, Perugia, Foligno, Cagliari, Trento, Capri, Cremona ed altre città ancora.

Praticamente in ogni città italiana si è manifestato e le aule di ogni ordine e grado sono rimaste deserte. Persino i sindacati europei degli studenti medi ed universitari hanno appoggiano la protesta degli studenti italiani contro i provvedimenti del governo Berlusconi.

La protesta di Roma è stata seguita in diretta radio da 19 atenei. Innumerevoli le scuole e gli atenei rimasti chiusi per mancanza di personale. La partecipazione allo sciopero è stata massiccia ovunque.

Impossibile dire quanta gente è scesa in piazza oggi a Roma e in tutta Italia. Tantissima. Forse è un movimento senza precedenti nel nostro paese. Sembra proprio di assistera a un intero paese che insorge!

Leggevo sui giornali (ho comprato Il Manifesto, La Stmpa, L’Unità e La Repubblica) alcuni commenti, per capire un po’ meglio le istanze di chi protesta:

  • Claudia Di Cave, professoressa di latino e greco al liceo Virgilio di Roma: “c’è una totale mancanza di ascolto, è per questo che anche noi siamo tornati in piazza dopo tanti anni. C’è una sordità che fa temere l’autoritarismo”.

  • Margherita, quarto anno di Medicina al Sant’Andrea di Roma: “Siamo contro la ricerca privata perché se è privata è controllata”.

  • Simona Vinci, scrittrice, parte la su una foto di una ragazza apparsa su tutti i giornali: “Bella, normale. Giovane, determinata. Una femmina, sì, ma si vede benissimo che non ha paura”.

E Simona Vinci coglie quella che forse è la caratteristica più nuova di questo movimento: le donne, per la prima volta, sono le protagoniste. Si vede a colpo d’occhio, sono tante, molte più degli uomini. Sono giovani, mamme, lavoratrici, maestre, professoresse, studentesse, sindacaliste, nonne. Sono ovunque, belle, forti, determinate. E non hanno paura. Non si sono fatte intimorire né dagli insulti di La Russa, né dai toni autoritari del Governo, né dalle caricature mediatiche, né dalla confessione di Cossiga sulle sue sanguinose responsabilità negli anni ’70, che si augura che le “maestrine” vengano picchiate. Lo donne non hanno paura, e cantano, ballano, guidano i cortei, spiegano le loro ragioni sul palco, dichiarano il loro amore per l’Istruzione e si battono per difenderla.

E che non si venga a dire che quella di oggi è stata un “scampagnata”, o semplicemente “un rito”! Oggi Roma si è riempita ovunque di manifestanti. Il prefetto ha dovuto autorizzare più percorsi perché solo uno non riusciva a far diluire tutta quella gente. Quando alle 11 la testa del corteo ha raggiunto Piazza del Popolo, il punto di partenza (a piazzale Esedra) era ancora pieno, e addirittura centinaia di pullman sono rimasti bloccati sul grande raccordo anulare. Tutta la città è andata in tilt, e alcune fermate della metropolitana sono state chiuse per motivi di sicurezza dovuti alla grandissima mole di persone accorse nella capitale.

E’ stato un evento eccezionale! Una grande manifestazione, pacifica, pulita, democratica, civile. Vi pare poco di questi tempi, in Italia? Quello che conta poi è la portata politica, perchè tutta quella gente esprime istanze, idee, critiche, paure, convinzioni, speranze, passioni. E come loro altri milioni di persone, che non sono arrivate a Roma ma che condividono la paura per il futuro dell’Istruzione, per il loro futuro, per il futuro dei loro figli. Dell’Italia.

Quella di oggi è stata DEMOCRAZIA, una grande manifestazione democratica, che i lavoratori hanno pagato con una giornata di salario e col sacrificio economico per raggiungere la Capitale in treno o in pullman.

Roberto Carnero, scrittore, dice: “Non conosco un solo insegnante che apprezzi l’operato del ministro Gelmini.” La Finocchiaro (PD) dice che «questa non è una riforma, è un taglio».

D’Alema e Veltroni annunciano che il PD raccoglierà le adesioni per abolirla tramite referendum. Anche la Finocchiaro dice sì al referendum: «una buona idea». E con il passare delle ore il referendum diventa una valanga, tanto che quando Veltroni lo propone ufficialmente in conferenza stampa, da tutto il centrosinistra è un coro di sì: Prc, Pdci, Verdi, Sd, socialisti. Anche la Cgil sarà della partita. Delle opposizioni, solo Casini si chiama fuori. Raccogliere le firme sarà una passeggiata, ma per motivi tecnici non si voterà prima dell’aprile 2010.

Dal palco sono stati analizzati tutti gli aspetti della scellerata riforma dei tagli Gelmini-Tremonti.

Tra tutti gli oratori che si sono avvicendati, apprezzatissimo è stato il discorso di Epifani (segretario Cgil), che ha detto chiaro e tondo che chi protesta non è solo, i sindacati sono dietro di loro, per difenderli da ogni eventuale attacco mediatico e per denunciare eventuali strategie di violenza come quelle descritte ben bene da Cossiga.

Berlusconi oggi si sente forte e pensa di poter continuare a comandare, più che governare. A fare le leggi per decreto e a utilizzare un parlamento di yes men per far passare tutto quello che vuole. Ma la protesta, grande e forte della ragione, potrebbe essere solo l’inizio di una fase politica a lui avversa. Ora PD, Sinistra e sindacati hanno dichiarato il loro appoggio al movimento e sono pronti ad andare al referendum… Referendum che arriverebbe proprio nel 2010, quando gli atenei si ritroveranno 600 milioni di euro in meno di trasferimenti dallo Stato, con conseguenze ancora imprevedibili.

Se fossi Berlusconi, ci ripenserei e aprirei al dialogo.



Testo e fotografie: Alessio Fratticcioli

Questo articolo è apparso anche su Mente Critica

Alessio Fratticcioli

About Alessio Fratticcioli

Alessio è il fondatore e amministratore di Asiablog.it (anche su Facebook e Twitter). Per saperne di più su questo buffo personaggio, la sua lunga e noiosa biografia si trova qui.
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