Vietnam. Per un pugno di dollari. Quelli che servono per non morire di fame

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Una lavoratrice vietnamita. Foto AP.

Mille lavoratori sono in sciopero. Lavorano in una azienda vietnamita che produce scarpe che vengono esportate all’estero. I lavoratori chiedono salari piu’ alti. Lo riporta l’agenzia AFP, ripresa da tutti i giornali mondiali, tra cui Bangkok Post.

L’azienda dove i lavoratori si sono fermati si chiama An Thinh e si trova nel sud del Vietnam, nella provincia di Binh Duong, a pochi chilometri da Ho Chi Minh City, il centro finanziario del paese.

I lavoratori in sciopero chiedono un aumento di salario del 10%. Al momento percepiscono circa due milioni di dong al mese (pari a circa 75 euro). Si lamentano del fatto che l’inflazione vietnamita è tra le più alte in Asia (quest’anno, secondo le statistiche del Governo, è scesa da circa il 14% a circa il 10%). Sostengono di non riuscire più a campare le famiglie con quel misero stipendio. I rappresentanti dell’azienda si sono limitati a commentare che “i lavoratori verranno licenziati perchè hanno violato la legge sul lavoro, causando perdite all’azienda”.

Lo scorso anno il Vietnam ha avuto 762 scioperi, soprattutto nel settore tessile e delle calzature. La maggior parte degli scioperi si è avuta in fabbriche di proprietà straniera (soprattutto cinese, taiwanese, coreana e americana). In un’occasione, ben ventimila lavoratori si fermarono in una fabbrica della Nike, che paga i vietnamiti 59 dollari al mese per produrre le sue scarpe che poi vende a più di 100 dollari al paio.

Oltre alla questione salariale, esiste il problema delle condizioni di lavoro. I lavoratori di queste fabbriche, soprattutto donne, giovani e giovanissimi provenienti dalle aree più povere del Vietnam, lavorano generalmente più di 12 ore al giorno in fabbriche rumorose e caldissime. In Vietnam per legge il numero massimo di ore settimanali è 60. Spesso non viene rispettato. Alcuni lavoratori sostengono di lavorare fino a 75 o addirittura 85 ore a settimana.

Il problema è sempre lo stesso: grandi aziende come la Nike hanno spesso un ottimo codice del lavoro. Ma subappaltano il lavoro ad altre aziende, più piccole. Le grandi aziende come la Nike sanno che i loro codici di lavoro (e le leggi) non vengono rispettate, ma non intervengono. Non è nel loro interesse. Nella pantomima tutti scaricano le responsabilità sugli altri e i lavoratori continuano ad essere sfruttati.

In Vietnam per legge sono proibiti i sindacati indipendenti dal Partito unico. Esperti di relazioni industriali hanno detto che la maggior parte dei luoghi di lavoro non hanno efficenti meccanismi di arbitrato delle dispute tra lavoratori e aziende.

Alessio Fratticcioli

About Alessio Fratticcioli

Alessio è il fondatore e amministratore di Asiablog.it (anche su Facebook e Twitter). Per saperne di più su questo buffo personaggio, la sua lunga e noiosa biografia si trova qui.
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