Uccidere Bambini in nome di una Guerra Persa

In Afghanistan continuano le stragi di bambini e civili innocenti commesse dagli americani

Di Alessio Fratticcioli (scritto per Orizzonti Nuovi, marzo 2011, p.20)

NOVE PICCOLI ERRORI – La sera del primo marzo, elicotteri americani hanno aperto il fuoco su un gruppo di 10 bambini occupati a raccogliere legna da ardere nelle campagne della provincia di Kunar, nel nordest dell’Afghanistan, uccidendone tutti tranne uno. Pare che gli americani abbiano attaccato a causa di uno sbaglio di comunicazione. Un video di Al Jazeera ha mostrato le immagini dei cadaveri dei bambini, corpicini che sembrano addormentati, avvolti in drappi multicolori, circondati dai parenti disperati e da una folla infuriata, incitata alla vendetta dagli immancabili mullah del villaggio.

STRAGI SENZA FINE – L’omicidio dei nove bambini è stato solo l’ultimo episodio di una serie di stragi, tra le quali quella avvenuta nella stessa provincia di Kunar nella sera del 17 febbraio, quando un altro attacco aereo della NATO ha ucciso 65 civili, tra i quali 40 bambini al di sotto dei 13 anni e 22 donne. La NATO ha ammesso che alcuni civili sono stati feriti, ma quando la questione è stata sollevata in un incontro con il presidente Karzai e altri funzionari afghani, il comandante della missione Isaf David Petraeus ha affermato che alcuni di quei bambini non sono stati uccisi dagli attacchi aerei, ma sono stati bruciati dai loro stessi genitori per una forma di azione disciplinare particolarmente violenta. Secondo il Washington Post, queste affermazioni hanno fatto indignare i funzionari afghani presenti. Uno di loro avrebbe detto: “Uccidere 60 persone e poi, piuttosto che chiedere scusa, incolpare di quelle morti le loro famiglie, è decisamente disumano.” La strage dei nove bambini è stata dunque solo la ciliegina sulla torta avvelentata di una settimana da incubo presso gli uffici di comunicazione strategica dell’esercito statunitense.

COMMEDIA DELLE SCUSE – Anche Petraeus si è poi scusato e ha promesso di rivedere le direttive tattiche in modo di garantire che in futuro le vittime civili siano ridotte al minimo. Karzai ha rifiutato le scuse di Petraeus, un affronto bello e buono per Washington, accettando poi le scuse dal segretario alla Difesa statunitense Robert Gates. L’affronto di Karzai va interpetato tenendo in considerazione la sempre piu difficile posizione in cui l’ex agente della CIA si trova, quella del classico presidente fantoccio di Washington che deve cercare un minimo di appoggio da una popolazione vittima dei crimini americani. Dall’altra parte, ugualmente ridicole paiono le scuse di Petraeus e dell’ISAF, che dopo innumerevoli episodi di maltrattamenti e omicidi di civili innocenti continuano a promettere improbabili cambi di linea. Intanto in Afghanistan dieci anni di Guerra non hanno portato a risultati particolari: gli insorti continuano a controllare buona parte del paese, le vittime civili sono ai livelli più alti dal 2002 e non si intravede nessuna soluzione all’orizzonte.

SOLO ERRORI? – Anche se le statistiche dimostrano che gli insorti causano la maggior parte delle morti civili, le forze militari internazionali sono indubbiamente responsabili di una parte delle vittime, molte delle quali non vengono denunciate o riportate dai media. Spesso, purtroppo, i giornalisti non possono trovare prove delle atrocità che avvengono in villaggi sperduti dell’Afghanistan. E ad ogni modo le vittime sono immancabilmente bollate dalle autorità militari come “ribelli” o “talebani”. C’è chi sostiene malignamente che alcuni di questi incidenti in realtà facciano parte di una campagna del terrore diretta alle popolazioni delle aree sospettate di sostenere i ribelli. Si tratterebbe di classiche operazioni di counterinsurgency, come quelle che venivano effettuate nel Vietnam del Sud, tanto per intenderci. Di certo, l’uccisione dei bambini, le imbarazzanti accuse degli statunitensi ai familiari delle vittime e le scuse tardive e ipocrite hanno notevolmente danneggiato l’immagine delle forze Isaf.

GUERRA E INGANNO – L’uccisione di bambini per gli attacchi aerei è causa di profonda preoccupazione” ha detto Radhika Coomaraswamy, rappresentante speciale del segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon. “Bisogna rivedere completamente le procedure in modo che siano prese tutte le precauzioni necessarie perché i bambini non diventino vittime collaterali”. Per ora queste sono solo parole. Ma parole pesanti. Non si sono udite nemmeno quelle, invece, da parte del Governo italiano, che al contrario e’ sempre pronto a piangere lacrime di coccodrillo quando un singolo soldato italiano viene ucciso.  Evidentemente, per Berlusconi, Frattini e La Russa la vita di un soldato italiano vale più di quella di decine e centinaia di uomini, donne e bambini afgani. Ma, d’altra parte, non c’è d’aspettarsi nulla di meglio da parte di un Governo che sta ancora ingannando i suoi cittadini negando che in Afghanistan si sta combattendo una Guerra .

Alessio Fratticcioli

About Alessio Fratticcioli

Alessio è il fondatore e amministratore di Asiablog.it (anche su Facebook e Twitter). Per saperne di più su questo buffo personaggio, la sua lunga e noiosa biografia si trova qui.
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