Tre banalissime paia di tette

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Le tre ragazzine incriminate. Bangkok, Thailandia.

(Asiablog.it) — Tra il 13 e il 15 aprile 2011 in Thailandia innumerevoli incidenti stradali hanno causato 271 morti e 3.500 feriti. Negli stessi giorni, nel sud del paese decine di civili venivano ammazzati nel teatro della decennale insurrezione dei separatisti delle quattro regioni meridionali di Songkhla, Pattani, Narathiwat e Yala. Altro sangue scorreva nel nord-est del paese, dove un’altra decina di civili e soldati thailandesi e cambogiani venivano ammazzati nelle stupide schermaglie di confine intorno alle rovine dei tempi di Preah Vihear. Mentre il gelido alito della Morte soffiava fetido sul Paese, con simpatica e ottimistica noncuranza i thailandesi festeggiavano il Songkran (capodanno thailandese) con tre giorni di bagordi, canizza e battaglie di gavettoni. Ma improvvisamente un terremoto ha scosso la nazione: nel bel mezzo della festa di piazza tre ragazzine ubriache hanno mostrato le tette in viale Silom, nel bel mezzo di Bangkok!

TURISMO SESSUALE – Insieme alla spiaggia di Patong nell’isola di Phuket e alla città di Pattaya, che in sostanza ne rappresentano le sue versioni balneari, Silom è la destinazione preferita dei turisti sessuali che si recano in Thailandia, ma anche degli uomini thailandesi benestanti in cerca di sesso o divertimento. Silom è un quartiere della Bangkok Nuova che deve la sua ricchezza ai bordelli, ai go-go bar e ai saloni di “massaggi” che impiegano migliaia di ragazzi, ragazze, omosessuali, travestiti e transessuali thailandesi. In particolare, Silom è rinomata per due aree. Una è la Boys Town di Sala Deng, con i suoi show birichini dove i maschietti si esibiscono in penetrazioni anali sui palchi dei baretti a luci rosse. L’altra zona calda è circoscritta alle due traverse di Patpong, dove le ragazzine si esibiscono in lanci di palline da ping pong e freccette, fumate di sigari, aperture di bottiglie di birra e altre operazioni che sarebbero anche semplici se fatte con la bocca o con le mani, ma che queste artiste effettuano utilizzando solo ed esclusivamente le proprie vagine. Che piaccia oppure no, questa è Silom. Una strada che, in parte, ha reso la Thailandia famosa nel mondo. E difatti, ogni giorno e ogni notte, orde di turisti stranieri piombano in questi pochi chilometri quadrati da ogni parte del mondo: distinti uomini d’affari giapponesi e cinesi, obesi cinquantenni nordamericani, muscolosi giovanotti australiani, distinti signori scandinavi, rumorosi vacanzieri italiani, inglesi ubriachi, francesi curiosi, russi con i portafogli zeppi di soldi e indiani e mediorientali con baffi e barbe da Antico Testamento. Tutta questa umanità affolla Silom e le sue soi (stradine laterali) in cerca di sesso, di un massaggio, di alcol o di divertimento. Spesso, di tutte queste cose.

LO SCANDALO DELLE TETTE – Ma, nonostante ciò, le tre ragazzine con le tette al vento hanno provocato una levata di scudi, i nitriti indignati dei moralisti, le sentenze illuminate dei monaci e i richiami all’ordine delle autorità e di prestigiosi membri della società civile. Su Facebook è persino nato un gruppo denominato Fronte contro i comportamenti negativi durante il Songkran. Lo Stesso Ministro della Cultura, Nipit Intarasombat, che pure sul suo sito internet mostrava negli stessi giorni tre bellissime apsaras (paragonabili agli angeli della tradizione religiosa cristiana) a petto nudo (foto sotto), ha chiesto che le giovani fossero processate, neanche avessero preso a mazzate qualcuno o — che il Signore ce ne scampi e liberi — che avessero dato un calcio a una sacratissima statua del Buddha. E’ così che le audaci ragazzine si sono guadagnate le prime pagine dei giornali, gli insulti di mezzo paese e, alla fine, una piccola multa, una sorta di simbolica sculacciata a reti unificate sui loro graziosi sederini. Perché? Come è possibile tutto questo?

IL REGNO DEI BIGOTTI – Forse, semplicemente, perche la Thailandia nonostante tutto rimane un Paese conservatore, ipocrita e bigotto. Ma molto più ipocrita e bigotto che conservatore. Un Paese dove si puo fare praticamente di tutto — portafoglio permettendo! — ma non per strada, non davanti alle machine fotografiche, non al costo di screditare l’immagine ufficiale che il Ministero del Turismo impacchetta per gli stranieri. Un Paese dove si può fare ma non si può dire, dove si puo vendere il proprio corpo in tutte le salse ma la prostituzione resta ufficialmente illegale, e dunque il tutto deve rimanere dietro una cortina di velluto. Un Paese dove si mandano le figlie nei bordelli in cambio di un televisore o dove ci si può arricchire vendendo ogni centimetro quadrato del proprio corpo alla nuova volgarissima borghesia e ai vacanzieri stranieri, ma dove si deve fare attenzione a non corrodere la facciata rigorosamente buddista e tradizionalista del Regno. Un reame dove si possono sparare palline dalla vagina — anzi si deve, pena una flessione del Pil! — ma non bisogna perdere la faccia. Un posto dove i bordelli appartengono alle famiglie aristocratiche e agli ufficiali della polizia o dell’esercito e godono della protezione dei politici di tutti i colori, ma dove queste tre categorie (aristocratici, uomini in divisa e politici) sono le prime a scandalizzarsi se una ragazzina un po’ brilla mostra i suoi giovani capezzoli. Ecco perchè in Thailandia i bordelli non vengono chiamati bordelli, ma bar, go-go bar e saloni di massaggi. In Thailandia le prostitute non sono prostitute o puttane, ma ballerine, bariste e intrattenitrici. In Thailandia non si possono mostrare delle banalissime tette per strada, ma tettine, culetti e passerotte possono essere sbattuti in faccia ai clienti dentro ai localini. E buon divertimento.

Alessio Fratticcioli

About Alessio Fratticcioli

Alessio è il fondatore e amministratore di Asiablog.it (anche su Facebook e Twitter). Per saperne di più su questo buffo personaggio, la sua lunga e noiosa biografia si trova qui.
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4 Responses to Tre banalissime paia di tette

  1. GENERALE says:

    Il vero bigotto mi sembri tu con i tuoi articoletti benpensanti e moralisti! Sai chi mi ricordi ? Mi ricordi tanto una di quelle vecchie megere, zitelle, che decidono d’andare in uno dei paesi Arabi a cercar consorte ed una volta lì, si prodigano, blaterando e dimenandosi a cambiar usi e costumi millenari del luogo. No al Burqa! No al velo! Così gridano le ponenti erinni, presupponendo, con arroganza, che la RAGIONE ed il giusto stia solo dalla loro parte. Così gridi tu! No ai Go-GO Bar! Ohhh mio Dio! Ma come si fa, come si fa. Magari l’ultimo “come si fa” lo incornici in un bel punto interrogativo. Davvero, mi auguro che la tua, almeno, non sia ipocrisia, altrimenti spero ti caccino dalla Thailandia a calcioni nel sedere !!!

    • Alessio Fratticcioli says:

      Grazie del commento, Generale.
      Simpatici gli insulti, la volgarità e tutto il resto. Vivendo all’estero, mi manca questa parte di Italia, ma grazie a commentatori come te a volte mi sento un po’ più a casa.
      Scrivi cose molte interessanti, peccato tu non abbia compreso il senso dell’articolo, pero’.
      Io infatti non grido “No ai Go-GO Bar” o altre cose simili. Mi chiedo dove tu lo abbia letto.
      Al contrario, io non ho nulla contro i go-go bar, i bordelli, il sesso, la prostituzione, le puttane, e via dicendo.
      Prova a rileggere il testo una seconda volta, in genere aiuta.
      Inoltre, accusi me e le tre ragazzine di voler “cambiar usi e costumi millenari del luogo“. Evidentemente, questa accusa ingiustificata e’ dovuta al fatto che tu non hai letto nell’articolo, ne in altri articoli o libri, o hai letto ma non hai capito, e dunque non sai, che in realtà gli “usi e costumi millenari del luogo” in questione (Thailandia/Siam) erano tali da permettere alle donne di andare in giro a petto nudo. C’e’ anche un’immagine presa dal sito del Ministro della Cultura Thailandese che mostr a tre donne a petto nudo. (Ovviamente, dopo che il ministro si e’ scagliato contro le tre ragazzine di Silom, il Ministero ha rimosso la foto dal sito. Ma ci sono volute 24 ore, e nel frattempo io e altri milioni di persone abbiamo riso al bigottismo, all’ignoranza, alla ipocrisia e alle contraddizioni di tale ministro.)

      Una buona lettura che mi sento sempre di consigliare e’ Tamara Loos. 2002. SUBJECT SIAM. Cornell University.
      Ti potrebbe piacere.
      Grazie comunque e buone feste, ciao.

  2. Emma G says:

    Proprio bigotti!

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