Breivik, Borghezio, Terrorismo, Libertà e Democrazia: 5 precisazioni

Norvegia Breivik bambina rosa rossa

Dopo la tragedia norvegese ho l’impressione che in molti abbiano fatto un pochino di confusione su alcuni concetti che sono alla base di ogni paese pienamente civile e democratico. Li analizzo qui riportando cinque commenti che concentrano i temi fondamentali.

I commenti vengono dal mio post precedente – In difesa (persino) di Mario Borghezio – e da Facebook. Spero che chiarire tali concetti possa essere utile per costruire una comunità piu civile, più democratica e quindi più libera, tollerante e felice.

PRIMO COMMENTO:

«quanto tempo devono governarci questi terroristi??» (riferendosi al governo italiano)

Primo concetto: il vocabolario italiano alla voce “terrorismo” riporta: “il ricorso a mezzi spietatamente violenti e illegali nella lotta politica”. I membri del governo italiano non hanno mai utilizzato “mezzi spietatamente violenti e illegali”. Dobbiamo concludere dunque che essi non sono dei terroristi.

SECONDO COMMENTO:

«Il pensiero è l’anteprima dell’azione. Quelli come lui [Borghezio] sì, li manderei volentieri in Siberia a spalare neve a mani nude per il resto della loro miserabile vita.»

Secondo concetto: Combattere un presunto politico anti-democratico proponendo i campi di concentramento sovietici e’ una contraddizione. E’ un’antidemocraticità uguale e opposta.

TERZO COMMENTO 

«Chi ammazza 100 persone… difficilmente lo fa in nome di un’idea, ma piuttosto in nome di una patologia mentale.»

Terzo concetto: E’ vero il contrario. Da quando il mondo e’ mondo tutte le guerre, le stragi e gli attacchi terroristici si sono fatti in nome delle idee, giuste o sbagliate che siano.

La violenza e’ uno strumento della lotta politica. (Il nostro paese, ad esempio, e’ stato fatto tramite svariate guerre contro vari staterelli della penisola e contro l’Austria-Ungheria.)

La violenza e’ uno strumento che può piacere o meno (io personalmente lo rifiuto), ma che la maggioranza delle persone e degli stati al mondo non rifiuta. Ad esempio l’Italia non rifiuta la violenza, non è un paese perpetuamente neutrale come la Svizzera, ma partecipa ad alleanze militari come la NATO e partecipa alle guerre o azioni militari che dir si voglia.

Dunque utilizzare degli strumenti violenti non significa automaticamente essere dei malati mentali.


QUARTO COMMENTO: 

«Breivik ha ucciso quasi cento persone, è giusto che vada in galera per il resto della sua vita»

Quarto concetto: Invece in Norvegia, un paese tra i più civili del pianeta Terra, la pena massima e’ di 21 anni, 30 per crimini contro l’umanità. Dopo, se non si è ritenuti pericolosi per la società, si esce, si torna liberi.

Non esiste la pena di morte, vista la plateale contraddizione di assassinare un assassino, punire con violenza un uomo responsabile di violenza, condannare violenza e omicidio e allo stesso tempo istituirli per legge.

Non esiste nemmeno l’ergastolo, vista la sua plateale contraddizione con la funzione rieducativa della pena.

QUINTO COMMENTO 

«Borghezio ha invitato la gente a considerare “plausibili” le teorie di Breivik, che hanno portato alla morte quasi cento persone: deve pagare a sua volta»

Quinto concetto: In un paese pienamente civile, le persone non pagano per le loro idee.

Inoltre, dire che alcune idee di un assassino sono buone significa apprezzare quelle idee, non essere d’accordo o giustificare un omicidio.

Ad esempio, si può essere d’accordo con alcune o molte idee dell’anarchico regicida Gaetano Bresci (democrazia, giustizia sociale, redistribuzione della ricchezza, repubblica, abolizione privilegi, suffragio universale, eccetera eccetera), ma non con il suo omicidio.

Oppure, si possono considerare “plausibili” le idee del socialismo, che hanno causato la morte di circa 10-100 milioni di persone in pochi decenni. Chi le ritiene plausibili merita una pena? In un paese civile: no.

Il fatto che il fautore di un’idea politica (nel caso di Breivik, il fondamentalismo culturale, l’Europa solo “cristiana”, e via dicendo) utilizzi la violenza per i suoi obiettivi politici non squalifica l’idea stessa, che teoricamente può essere portata avanti anche in modo pacifico.

Dunque, un paese pienamente civile accetta tutte le idee e opinioni, anche quelle che non piacciono alla maggioranza delle persone. Anche quelle estreme. La discriminante non è l’opinione, che non deve essere perseguita dallo stato, ma l’utilizzo della violenza, che lo stato deve punire.

Alessio Fratticcioli

About Alessio Fratticcioli

Alessio è il fondatore e amministratore di Asiablog.it (anche su Facebook e Twitter). Per saperne di più su questo buffo personaggio, la sua lunga e noiosa biografia si trova qui.
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