Thailandia: a Nakhon Pathom la gente distrugge le chiuse

In Thailandia un’area estesa quanto il Veneto e’ sommersa, ma mentre l’acqua sale e l’economia affonda, la crisi socio-politica divampa. Il governo thailandese si trova davanti a scelte difficili. Centinaia di fabbriche sono state gia costrette a chiudere i cancelli causando un danno economico pari a circa 2 punti del Pil, ma l’economia nazionale non può essere al centro delle preoccupazioni degli alluvionati che da settimane sono costretti a fronteggiare una serie di difficoltà causate dall’acqua alta.  La volontà di salvare le zone industriali dalle acque per evitare ulteriori disastri economici contrasta sempre di più con la necessita di placare i cittadini esasperati delle zone piu colpite. Quasi il 50% della ricchezza nazionale viene prodotta a Bangkok e nel suo hinterland. Questo cuore commerciale e’ stato per il momento parzialmente salvato, ma a farne le spese sono stati i cittadini della periferia settentrionale della capitale. Ora ne hanno abbastanza. Dopo giorni e giorni alle prese con l’acqua alta fino a un metro e mezzo, i cittadini di due quartieri della provincia di Nakhon Pathom, a nord-ovest di Bangkok, hanno perso la pazienza e sono passati alla controffensiva.

Centinaia di residenti del distretto di Nakhon Chaisri, qualche decina di chilometri a ovest dalla metropoli, hanno impugnato martelli e bastoni e hanno distrutto un argine di terra costruito nei giorni precedenti per proteggere la vicina area industriale di Khun Kaew, dove si trovano una fabbrica di olio da cucina, una fabbrica straniera e una banca. I cittadini, oltre a lamentare carenza di acqua potabile e cibo, sostengono che il terrapieno che difendeva la zona di Khun Kaew dalla piena era la causa principale dell’acqua alta 1 metro e mezzo che, tra l’altro, aveva sommerso parzialmente anche la scuola Phermwittaya, dove sono ospitati centinaia di sfollati. I cittadini sono riusciti a distruggere il terrapieno e hanno costretto i lavoratori della protezione civile ad abbandonare la zona.

A Sam Phran, un altro quartiere di Nakhon Pathom, la gente ha finito per attaccare anche le guardie. Qui la rabbia popolare e’ dovuta ai terrapieni costruiti per proteggere un’area industriale di circa 2.000 fabbriche di lavorazione di generi alimentari. L’area comprende i quartieri di Yai Om, Om Noi, Rai Khing e Krathum Lom. Gli scontri tra guardie e circa 200 cittadini infuriati sono avvenuti al mercato galleggiante di Don Wai e al quartiere di Bang Rateuk. I manifestanti sono riusciti ad aprire delle brecce nei terrapieni che per proteggere l’area industriale avevano contribuito a peggiorare la situazione dell’acqua alta nei loro quartieri. Nel giro di 24 ore, l’area industriale è stata sommersa da oltre mezzo metro d’acqua, causando la chiusura di molte fabbriche e il rallentamento della produzione in altre.

L’area di Nakhon Pathom si trova pochi metri sopra il livello del mare. Nelle ultime settimane ha dovuto far fronte a più di 50 milioni di metri cubi di acqua che ogni giorno scendono dal centro del paese, il cui drenaggio è pero reso difficile dalle maree nel Golfo di Thailandia. L’apertura o la distruzione di varie dighe, chiuse e terrapieni in questa periferia nord di Bangkok sta causando un deflusso di acqua verso il cuore della citta maggiore di quella prevista. I residenti dei quartieri più poveri a nord e ad ovest del centro di Bangkok hanno immediatamente notato che le acque continuano ad aumentare, mentre il centro della città rimane in gran parte asciutto. Per ora. Ma la situazione contrastante tra il centro città e le periferie più povere sta alimentando la rabbia crescente contro le autorità, che utilizzano questa rete di barriere per deviare l’acqua e tenerla fuori dal cuore commerciale di Bangkok.

Alcuni residenti del centro di Bangkok, che per il momento e’ stato grossomodo risparmiato dall’alluvione, hanno chiesto di contrastare le azioni ‘vandaliche’ dei cittadini delle periferie con la dovuta forza. Ad ogni modo, il comandante dell’esercito, generale Prayuth Chano-cha, ha spiegato ai giornalisti che dichiarare l’emergenza per fronteggiare la violenza dei ‘teppisti’ sarebbe inefficace:

“Cercare di imporre una legge draconiana avrebbe certamente un serio impatto sulle persone. E la questione e’ se i thailandesi rispetterebbero una legge del genere.”

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Alessio Fratticcioli

About Alessio Fratticcioli

Alessio è il fondatore e amministratore di Asiablog.it (anche su Facebook e Twitter). Per saperne di più su questo buffo personaggio, la sua lunga e noiosa biografia si trova qui.
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