A Gaza è una tragedia e la responsabilità storica è di Netanyahu

Gaza sotto le bombe israeliane.

In queste ore la macchina propagandistica israeliana lavora senza sosta per convincere i cittadini israeliani e il resto del mondo che gli attacchi su Gaza sono partiti per “legittima difesa”. Ad ogni modo, chi segue da tempo e da vicino la situazione sta dicendo che non può essere il caso.

La Striscia di Gaza è un territorio molto piccolo nel quale vivono come possono 1.700.000 palestinesi, la maggior parte dei quali sono rifugiati che non godono del diritto di tornare alle loro case semplicemente perché non sono ebrei. E’ da questo territorio assediato e pieno zeppo di esseri umani ai quali è stato tolto uno dei diritti piu basilari che dei militanti armati hanno lanciato razzi, per lo più rudimentali, contro Israele.

Mentre i funzionari israeliani informano il mondo sul numero di razzi sparati da Gaza e sulla situazione di terrore che purtroppo stanno vivendo molti cittadini dello Stato di Israele, poco ci dicono della situazione che genera questi lanci e della differenza tra la pericolosità di questi razzi e l’aggressività della macchina bellica israeliana. Per esempio, nel 2011 i proiettili sparati dai militari israeliani a Gaza sono stati responsabili della morte di 108 palestinesi (15 di loro erano donne o bambini) e il ferimento di altri 468 (143 donne o bambini). Nel solo mese di settembre 2012, Israele ha ucciso 55 palestinesi e ne ha feriti altri 257 (circa il 20% dei morti e feriti erano donne o bambini). Per capire la differenza tra le forze in campo basti considerare un dato:

è più alto il numero di palestinesi uccisi da Israele a Gaza in un solo giorno (ieri) che il numero degli israeliani uccisi dai razzi partiti da Gaza negli ultimi tre anni.

Si tratta dunque, checché se ne dica, della classica lotta impari tra un piccolo Davide e un gigantesco Golia.

Gaza sotto le bombe. Foto da @weeddude

Nonostante questa palese sproporzione tra le forze in campo, gli Stati Uniti d’America hanno dichiarato con un comunicato stampa di appoggiare l’attacco di Israele. La super-potenza mondiale, guidata oggi dal Premio Nobel Barack Obama, e’ un Paese che tradizionalmente tende a legittimare il suo ruolo di ‘gendarme del mondo’ con una vera o presunta autorità morale. Nonostante questo, da più di mezzo secolo Washington e’ schierata decisamente dalla parte del filisteo Golia. Lo dimostra il seguente dato:

Dalla fine della Seconda Guerra mondiale a oggi, gli USA hanno dato 115 miliardi di dollari ad Israele, la maggior parte in aiuti militari, contro solamente 4 miliardi di dollari ai palestinesi, soprattutto sotto forma di aiuti economici e sociali.

Forte di questo appoggio, Israele ha sempre “difeso la sua esistenza” attaccando. Difatti, anche nel caso della crisi in corso, l’escalation e’ partita da Israele, con l’assassinio di Ahmed Al-Jaabari, capo militare di Hamas a Gaza. La mossa israeliana non ha certo stupito gli osservatori di lunga data: da decenni Israele cerca costantemente di assassinare i leader palestinesi e ci sono buone ragioni per credere che abbia assassinato persino Arafat. Ad ogni modo, nonostante il consistente numero di palestinesi assassinati, la Resistenza persiste, sostanzialmente immutata, da decenni. Nel 2008-2009 Israele ha anche lanciato una guerra devastante e brutale contro Gaza uccidendo 1.400 persone, per lo più civili, ma nulla e’ cambiato: la Resistenza Palestinese persiste.

Perché allora Israele sceglie di tornare a una strategia dimostratasi fallimentare, che tutt’al più finirà per far degenerare la situazione?

La risposta è che, per la destra israeliana che guida il governo di Tel Aviv, piuttosto che cambiare strategia è molto più semplice continuare a cavalcare la grande diffidenza, se non l’odio vero e proprio, che una parte degli israeliani prova per i palestinesi, e dunque mentire agli elettori e diffamare gli avversariA questa destra conviene insistere con le soluzioni militari anche se sono proprio queste che creano il problema, peggiorando le relazioni tra i due popoli e fomentando la resistenza palestinese, piuttosto che cercare nuove soluzioni, che per forza di cose dovranno passare per il riconoscimento dello Stato Palestinesela rinuncia da parte di Tel Aviv di tutti o di una parte dei territori illegalmente occupati in Cisgiordania e di tutte o perlomeno di molte delle colonie disseminate nei territori palestinesi. Tutte zone che votano con convinzione i partiti che sostengono il governo di Benjamin Netanyahu.

Con le elezioni dietro l’angolo, la destra israeliana ha scelto il controproducente percorso dell’escalation militare che ha portato alla tragedia in corso – una tragedia che potrebbe ulteriormente degenerare. Il Governo Netanyahu lo ha fatto coscientemente, consapevole che – come sempre – saranno i civili da ambo i lati a pagare il prezzo del mantenimento del suo potere. Di fronte al mondo intero, il Sig. Netanyahu se ne assume dunque la responsabilità storica.

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Un gruppo di ebrei ha manifestato ieri contro l’aggressione israeliana a Gaza. Su uno striscione si legge: “I veri rabbini si sono sempre opposti al Sionismo e allo Stato di Israele”.

Alessio Fratticcioli

About Alessio Fratticcioli

Alessio è il fondatore e amministratore di Asiablog.it (anche su Facebook e Twitter). Per saperne di più su questo buffo personaggio, la sua lunga e noiosa biografia si trova qui.
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