Thailandia, Libertà in Catene

In Thailandia chi critica il Re finisce in galera. La comunità internazionale chiede l’immediato rilascio dei prigionieri politici. E tu puoi fare qualcosa

catene ai piedi

Somyot Prueksakasemsuk in tribunale, scalzo e con le catene ai piedi. Foto @PravitR.

(Asiablog.it) – Questo sito e’ una delle poche fonti di informazione in lingua italiana – se non l’unica – ad aver seguito con attenzione le vicende relative alla controversa legge sulla lesa maestà in Thailandia. Negli ultimi anni abbiamo riportato le notizie dei processi e delle condanne di una serie di persone – uomini e donne, thailandesi e stranieri, giovani e anziani – accusati di aver mancato di rispetto nei confronti di un membro della Famiglia Reale. Abbiamo scritto del webmaster Tanthawut Taweewarodomkul; della giornalista Chiranuch Premchaiporndell’attivista politico Surachaidel cittadino singaporiano Wanchai; del blogger thai-statunitense Joe Gordon (graziato pochi giorni prima della visita ufficiale di Barack Obama Bangkok); dell’agente finanziario Khata Pajariyapong; e dell’anziano e malato Ampon Tangnoppakuln, poi morto in prigione.

A dicembre abbiamo raccontato la storia del giornalista, sindacalista e attivista politico Somyot Prueksakasemsuk. Anche in questo caso la mobilitazione internazionale non e’ servita a molto: la Corte Penale di Bangkok ha condannato Somyot a 11 anni di galera per la sua responsabilità di editore nella pubblicazione di 2 articoli considerati diffamatori nei confronti della Famiglia Reale. Negli articoli incriminati, firmati con degli pseudonimi, Re Bhumipol Adulyadej non viene nemmeno citato se non, secondo la Corte, in modo allegorico.

Si tratta di una sentenza che viola ogni standard internazionalmente accettato, a partire dall’Articolo 19 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (DUDU):

«Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.»

Somyot e’ stato portato in tribunale con le catene ai piedi, come se si trattasse di un pericoloso animale, ed e’ stato privato della sua libertà per un reato di opinione. Come ha scritto il giornalista Andrew MacGregor Marshall, una delle tante tragedie della vicenda di Somyot e’ che si tratta di un uomo, un sindacalista, un giornalista, un attivista politico, un marito e un padre che avrebbe potuto contribuire grandemente al suo paese.

Nel dramma di questa ennesima assurda sentenza, e nel quasi totale silenzio delle associazioni giornalistiche thailandesi e di gran parte dei membri della categoria, ci rallegriamo nel notare che la comunità internazionale ha espresso sconcerto e ha condannato la Giustizia thailandese in modo unanime, mentre tutta la più autorevole stampa internazionale ha riportato e dato massima risonanza alla vicenda.

Per HRW si tratta di una sentenza politica, RSF ha definito la sentenza “oltraggiosa”, mentre Amnesty ha chiesto l’immediato rilascio di Somyot. A seguire, una lista (necessariamente breve e non esaustiva) di articoli a riguardo:

CHE FARE? – Per i lettori italiani, rinnoviamo l’invito ad utilizzare la vostra libertà per difendere quella altrui mandando una lettera o una e-mail all’Ambasciata del Regno della Thailandia a Roma chiedendo il rispetto degli impegni internazionali sottoscritti da Bangkok e l’immediata liberazione del prigioniero politico Somyot Prueksakasemsuk.

Questi sono i contatti:

Royal Thai Embassy

Via Nomentana 132, 00162 Roma

Fax. +39(06) 8622 0529

Email: thai.em.rome@wind.it.net

Grazie.

Alessio Fratticcioli

About Alessio Fratticcioli

Alessio è il fondatore e amministratore di Asiablog.it (anche su Facebook e Twitter). Per saperne di più su questo buffo personaggio, la sua lunga e noiosa biografia si trova qui.
This entry was posted in Asia, Diritti Umani, Thailandia, Thailandia Politica and tagged , , , , , , , , , , , , , , . Bookmark the permalink.

Cosa ne pensi di questo post? Lascia un commento