La Cina e le sfide della super crescita

Negli ultimi decenni la Cina ha fatto registrare la crescita economica più rapida del pianeta. Questo miracolo economico ha trasformato il Paese del Dragone nel principale rivale degli Stati Uniti, ma la crescita comporta anche problemi e sfide. (Immagine da http://www.finanzainchiaro.it)

Il nuovo segretario del Partito Comunista Cinese, Xi Jinping, si troverà ben presto a dover affrontare diversi problemi connessi alla fortissima crescita che ha finora visto la Cina protagonista. L’alto tasso di crescita ha infatti generato diverse problematiche sia nelle relazioni internazionali che nella politica interna, facendo sì che le future scelte del governo cinese potrebbero avere profondissime implicazioni su diversi piani. Innanzitutto vi è il consumo di materie prime che ha fin qui sostenuto la volata dell’economia cinese, un consumo diventato vera e propria “fame” che ha spinto la Cina a cercare risorse energetiche in ogni angolo del pianeta e creando non poche situazioni di tensione, come nel caso dell’intervento europeo in Mali assolutamente non benvisto da Pechino, che nella regione ha fortissimi interessi. La Cina potrebbe essere costretta a modificare la sua storica politica di non ingerenza negli affari interni dei paesi con cui ha rapporti commerciali proprio a causa del bisogno di  combustibile, come sta avvenendo in Sudan.

Pechino importa il 70% del petrolio estratto in Sudan ed ha sempre sostenuto quello che oggi e’ il Nord Sudan; tuttavia dopo la separazione del Sudan in due entità la Cina si è affrettata a riconoscere anche il Sud Sudan. Il grosso problema sono le pessime relazioni tra Nord e Sud del paese, dato che i giacimenti di petrolio sono al sud e le raffinerie al nord. Pechino, contravvenendo alla tradizionale politica di non ingerenza, ha tentato di mediare tra le due parti ma senza successo, ed in un contesto in cui lo status quo non fa certo i suoi interessi la Cina si trova a dover scegliere se fare pressioni sulle parti in lotta o abbandonare gli investimenti fatti. Senza considerare il rapimento di diversi lavoratori cinesi in Darfour.

Altra questione energetica aperta è con Mosca. Tra Russia e Cina è in atto una vera e propria guerra dei prezzi con Pechino che richiede sconti, puntualmente negati, per grossi volumi di acquisti. Inoltre la Russia rifornisce la Cina con il gas proveniente dagli Altai e non, come vorrebbero le autorità cinesi, dall’est della Siberia. La ragione in questa contesa geografica è che Mosca vorrebbe usare tali giacimenti per rifornire indifferentemente Cina ed Europa a seconda delle richieste. Il risultato è il sempre maggiore interesse cinese per il gas centroasiatico (in particolare turkmeno), il che rende i contrasti con Mosca ancora più profondi.

Spostandoci in Asia, la Cina si trova a dover gestire la crescente diffidenza dei paesi vicini che si accompagna a delle relazioni sempre meno win-win, ossia di reciproco vantaggio, e sempre più zero-sum dove le contese territoriali e le politiche di sicurezza assumono una crescente importanza. Pechino ha una lunga lista di confini contesi e la crescita degli armamenti, riconducibile ad una logica di aumento della produzione militare, rischia di destabilizzare l’equilibrio regionale. Tanto più dopo le dichiarazioni del presidente americano Obama per una politica di “pivot” americano in Asia ed il rafforzamento delle relazioni con gli storici alleati giapponesi, nonché il miglioramento di quelle con paesi quali Vietnam e Filippine.

Pietro Acquistapace

About Pietro Acquistapace

La dura scelta tra essere normali ed essere felici, quando a 35 anni lasci un lavoro sicuro e vai in Mongolia con una Panda devi accettare di avere scelto. Pietro dice la sua sul blog Farfalle e Trincee ed e' co-fondatore di TuttoLaos e di TuttoCambogia i 2 portali italiani dedicati a queste nazioni del sud est Asia
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