Salvate le streghe della Papua Nuova Guinea

Una donna torturata da un gruppo di uomini in Papua Nuova Guinea. (Immagine tratta da www.pagancentric.org)

L’isola del Pacifico teatro di orribili episodi di violenza contro le donne: Amnesty lancia un appello

BANGKOK (Asiablog) – Amnesty International ha lanciato un appello per fermare la “caccia alle streghe” in Papua Nuova Guinea. Secondo i rapporti annuali forniti dall’organizzazione non governativa internazionale impegnata nella difesa dei diritti umani, negli ultimi tre anni nel paese con capitale Port Moresby si è registrato un altissimo tasso di violenze. Donne di ogni età sono state abusate sessualmente, torturate e condannate a morte con l’accusa di stregoneria. Uno dei fattori scatenanti la violenza misogina e’ la superstizione.

In Papua Nuova Guinea la credenza nelle streghe (sanguma) e’ ancora diffusa, tanto che in alcuni cimiteri i becchini sono pagati profumatamente per fare la guardia alle tombe di notte: la gente crede che le streghe si cibino di cadaveri.

E’ così che acquistano i loro poteri magici,” spiega Kapi, un becchino papuano, al Sydney Morning Herald.E non arrivano da sole: a volte vengono in cinque o dieci, fanno a pezzi il cadavere e si dividono i pezzi.”

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Janet Kemo Fogodi porta sul volto i segni delle torture subite. Foto Brendan Esposito

Nella nazione bagnata dall’Oceano Pacifico è usanza comune attribuire alla “magia nera” eventi sfortunati quali infortuni, malattie e decessi. Spesso le donne accusate di stregoneria vengono trattate in modo brutale, con la parziale giustificazione di una legge, emanata nel 1971, che prevede il crimine di stregoneria.

A febbraio, una ragazza ventenne, Kepari Leniata, e’ stata spogliata, torturata con ferri arroventati, cosparsa di benzina e poi data alle fiamme su una pila di pneumatici e rifiuti. Al brutale episodio hanno assistito centinaia di spettatori.

La più recente esecuzione si è avuta il 4 aprile scorso con la brutale decapitazione di Helen Rumbali, attivista per i diritti umani ed insegnante. Sempre in aprile, altre 3 donne, una madre e le sue due figlie, sono state catturate, ferite con asce e coltelli e imprigionate in un rudimentale centro sanitario di una cittadina nell’isola di Bougainville. Le tre donne necessiterebbero di urgenti e specifiche cure mediche ma è stato loro impedito di recarsi in strutture sanitarie idonee.

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Kepari Leniata, 20 anni, arsa viva in Papua Nuova Guinea con l’accusa di stregoneria.

Molte organizzazioni internazionali stanno facendo pressione sul governo di Port Moresby affinché prenda seri provvedimenti per arginare la situazione. La relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla violenza contro le donne ha fatto notare che in Papua Nuova Guinea le donne, in particolare le vedove e quelle senza una famiglia che le protegga, sono colpite in modo sproporzionato dalla violenza misogina legata alla “stregoneria”. Secondo un rapporto dell’Agenzia Australiana per lo Sviluppo, AUSAID, la violenza sulle donne costituisce “la più grande barriera allo sviluppo della Papua Nuova Guinea.”

A marzo, la commissione per la riforma costituzionale della Papua Nuova Guinea ha chiesto al governo di abrogare l’atto sulla stregoneria del 1971, che attualmente riduce le pene per coloro che hanno aggredito o ucciso qualcuno accusato di stregoneria.

Amnesty invita a firmare un appello per chiedere alle autorità della Papua Nuova Guinea l’immediata liberazione delle tre donne imprigionate e per abrogare la legge sulla stregoneria del 1971.

Alessio Fratticcioli

About Alessio Fratticcioli

Alessio è il fondatore e amministratore di Asiablog.it (anche su Facebook e Twitter). Per saperne di più su questo buffo personaggio, la sua lunga e noiosa biografia si trova qui.
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