Cambogia: operai chiedono salari meno bassi, il fornitore Nike li licenzia

operai polizia cambogia

La polizia ha attaccato con violenza i lavoratori cambogiani in sciopero. Photo Reuters.

Circa 300 operai di un impianto tessile cambogiano che produce abiti per la Nike sono stati licenziati per aver partecipato a una serie di scioperi ed azioni di protesta

BANGKOK (Asiablog) – Migliaia di lavoratori dell’azienda taiwanese Sabrina Garment Manufactoring Corp, che produce abbigliamento sportivo per grandi marche internazionali, tra cui la Nike, erano in sciopero dalla fine di maggio per chiedere salari più alti. Al momento i 5000 operai dello stabilimento di Kampong Speu, a ovest della capitale Phnom Penh, vengono pagati secondo la retribuzione minima nazionale di 56 euro al mese. Erano in sciopero per ottenere un incremento di 10 euro volto a compensare le spese di trasporto e alloggio.

“DECISIONE ILLEGALE” – La decisione di licenziare gli operai è stata condannata dai sindacati del settore. “Ben 288 lavoratori sono stati costretti a lasciare il lavoro senza alcun compenso. Si tratta di un atto illegale”, ha commentato Mann Seng Hak, uno dei leader del Libero Sindacato del Commercio (FTU).  La decisione dell’azienda è completamente illegale,” ha commentato il Presidente dell’FTU Chea Mony, aggiungendo che la società aveva licenziato solo le persone che hanno dichiarato di aver assistito ad atti di violenza da parte delle autorità. “Gli scioperi sono legali“, ha aggiunto Chea Mony, specificando chela  Sabrina aveva più volte rifiutato di tenere negoziati.

VIOLENZA DI STATO – Lo scorso 3 giugno otto operai e sindacalisti erano stati arrestati durante degli scontri tra circa 4mila lavoratori, in gran parte donne, e la polizia. Una decina di scioperanti erano rimasti feriti durante la carica dei poliziotti per disperdere una manifestazione. Il 21 maggio, circa 3000 lavoratori avevano bloccato la strada che conduce allo stabilimento della Sabrina Garment Manufacturing. La polizia in assetto antisommossa intervenne duramente per disperdere i manifestanti e, secondo il rappresentante sindacale Sun Vanny, una donna incinta ha sofferto un aborto spontaneo dopo essere stata colpita violentemente. Un altro operaio, intervistato dalla Reuters all’ospedale, ha spiegato di essere stato colpito alla testa con un manganello elettrico in dotazione alle forze dell’ordine.

TESSILE IN CAMBOGIA – L’industria tessile è il settore di punta dell’economia cambogiana in quanto rappresenta il 75 per cento delle esportazioni del Regno e la maggiore fonte di valuta straniera. Migliaia di aziende di ogni dimensione garantiscono un impiego a circa 400.000 cambogiani. Sindacati e organizzazioni internazionali denunciano le pessime condizioni di lavoro e le basse remunerazioni. Sempre nella provincial di Kompong Speu, il 16 maggio era crollata una fabbrica di scarpe uccidendo due operai.

AUMENTA IL DISSENSO – In Cambogia negli ultimi anni sono aumentate esponenzialmente le proteste sociopolitiche, sia quelle contro le evizioni forzate, sia quelle per chiedere adeguamenti del salario e migliori condizioni di lavoro. Secondo i dati dell’Associazione degli Imprenditori Tessili, scioperi e proteste sono quadruplicate nell’ultimo anno, toccando quota 134. Mentre il Regno si avvia verso le elezioni del 28 luglio, l’atteggiamento autoritario del governo guidato da Hun Sen, ex Khmer Rosso e in carica quasi ininterrottamente dal 1985, rende più difficile ogni manifestazione di dissenso o di disagio sociale.

Il Regno della Cambogia, paese a maggioranza buddhista Theravada, e’ una ex colonia francese del sudest asiatico.  Considerata l’erede del favoloso Impero Khmer, la Cambogia e’ oggi uno dei paesi piu’ poveri al mondo. In media, un cambogiano guadagna circa 525 euro l’anno.

Alessio Fratticcioli

About Alessio Fratticcioli

Alessio è il fondatore e amministratore di Asiablog.it (anche su Facebook e Twitter). Per saperne di più su questo buffo personaggio, la sua lunga e noiosa biografia si trova qui.
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