Turismo Responsabile in Myanmar con East Asia Onlus

birmania myanmar donna col sigaro

Donna birmana che fuma. Fotografia di Giacomo Matteucci.

L’associazione culturale East Asia Onlus, impegnata in prima fila per la salvaguardia della cultura dei popoli indigeni del sud est asiatico, ha lanciato un programma dedicato allo sviluppo del turismo responsabile in Myanmar. In questo meraviglioso paese è in atto un processo di radicale cambiamento politico, ma anche sociale e culturale, i cui risultati futuri restano avvolti nell’incertezza.

Uno dei simboli più manifesti di questi processi di cambiamento è l’immagine sorridente di Muhtar Kent, il grande capo della Coca Cola, che ha inaugurato di recente la prima fabbrica della multinazionale americana in Myanmar. Cosi anche la multinazionale angloamericana Unilever ha deciso di investire oltre 500 milioni di euro nei prossimi dieci anni, con la speranza che l´ex-Birmania possa vivere uno sviluppo economico simile a quello del Vietnam. Sulla scia di questi due grandi investors esteri, si sono dati appuntamento a NayPyTaw, circa 900 businessmen che hanno partecipato al World Economic Forum East Asia. In questa sede è stato discusso su quali investimenti mettere in gioco, in una nazione dotata di risorse naturali di incommensurabile valore.

L´industria turistica rappresenta uno dei settori dove si concentreranno nei prossimi anni una parte significativa di questi investimenti esteri. I dati del World Tourism Organization affermano che attualmente il numero di turisti che visitano il Myanmar è di circa 450 mila. Mentre il Ministro del Turismo Htay Aung ha dichiarato che nel giro di pochi anni la media dei turisti che visiteranno il suo paese sarà di circa un milione di turisti. Le strutture ricettive di questo paese non sono però attualmente sufficienti per ospitare questo numero di visitatori. Ciò sta inducendo molti uomini d´affari, appartenenti all´industria turistica, a costruire hotel, ristoranti e spa nei posti attraversati dagli itinerari turistici.

Ad oggi questi grandi investimenti economici non sono però diretti verso il miglioramento della difficile situazione socioeconomica di molte comunità che vivono in alcune delle regioni più remote della nazione. Nonostante gli apprezzabili passi in avanti compiuti dalla classe dirigente politica, il quadro economico di molte comunità indigene si caratterizza ancora per uno stato di preoccupante povertà. East Asia Onlus (http://east-asia.eu) consapevole dei cambiamenti in atto all´interno del Myanmar, e al fianco delle sue comunità indigene, ha avviato un programma dedicato all’autosviluppo del turismo responsabile.

Lo stato attuale di certi popoli indigeni che abitano in alcune regioni del Myanmar, come ad esempio le etnie minoritarie che vivono nello Shan State, possiede diverse analogie con la condizione vissuta dalle comunità montane accampate al confine fra la Thailandia del Nord ed il Laos alla fine degli anni Settanta. Da una parte è possibile notare lo straordinario patrimonio culturale formato da un corredo di tradizioni conservate attraverso i secoli, dall´altra la necessita di dover fare i conti con i prorompenti processi globali ed assimilatori. Le etnie che vivono in questi villaggi hanno da sempre reclamato un proprio orgoglio identitario, espresso attraverso particolari forme linguistiche, vesti tradizionali, canti e leggende tramandati da generazione in generazione.

Oggi questo patrimonio può essere utilizzato sia come una valida risorsa per affrontare lo stato di povertà, ma potrebbe anche essere causa della fine della loro antica cultura. Gli episodi negativi accaduti nel sud est asiatico in seguito allo sfruttamento indiscriminato delle tradizioni indigene sono purtroppo diversi. Il caso più eclatante è sicuramente quello delle donne di etnia Kayan, o chiamate più volgarmente “donne giraffa” a causa dei loro abnormi aneli di bronzo che portano intorno al collo. Questa singolare tradizione estetica e´ stata sfruttata dagli operatori turistici che espongono le donne kayan in aree che potremmo definire degli zoo umani.

L’associazione culturale East Asia Onlus utilizza un approccio differente. Il programma di turismo responsabile di East Asia e´ stato elaborato partendo da un´attenta riflessione circa gli episodi più negativi commessi all´industria turistica a discapito delle comunità indigene del sud est asiatico. Per prima cosa è stato cercato il consenso delle comunità rappresentate attraverso i loro capovillaggio. Successivamente è stato richiesto quali attività essi desiderassero esprimere per trasmettere la loro cultura agli amici forestieri che desiderano venirli a trovare da lontano. Una volta ricevuto il consenso e concordate le attività che faciliteranno il contatto e l´amicizia fra la comunità ospitante e i turisti, East Asia ha elaborato il suo primo programma di viaggio responsabile dedicato al Myanmar.

La partenza e´ prevista per domenica 18 Agosto ed il rientro per sabato 31 Agosto. Dopo aver visitato alcuni dei luoghi più celebri del Myanmar, come Yangon, la Pianura di Bagan, il Lago Inle, Mandalay, Hsipaw, arriveremo finalmente presso i villaggi di Hke Hteik e di Hae Pu abitati dalle etnie Bamar, Shan e Paluang. Noi di East Asia Onlus (http://east-asia.eu) ci auspichiamo che questo incontro resti a lungo nelle memorie dei nostri amici viaggiatori responsabili e che si possa costruire un profondo legame d´amicizia con i popoli che andremo a incontrare. Chi fosse interessato all´iniziativa può scriverci a booking@east-asia.eu.

Fonte immagine: VagaMundo

Igor Vegni
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Igor Vegni dirige East Asia Onlus, associazione la cua attività principale è il turismo responsabile e solidale verso alcune località dell'Est e Sudest Asiatico.
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