Insegnare inglese in Laos: intervista a Mauro Proni (parte 2)

Scuola classe Asia Laos

Una classe in Laos. (Foto Mauro Proni)

Italiani in Asia – Eccoci alla seconda parte della nostra chiacchierata con .

(Alla prima parte)

Cosa vuol dire insegnare inglese in Laos?

Vuol dire tutto e niente. La loro scuola per i nostri standard non è una scuola, ma un centro ricreativo. A scuola ci vai se vuoi, studi se vuoi, compiti a casa non se ne danno, le interrogazioni si fanno in gruppo e i compiti in classe si copiano dal libro. Alla fine tutti promossi. Questo per la scuola pubblica, e la scuola privata si è dovuta adeguare al lassismo generalizzato.  

Tutti promossi?

Tutti promossi, il sistema non prevede la bocciatura. Se vuoi studiare è una tua scelta personale se non vuoi farlo pure, nessuno ti sanziona. Non ci sono note sul diario, ricevimento parenti, ammonimenti del preside. Capisci che un sistema del genere non valorizza le eccellenze, e capisci anche che il paese non progredisce.

Cosa intendi?

La loro scuola non solo non insegna nozioni, ma nemmeno a ragionare. Copiare dal libro: questa è la regola. Così si generano posti di lavoro pubblici ma professionalità zero. Il Laos è un paese comunista, il lavoro te lo assegna lo stato al termine del corso di studi e il parametro non è sempre il merito, ma più spesso le conoscenze che hai nel partito, che è uno solo. Un titolo di studio ottenuto in questo paese non ha valore, né formale, né formativo.

Quindi ci sono anche aspetti negativi in tutto questo.

Certo che sì, io parlo da occidentale trasferito qui, non da cittadino laotiano. Fossi un lao probabilmente non me ne renderei nemmeno conto. L’ignoranza aiuta a vivere meglio. Noto delle preoccupanti somiglianze tra la direzione che ha intrapreso la nostra società e questo paese e mi riferisco a quello che dicevo prima. Informarsi poco, studiare poco genera eserciti di soldatini obbedienti, non di cittadini consapevoli.

Scuola Asia Laos

Una scuola in Laos. (Foto Mauro Proni)

Lo stipendio che ti danno è sufficiente per vivere?

Qui il costo della vita è bassissimo, se mangi cibo locale o indiano te la cavi con 2 euro o anche meno. Tieni conto che un piatto di riso col pollo costa l’equivalente di 1,50 euro, una colazione all’occidentale pure e una birra da 66 cl. circa un euro. Se consideri poi che la scuola mi fornisce casa, motorino e Internet oltre allo stipendio fai tu i conti. Ogni mese riesco a metter via dei soldi e non mi faccio mancare nulla.

Consiglieresti a qualcuno di venire a lavorare in Laos?

Consiglierei prima di venire a vedere il paese, per vedere se vi piace e solo successivamente prendere una decisione in merito. La cosa più sbagliata è farlo perché l’ha fatto un altro, che sia l’amico, il vicino di casa o tal Mauro Proni. Sono scelte che vanno sentite dentro.

OK. Rivolgiamoci ora al lettore che ha già deciso di lasciare l’Italia e di trasferirsi in Laos. Hai consigli pratici per trovare un lavoro in questo piccolo paese asiatico?

Girare, girare e girare. In questi paesi non ci sono agenzie di collocamento o interinali, ma funziona tutto con il passaparola. Il mio personale consiglio è di mettere via una piccola somma, trasferirsi in una città e cominciare a sondare il mercato e se non si trova nulla cambiare città. Ovviamente dipende dal settore in cui si vuole operare quindi è difficile dare consigli a tutto campo dato che ogni settore ha i suoi piccoli “segreti”.

Pensi di ritornare in Italia?

Ci torno di sicuro tra qualche settimana, per un paio di mesi, poi tornerò qui perché voglio prendere un paio di certificazioni internazionali che mi abilitino all’insegnamento dell’inglese all’estero, con le quali mi si potrebbero aprire più prospettive. Per ora mi godo questa esperienza e vedere cosa mi riserva il futuro. Come dicono i buddhisti noi possiamo incidere in minima parte sugli eventi futuri, perché un evento è l’effetto di una serie di cause e gli eventi stessi sono cause di altrettanti eventi.

C’è qualcos’altro che vuoi aggiungere di cui non abbiamo parlato?

Sono tante le cose che non abbiamo detto. Mi limito a dire un’ultima cosa: se avete il minimo sentore che la vita che state facendo non vi piace e non vi soddisfa non esitate un attimo di più a cambiarla. Si vive una volta sola e passarla da insoddisfatti è la cosa peggiore che si possa fare; da anziani vivrete solo di rimpianti per quello che non avete fatto.

Ciao e in bocca al lupo!

Ciao Alessio!

Alessio Fratticcioli

About Alessio Fratticcioli

Alessio è il fondatore e amministratore di Asiablog.it (anche su Facebook e Twitter). Per saperne di più su questo buffo personaggio, la sua lunga e noiosa biografia si trova qui.
This entry was posted in Asia, Italiani in Asia, Laos and tagged , , , , , , , , , , , , . Bookmark the permalink.

One Response to Insegnare inglese in Laos: intervista a Mauro Proni (parte 2)

  1. Pingback: Un italiano in Laos: intervista a Mauro Proni | Asiablog.it

Cosa ne pensi di questo post? Lascia un commento