Thailandia verso l’amnistia, opposizioni in piazza

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Manifestante mascherato. Foto Athit Perawongmetha

Decide il parlamento. Il premier esorta a votare a favore. Per i gialli si favorisce Thaksin. Le famiglie delle vittime del 2010 chiedono Giustizia. Si temono scontri 

BANGKOK (Asiablog) – L’opposizione scende in piazza per manifestare contro un controverso progetto di legge di amnistia. La proposta, oggetto di vivace discussione in questi giorni nel Parlamento del Regno, riguarderebbe tutti i reati legati alle violenze politiche che hanno avuto luogo dal 2004 al 2011, ad eccezione dei reati di lesa maestà. I sostenitori della legge sostengono che l’amnistia favorirebbe la riconciliazione nazionale dopo anni di turbolenze che si conclusero con le proteste di massa nel 2010 terminate in una sanguinosa repressione militare. 

CAMICIE ROSSE DISSIDENTI – Ad opporsi all’amnistia ci sono una vasta gamma di gruppi e associazioni mossi da preoccupazione diverse. Nonostante il partito di governo del primo ministro Yingluck Shinawatra abbia ordinato a tutti i suoi deputati di votare a favore del disegno di legge, alcuni di loro si rifiuiteranno di farlo. Il gruppo di dissidenti, vicini alle Camicie Rosse, si oppone a quello che potrebbe essere un colpo di spugna per assolvere i responsabili della morte dei manifestanti durante la repressione militare del 2010. Questo nonostante che a giovare dell’amnstia sarebbero anche 24 membri delle Camicie Rosse ancora sotto processo per terrorismo.

IL NO DELLE FAMIGLIE DELLE VITTIME – Anche le famiglie delle vittime hanno organizzato delle manifestazioni contro l’amnistia, mentre l’attivista italiana Isa Polenghi, sorella del giornalista Fabio,  vittima della violenza dell’esercito thailandese, ha inviato una lettera aperta al primo ministro Yingluck e ai parlamentari definendo il progetto di legge “un grave errore, la scelta peggiore.”

OPPOSIZIONI IN PIAZZA – Scendono in piazza contro la legge gli ultra-monarchici delle Camicie Gialle ed il filo-militare Partito Democratico. I due gruppi descrivono la legge come uno stratagemma per consentire il rientro in patria dell’ex primo ministro Thaksin Shinawatra, rovesciato dal colpo di stato del 2006, senza dover scontare la pena di due anni di carcere per abuso di potere alla quale fu condannato nel 2008. Thaksin vive in esilio volontario a Dubai per evitare il carcere, ma sostiene che la condanna è stata politicamente motivata.

IL PATTO – Più verosimilmente, l’amnistia rappresenta il sugellamento di quel patto più o meno segreto stretto dal clan Shinawatra con il potentissimo complesso monarchico-militare. Esso prevede una sorta di separazione delle sfere di influenza dei due gruppi di potere ed il reciproco non intervento nell’altrui sfera. In questo quadro, l’amnistia dunque chiude i conti col passato ed evita imbarazzanti processi ai generali e ai mandanti delle stragi del 2010. Per gli Shinawatra, ciò significa continuare a governare senza il pericolo di un nuovo colpo di stato.

PROTESTE E SICUREZZA – Intanto le autorità di Bangkok sono state messe in stato di allerta. Migliaia di poliziotti sono stati distribuiti in varie parti della capitale, tra cui la stazione ferroviaria di Samsen, dove i manifestanti si raduneranno a partire da giovedì sera. Il governo ha messo in guardia le autorità di Bangkok chiedendo loro di proteggere i servizi pubblici come l’acqua, le telecomunicazioni e l’elettricità e gli aeroporti.

Fonte immagine: Kanoknanphoto.

Alessio Fratticcioli

About Alessio Fratticcioli

Alessio è il fondatore e amministratore di Asiablog.it (anche su Facebook e Twitter). Per saperne di più su questo buffo personaggio, la sua lunga e noiosa biografia si trova qui.
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