Brutale omicidio in Thailandia: per il dittatore è colpa del bikini (che però non c’era)

Thailandia Turismo spiaggia amore

Una vacanza romantica in Thailandia secondo il Ministero del Turismo thailandese

Coppia britannica assassinata a colpi di zappa su una spiaggia dell’isola di Koh Tao. Prayuth: Thailandia pericolosa per donne belle e in bikini

«Pensano che il nostro paese sia bello e sicuro e che possono fare quello che vogliono, [pensano che] possono indossare bikini e camminare ovunque… [ma] le belle donne in bikini possono essere veramente al sicuro?»
In sostanza il Generalissimo ha fatto intendere che solo le turiste attraenti devono stare attente a non farsi stuprare e ammazzare, mentre le turiste “non belle” possono considerarsi al sicuro da stupratori e barbari assassini. Ma la scena del rozzo dittatore asiatico che riduce un tema tragico e delicato a fanfaronaggine maschilista è stata resa ancora più surreale dall’accoglienza positiva del pubblico presente alla sua sparata. Difatti i filmati dimostrano che alla fine del discorso di Prayuth alcune delle persone presenti in sala, lungi dallo scandalizzarsi o dal contraddire il dittatore, si sono fatte delle grasse risate. Un giornalista thailandese ha anche scritto sulla sua pagina Facebook che “Prayuth è stato divertente”.
I commenti del dittatore sono in risposta al raccapricciante omicidio di due giovani turisti britannici, David Miller e Hannah Witheridge, 24 e 23 anni, ammazzati a colpi di zappa nell’isola di Koh Tao, nella Thailandia del Sud, circa 600km a sud di Bangkok. La ragazza è anche stata stuprata da due uomini, mentre il ragazzo è stato probabilmente prima colpito alla testa e poi gettato in acqua, dove sarebbe affogato. 

«Secondo quanto abbiamo ricostruito i due sono usciti da un bar insieme dopo l’una di notte», ha raccontato l’agente Prachum Ruangthong della polizia locale. In seguito, secondo le testimonianze, avrebbero partecipato a un party sulla spiaggia con una cinquantina di persone. Poi l’orrore. «L’uomo è stato ferito sulla schiena e sulla testa, mentre la donna è stata colpita al viso», ha spiegato Prachum.

Di fronte a questa tragedia, l’uscita di Prayuth denota insensibilità e ignoranza sia per quanto riguarda il terribile omicidio sia nei riguardi della piaga del sessismo, che porta gli imbecilli ed i bigotti di ogni dove, dall’Arabia Saudita all’Uttar Pradesh passando per i nostri vicini di casa, a ritenere le vittime, vale a dire le donne violate, torturate ed uccise, colpevoli loro stesse di essere state stuprate e ammazzate come cagne.

Senza dire che Prayuth, che ha anche confuso Koh Tao, l’isola dove è avvenuto il duplice omicidio, con Koh Chang, che si trova a centinaia di chilometri di distanza, se n’è uscito con la disgraziata battuta sulle “donne non belle” e sul “bikini” senza praticamente sapere nulla della scena del delitto. Con buona pace del dittatore, Hannah Witheridge non indossava un bikini quando è stata brutalmente aggredita. E tantomeno lo indossava David Miller, che probabilmente è morto cercando di difendere la ragazza e se stesso da due o più violentatori e assassini armati di zappa.

L’uscita di Prayuth cozza anche con l’immagine proposta dal Ministero del Turismo thailandese, che, come si nota dalla locandina in alto, da anni pubblicizza la Thailandia proprio come un paradiso tropicale, ideale per una “vacanza romantica” in spiaggia… in bikini!

Nonostante i giornali di regime abbiano cercato di ridurre l’uscita del Generalissimo ad un mero misunderstanding dell’altresì illuminato leader del popolo siamese, quei commenti hanno fatto infuriare non solo le famiglie delle vittime ma anche buona parte dell’opinione pubblica, sia thailandese che internazionale, che sta seguendo il caso dell’“omicidio in paradiso” con particolare empatia. Ovviamente a muoversi è stata anche l’ambasciata britannica a Bangkok, chiedendo ufficialmente a Prayuth un immediato chiarimento riguardo la volgare dichiarazione.

Thailandia: inglesi uccisi Koh Tao

Thailandia: due giovani turisti britannici barbaramente uccisi i spiaggia a Koh Tao. Le autorita’ stanno cercando gli assassini. Foto Reuters.

Di fronte alle polemiche e alle denunce della stampa internazionale, Prayuth si è trovato costretto a contattatare Mark Kent, l’ambasciatore britannico a Bangkok, per scusarsi con le famiglie di Miller e Witheridge, sostenendo di aver parlato sotto non chiarite “pressione estreme”.

«Non avevo intenzione di insultare o criticare nessuno,» ha dichiarato il Generalissimo. «Ho solo avvertito che a volte le persone devono stare attente […] la Thailandia è sicura ma ci sono alcune persone cattive, come in qualsiasi parte del mondo.»

Molti mettono in dubbio la sincerità della sua scuse. Il fatto è che questa non è la prima volta che Prayuth si lascia scappare commenti “divertenti”, secondo alcuni, ma anche oltraggiosi, paternalistici, ingenui, miopi o bigotti. Il 16 settembre il dittatore ha sarcasticamente detto ai coltivatori di caucciù del Sud del Paese, latifondisti che tra l’altro sono storicamente tra i principali sostenitori del regime aristo-capitalista e militare di Bangkok del quale Prayuth è espressione, che se nessuno dovesse comprare i loro prodotti (per via della crisi economica in corso) possono provare a venderli su Marte.

Nell’affrontare il problema delle alluvioni che stanno devastando una parte del Regno, Prayuth ha consigliato alle popolazioni colpite dal disastro naturale di elevare le loro case o semplicemente abbandonarle e comprare una barca. Nel discutere il problema della crescita eccessiva dei giacinti d’acqua sul fiume Chao Phraya, Prayuth ha detto: «Se tutti i thailandesi raccogliessero 10 o 20 piante di giacinto d’acqua dal fiume sarebbero presto estinti.»

In precedenza, Prayuth aveva ripetutamente invitato tutti quei terribili sovversivi che osano criticare la draconiana legge di lesa maestà ad andarsene dalla Thailandia. Il Generalissimo ha rivolto lo stesso sprezzante invito a tutti i giovani e meno giovani che “toccano la testa” dei genitori, pratica considerata poco educata da un filone della tradizione siamese. Ci sono poi tutta una serie di commenti e considerazioni molto più serie fatte da Prayuth per giustificare colpo di stato, repressione militare, legge marziale, censura della stampa e via dicendo, ma finiremmo per andare fuori tema.

Il punto è che queste uscite “divertenti” nel trattare temi sociali, ma anche drammi e tragedie che affliggono esseri umani innocenti come i due giovani uccisi a Koh Tao, palesano, semmai ce ne fosse bisogno, l’incompetenza e la pericolosità di un dittatore armato di quell’esercito e quella ideologia ultra-conservatrice che gli hanno permesso di rovesciare la democrazia rappresentativa, lanciare un’ondata di repressione sul Paese e occupare le istituzioni per implementare una colossale opera di restaurazione del sistema di potere militare, semi-feudale, aristo-capitalista e monarchico basato su propaganda, censura, controllo sociale, coercizione e compressione dei diritti sociali e individuali.

Nel frattempo, il duplice omicidio di Koh Tao rappresenta l’ennesima bastonata all’industria turistica thailandese, già in crisi in seguito a mesi di proteste anti-elezioni e pro-colpo di stato organizzate dalle Camicie Gialle, seguite dal 12esimo colpo di stato della storia thailandese moderna e poi dall’imposizione di coprifuoco e legge marziale.

La Thailandia è tra le nazioni più visitate in AsiaL’industria del turismo rappresenta, a seconda delle stime, il 7-10% del Pil, pari a circa 35 miliardi di dollari l’anno. Per il 2014 si prevede una diminuzione del numero di visitatori, e dunque dei guadagni del settore turistico, di circa il 10-15%.

Una delle ragioni di questo crollo è legata non solo al timore di violenze e assalti contro i turisti, che, vale la pena ricordarlo, possono avvenire non solamente nei luoghi più noti, come Bangkok, Pattaya, o l’isola di Phuket, dove 3 anni fa un italiano venne preso a sprangate, ma in ogni provincia del Paese. I turisti che visitano la Thailandia rischiano anche, come pressoché ovunque al mondo, di essere vittime di truffe, scippi, frodi con carta di credito e prezzi maggiorati.

Sulla base delle statistiche del governo britannico, il 10% dei circa 50 britannici uccisi ogni anno nel mondo viene ucciso in Thailandia. Una percentuale agghiacciante, considerando che solo lo 0,6% dei britannici che viaggiano all’estero fa tappa in questo Paese asiatico. Nonostante ciò, va ricordato che circa 420mila britannici visitano la Thailandia ogni anno, per cui “solo” un turista britannico ogni 84.000 viene assassinato nel Paese dei Sorrisi.

Dal 2013 a metà 2014 l’ambasciata britannica a Bangkok ha registrato 1.164 incidenti, compresi 11 stupri. Nello stesso periodo in Thailandia sono morti 362 britannici. Il numero comprende i decessi per suicidio e cause naturali, ma rimane il più alto al mondo dopo la Spagna. L’ambasciata britannica a Bangkok è la seconda al mondo, dopo quella di Manila nelle Filippine, per numero di cittadini britannici che cercano assistenza consolare in seguito a crimini, violenze o incidenti.

Il governo statunitense riporta statistiche simili, come anche quello australiano, secondo il quale la Thailandia è il Paese straniero dove muoiono più cittadini australiani.

Quando accadono casi del genere, la risposta delle autorità locali generalmente varia dall’inefficienza fino al totale disinteresse. A volte, secondo quanto riportato da alcuni cittadini stranieri in Thailandia per turismo, studio o lavoro, rivolgersi alla polizia equivale a mettersi nelle mani di un gruppo para-criminale ben organizzato, con il rischio di trovarsi di fronte a richieste di denaro o altri tipi di ricatti.

Le speranze di ottenere giustizia sono ovviamente ancora minori quando i responsabili dei crimini non sono semplici sudditi di Sua Maestà ma persone o organizzazioni posizionate su gradini elevati nella piramide sociale siamese.

Quando ci sono di mezzo Lor Signori, come nel caso dell’omicidio del giornalista italiano Fabio Polenghi da parte dell’esercito thailandese nel maggio del 2010, le speranze di avere giustizia sono pari a zero. Nel caso Polenghi le prove del delitto sono decine di testimonianze, fotografie e filmati. Nulla da fare. Il risultato è sempre lo stesso: i colpevoli sono Lor Signori, dunque nessun colpevole.

Nel caso del duplice omicidio di Miller e Witheridge la risposta delle autorità thailandesi è stata tardiva non solo per via della loro incompenza, ma anche a causa dell’approccio ideologico con il quale è stata affrontata l’indagine. «Non possiamo credere che un omicidio così efferato sia stato opera di thailandesi», ha dichiarato il capo della polizia locale immediatamente dopo la tragedia. Di conseguenza, per i primi giorni, le indagini si sono concentrate sugli stranieri, in particolare su lavoratori birmani e turisti occidentali, evidentemente considerati capaci di simili violenze in virtù della loro appartenenza etnica, al contrario dei pacifici esseri umani dotati di passaporto thailandese. Alcuni birmani e occidentali sono stati fermati ed interrogati, per poi scoprire che avevano un alibi ed erano del tutto estranei ai fatti. Solo quando, in seguito all’autopsia effettuata sul corpo della ragazza, sono state trovate tracce di sperma di due diversi uomini asiatici, le autorità hanno ammesso che «gli assassini potrebbero anche essere thailandesi».

Intanto, dopo l’omicidio, molti turisti hanno abbandonato la paradisiaca isola di Koh Tao, mentre altri hanno annullato le prenotazioni. Alberghi, ristoranti e luoghi di intrattenimento sono stati duramente colpiti, anche se è troppo presto per indicare le perdite per l’economia locale. In un momento in cui la Thailandia si trova ad affrontare una fragile situazione politica, in cui la giunta militare invoca legittimità attraverso i classici discorsi di ordine e sviluppo economico, la diminuzione del fatturato turistico rappresenta un pericolo per il regime militare, che se dovesse perdere i favori della ultra-monarchica ed anti-democratica classe media di Bangkok rischierebbe di apparire per quello che è: una ridicola e volgare dittatura militare come tante altre, tutte rigorosamente bocciate dalla Storia.

Koh Tao, Thailand

Mappa del sud della Thailandia. L’isola di Koh Tao si trova a circa 600km a sud della capitale Bangkok.

Alessio Fratticcioli

About Alessio Fratticcioli

Alessio è il fondatore e amministratore di Asiablog.it (anche su Facebook e Twitter). Per saperne di più su questo buffo personaggio, la sua lunga e noiosa biografia si trova qui.
This entry was posted in Asia, Thailandia, Thailandia Viaggi and tagged , , , , , , , , , , , , , , , , , , , . Bookmark the permalink.

Cosa ne pensi di questo post? Lascia un commento