La Thailandia, l’industria ittica, il mercato

Pesce mercato thailandia

Pesce seccato al sole in vendita al mercato – foto tiziano matteucci

In una mia recente narrazione culinaria, in cui scrivevo di “sgombri”, evidenziavo alcune palesi, quanto ovvie, differenze gastronomiche tra il pesce che trovavo al mercato del mio paesello natale e quello che trovo al mercato del paesello thailandese in cui ora vivo.

Ma esistono altri aspetti legati alla produzione e commercializzazione del pesce che accomunano ed intrecciano l’industria ittica italiana (e non solo) all’industria  ittica thailandese.

«La Thailandia è il terzo esportatore di pescato al mondo, per un mercato che, secondo i dati della Thai Frozen Foods Association, l’anno scorso ha raggiunto i 3 miliardi di dollari. Il giro d’affari con l’Europa ammonta tra i 575 e i 730 milioni di euro l’anno.» (AsiaNews.it)

Il “fermo pesca”, ad esempio, rappresenta un tratto comune tra l’industria ittica italiana e quella thailandese:

«In passato, lo sgombro rastrelliger brachysoma è stato il pesce più popolare tra i consumatori tailandesi. Grandi quantità di sgombri rastrelliger sono stati pescati (rappresentavano circa il 47% delle catture di pesci pelagici). … il rastrelliger brachysoma, nel Golfo della Thailandia, venne ampiamente pescato … sino ad essere sovra sfruttato. Nel corso degli ultimi 30 anni, la pezzatura media di questa specie di sgombri ha mostrato una tendenza al ribasso, da 18 centimetri a 15 cm di lunghezza totale .. ulteriore prova del sovra sfruttamento.  Nei primi anni 1980 la cattura di questa specie era diminuita. Per recuperare l’abbondanza di questo pesce, così come altri pesci pelagici, sono state imposte aree di pesca, chiusure stagionali  e tecniche di pesca (reti con maglie di dimensioni di 4,7 cm sono state vietate dalla pesca nella zona sud superiore del Golfo di Thailandia).» (Food and Agriculture Organization of the United Nations)

Ban Bang Phu in provincia di Prachuap Khiri Khan – foto tiziano matteucci

Il “fermo pesca” è, evidentemente, una scelta obbligata. Una mera questione di sopravvivenza che si trasforma in una scelta politica condivisa da tutti gli attori in scena.

Invece, a differenza dell’Italia, l’introduzione di una normativa sulla pesca in mare, conforme anche a dettati internazionali (o europei come quella italiana), in Thailandia si dimostra più complessa.  (AsiaNews.it)

Una delle conseguenze, in Italia, del “fermo pesca” è l’aumento delle importazioni e, rilevando di contro che la Thailandia è il terzo esportatore mondiale di pescato, viene spontaneo domandarsi quali siano le componenti di costo di questa sua ampia offerta commerciale.

L’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) e The Asia Foundation hanno da poco presentato uno studio su: Migranti e lavoro minorile nell’industria dei gamberetti, ed altre catene di lavorazione di prodotti ittici industriali, della Thailandia, in cui si rilevano pericoli fisici e altri rischi che devono affrontare i lavoratori minorenni, generalmente migranti, negli allevamenti di gamberi e nella lavorazione di prodotti ittici industriali della Thailandia.

La maggior parte dei minori impiegati nel commercio ittico sono figli di pescatori di Myanmar e Cambogia

Lo sfruttamento minorile rappresenta una gravissima questione etica che, per le sue diverse implicazioni, non può essere – come pare- accantonata ma deve essere affrontata anche dal consumatore con la giusta consapevolezza.

Ma, se l’utilizzo di minori e schiavi del mare resta il problema primario, in quanto moralmente inaccettabile, non possiamo eludere il risvolto, forse meno appariscente ma non meno importante e comune a tanti settori produttivi, quello dei costi sociali nella  produzione di un bene di consumo.

Per la teoria economica: il commercio conviene economicamente a tutte le parti coinvolte – io compro una merce/servizio che non produco (per diversi motivi) e tu vendi una merce/servizio che produci (sempre per diversi motivi) -.

Nel commercio, quindi, le diverse strutture socio economiche trovano un punto d’incontro favorevole, uno scambio con  profitto da entrambe le parti (nell’import export: le mie importazioni accrescono la mia economia nazionale e, di contro, le tue esportazioni accrescono la tua economia nazionale), “una situazione desiderabile per la società nel suo insieme [ma] solo quando i prezzi rispecchiano interamente i costi sociali implicati nello scambio.” (La globalizzazione intelligente – Dani Rodrik – Ed. Gius.Laterza & figli)

Un complesso problema socio – economico globale, al quale solo giuste scelte di politica economica possono (devono) dare una soluzione. Le strade delle teorie economiche sono disseminate anche di cadaveri. Ne riparleremo.

Fonte video: DW

Foonte immagine: BBC

Tiziano Matteucci
Latest posts by Tiziano Matteucci (see all)

About Tiziano Matteucci

"Siede la terra dove nata fui / su la marina dove ’l Po discende / per aver pace co’ seguaci sui." (Dante Alighieri - Inferno, V). Per il resto non c'e' molto da dire. Pensionato italiano che ora risiede in una cittadina del nord ovest della Thailandia per un assieme di causalità e convenienze ... c'è solo una cosa certa: "faccio cerchi sull'acqua ... per far divertire i sassi" (Premdas)
This entry was posted in Asia, Libri, Thailandia and tagged , , , . Bookmark the permalink.

Cosa ne pensi di questo post? Lascia un commento