Thailandia, dieci sorrisi e una pistola

Profilo della Thailandia da: http://www.visionofhumanity.org

Il profilo della Thailandia secondo il portale Vision of Humanity

Capita che mi chiedano: «com’è la sicurezza in Thailandia?», intendendo: quanti rischi di subire atti criminali corre chi visita il paese.

Di solito, molto sinteticamente, rispondo:

«Fate finta di essere in Italia. Gente cattiva, luoghi e situazioni pericolose esistono sia in Italia che in Thailandia. Unica accortezza: evitate discussioni in pubblico di qualsiasi genere – soprattutto ad alta voce – e, molto importante e diverso dall’Italia, approvate sempre ogni manifestazione o riferimento riguardante la monarchia. Anzi, approvate sorridendo in modo semplice e composto».

Che dietro il sorriso dei thailandesi si nasconda tutto l’arco dei sentimenti umani non credo sia una mia scoperta e non guasta, quando si soggiorna in Thailandia, adottare il loro (educatamente rispettoso) modo di fare.

La mia semplice risposta riguardo alla “sicurezza”, ovviamente, serve per non entrare nel complesso territorio della “violenza degli esseri umani”, una unicità tra tutte le specie viventi.

«La coscienza del bene e del male è emersa come meccanismo del cervello durante un lunghissimo processo naturale, l’evoluzione, la cui regola è la sofferenza del più debole che soccombe. La nostra specie è prevalsa e prevale perché sa realizzare e sa razionalizzare il male, e quindi non è verosimile che i meccanismi nervosi che ci trasmettono il senso del bene riescano a imporsi su quelli del male.
Gli orrori che il cervello commette oggi sono gli stessi di millenni or sono … il cervello è strutturato in modo che il male sembra spesso banale e il bene una conquista, anche se il cervello è artefice dell’uno e dell’altro.» (La coscienza imperfetta – Arnaldo Benini – Ed.Garzanti)

In un recente articolo di Deutche Welle, A look at Thailand’s fervent gun culture (qui in italiano) e basato su dati del 2013, la Thailandia viene presentata come una nazione “inondata d’armi da fuoco”:

possesso armi«Secondo il ministero dell’interno thailandese, ci sono oltre 6 milioni di armi registrate in un paese di 66,7 milioni di abitanti, una persona ogni dieci detiene legalmente un’arma.
Ma, afferma Paul Chambers, direttore dell’ISAA di Chiang Mai, il numero totale di armi da fuoco in circolazione si crede possa essere molto superiore una volta che si includono le tante armi vendute illegalmente al mercato nero.
Alla luce di ciò il sito gunpolicy.org, gestito dalla University of Sydney’s School of Public Health, stima che il numero di armi lecite ed illecite detenuto dai cittadini thai si aggiri attorno ai 10 milioni

Number of Privately Owned Firearms«La Thailandia ha il più alto numero di morti per arma da fuoco di tutto il sudest asiatico, dove supera del 50% il numero di omicidi da arma da fuoco delle Filippine.
Con 7,48 morti violente da arma da fuoco ogni 100 mila abitanti, supera persino il tasso degli USA di 3,55 morti ogni 100 mila abitanti (dati raccolti nel 2013 dalla University of Washington’s Institute for Health and Metric Evaluation).»

Total Number of Gun Deaths«Ma chi è responsabile per questo alto tasso di omicidi?» si chiede Deutche Welle.

I motivi dei tanti morti vengono addebitati alla “cultura thailandese“:

« … analisti come Herzog dicono che tanta violenza viene esercitata da individui coinvolti in dispute d’affari, furti, passione, vendetta personale e perdita della faccia sono, infatti, spesso nominati come ragioni principali per le morti legate alle armi.»

«In Thailandia il numero di sicari è relativamente alto rispetto ad altri paesi sebbene non ci siano stime ottenibili. Il prezzo iniziale per un “colpo” è di 1400 dollari. I sicari sono facilmente rintracciabili e ragionevolmente economici.» (questo mi ricorda tanto un racconto di Pira Sudham).

Io non credo nella “cultura”, intesa come una caratteristica attribuibile a specifici gruppi umani e riguardante un modo di vita (comportamento) ineludibile e, tanto meno, immodificabile. Credo nell’influenza dell’ambiente esterno, in cui casualmente nasciamo e viviamo, che ha un notevole peso specifico nello sviluppo della nostra consapevolezza di singoli esseri umani ma non è esclusivamente questa mancanza di consapevolezza (conoscenza) che continua a provocare morti.

«Ognuno di noi ha una vita propria e una soltanto, non è concesso un secondo round e ognuno di noi è responsabile di plasmarla attraverso le scelte fatte durante l’unica opportunità che ci è data per l’eternità.
Tuttavia, per fare la scelta giusta e decidere quello che più si avvicina a soddisfare la nostra natura, seguendo i sogni e i desideri che la nostra inclinazione personale ci detta, dobbiamo sapere in che tipo di mondo viviamo. Due cose, infatti, plasmano la vita umana: la prima si chiama destino. Destino è il nome generico che affibbiamo a qualunque cosa sulla quale noi abbiamo poca – o nessuna – influenza. Il destino è tutto quello di inaspettato che ci succede. L’altro fattore che plasma continuamente la nostra vita è il nostro carattere, un elemento che siamo obbligati a coltivare, curare, sviluppare e, se possibile, migliorare. La relazione tra il destino e il carattere è che se il primo stabilisce la gamma di opzioni realisticamente possibili tra le quali possiamo scegliere, è il secondo a operare una scelta.»
(La vita tra reale e virtuale – Zygmunt Bauman – Ed. Egea)

“… obbligati a coltivare, curare, sviluppare e, se possibile, migliorare … “, pare evidente che buona parte delle responsabilità di tante morti ricadono sullo Stato (su tanti Stati), per le sue inadempienze nel campo dell’educazione, della giustizia e della prevenzionee, per le sue fraintese libertà ed amnesie.

Testi da Duetche Welle e Le Terre sottovento; grafici da GunPolicy. org

Tiziano Matteucci
Latest posts by Tiziano Matteucci (see all)

About Tiziano Matteucci

"Siede la terra dove nata fui / su la marina dove ’l Po discende / per aver pace co’ seguaci sui." (Dante Alighieri - Inferno, V). Per il resto non c'e' molto da dire. Pensionato italiano che ora risiede in una cittadina del nord ovest della Thailandia per un assieme di causalità e convenienze ... c'è solo una cosa certa: "faccio cerchi sull'acqua ... per far divertire i sassi" (Premdas)
This entry was posted in Asia, Libri, Thailandia, Thailandia Politica and tagged , , , , , , . Bookmark the permalink.

Cosa ne pensi di questo post? Lascia un commento