I traffici illegali nel Sudest Asiatico

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I traffici illegali nel sudest asiatico. Elaborazione Internazionale

Crescono i traffici illegali nel sudest asiatico
di Laignee Barron (The Myanmar Times)

La maggiore integrazione economica tra i paesi della regione ha reso i confini più porosi e i controlli meno severi.

E il crimine organizzato ne approfitta. Si calcola che nel sudest asiatico il traffico illegale di esseri umani, sostanze stupefacenti, merci contraffatte e animali selvatici abbia ormai superato i cento miliardi di dollari all’anno, una cifra superiore al prodotto interno lordo complessivo di Birmania, Laos e Cambogia.

Mentre i confini diventano sempre più porosi, il mercato nero si espande, il narcotraffico nel triangolo d’oro (Birmania, Laos e Thailandia) prospera e le reti criminali approfittano degli scarsi controlli di sicurezza.

Il rapporto dell’ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine (Unodc) fa appello ai membri dell’Associazione dei paesi del sudest asiatico (Asean) perché migliorino il coordinamento delle misure di sicurezza.

Il rapporto segue il lancio, a dicembre, della Comunità economica dell’Asean, il blocco economico regionale che punta a semplificare gli scambi commerciali e la mobilità dei lavoratori qualificati e degli investimenti.

Il programma istituzionale dell’Asean per contrastare la criminalità transnazionale non procede di pari passo con il programma d’integrazione del commercio e dei lussi migratori”, si legge nel documento.

Le nuove politiche di cooperazione economica dell’Asean trascurano ripercussioni criminali dell’integrazione regionale e, stando all’Unodc, “puntano soprattutto all’integrazione e non sembrano promuovere sforzi significativi per l’integrazione delle funzioni di sicurezza”. Così i trafficanti si fanno avanti e prosperano, prendendo di mira spesso la Birmania.

Le reti criminali, si legge nel rapporto, “approfittano dei confini poco controllati e degli scambi commerciali in crescita, in particolare con la Birmania, per organizzare indisturbati spedizioni marittime di notevole entità”.

L’analisi dei flussi del commercio marittimo mostra che nei porti del sudest asiatico transitano merci per un valore di cinquemila miliardi di dollari, mentre in un anno viene controllato meno del 2 per cento dei 500 milioni di container che viaggiano via mare.

In Birmania, questa mancanza di controllo alimenta il traffico di esseri umani e di sostanze stupefacenti. L’eroina che si trova nei paesi della regione proviene quasi interamente dalla Birmania, che è il secondo produttore mondiale. Stando ai dati dell’Unodc, nel 2014 la Birmania e il Laos hanno prodotto complessivamente 762 tonnellate di oppio.

La Birmania produce anche grandi quantità di metanfetamine, grazie all’afflusso di precursori di droga (le sostanze che servono a produrre le metanfetamine) dall’India e dalla Cina. “Senza una maggiore cooperazione sulla sicurezza, è certo che le reti criminali attive intorno al confine tra l’India e la Birmania ne beneficeranno in termini di introiti e potere”, si legge nel rapporto.

Per Jeremy Douglas, portavoce dell’Unodc per il sudest asiatico e il Pacifico, “le istituzioni e i sistemi preposti alla sicurezza della regione sono lo specchio di un’epoca passata, in cui la criminalità agiva a livello locale e i governi non collaboravano tra loro”.

Il nodo della povertà.

Il rapporto dell’Unodc invita i paesi dell’Asean a migliorare i metodi di condivisione delle informazioni e di raccolta dei dati, ma non affronta la questione della povertà, problema che, come indicato dall’agenzia stessa, è alla base del traffico di esseri umani e di sostanze stupefacenti. Durante il Forum dei coltivatori di oppio del 2015, i rappresentanti delle comunità agricole birmane hanno dichiarato che coltivare l’oppio è l’unico modo per riuscire a mantenere le loro famiglie.

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Il 25 febbraio 2016 nello stato del Kachin, nel nord della Birmania, alcuni attivisti del gruppo cristiano battista Pat Jasan, che si battono contro la coltivazione di oppio, si sono scontrati con i contadini che volevano proteggere i loro campi. Il governo birmano si è impegnato a contrastare le coltivazioni di oppio e il traffico di stupefacenti, che però sono la fonte di sostentamento di contadini, milizie ribelli ed esercito. “distruggete i nostri campi di papaveri ma dateci delle coltivazioni alternative”, dice un contadino locale a Irrawaddy.

Fonte immagine: Internazionale n.1143

Tiziano Matteucci
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"Siede la terra dove nata fui / su la marina dove ’l Po discende / per aver pace co’ seguaci sui." (Dante Alighieri - Inferno, V). Per il resto non c'e' molto da dire. Pensionato italiano che ora risiede in una cittadina del nord ovest della Thailandia per un assieme di causalità e convenienze ... c'è solo una cosa certa: "faccio cerchi sull'acqua ... per far divertire i sassi" (Premdas)
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