Giulio Regeni, la madre: «Su Giulio torture nazi-fasciste». Manconi: richiamiamo l’ambasciatore

Manifestazione davanti all'ambasciata egiziana di Roma per chiedere la verita' sul caso di Giulio Regeni

Manifestazione davanti all’ambasciata egiziana di Roma per chiedere la verita’ sul caso di Giulio Regeni.

Al Senato la conferenza stampa dei genitori del ricercatore ucciso al Cairo. La mamma Paola: «Un caso di torture come il suo non si vedeva in Italia dal nazi-fascismo, ma Giulio non era in guerra»

(Asiablog.it) — Ieri in Senato si è svolta una conferenza stampa sul caso di Giulio Regeni, il ricercatore 28enne rapito, torturato e ucciso in Egitto nel gennaio scorso. Partecipavano i genitori della vittima, Paola e Claudio; la loro legale, Alessandra Ballerini; il senatore Luigi Manconi; e il portavoce di Amnesty International Italia, Riccardo Noury.

I GENITORI DI GIULIO — Queste le parole del padre, Claudio Regeni

«Non abbiamo mai avuto la sensazione che il governo egiziano abbia avuto l’intenzione di collaborare seriamente.»

Queste invece le parole della madre, Paola Regeni:

«Forse è dal nazi-fascismo che noi in Italia non ci troviamo a che fare con un caso di tortura come quella di Giulio. Solo che loro ahimè erano in guerra, ma Giulio era lì per fare il ricercatore. Era un ragazzo contemporaneo che e’ andato a fare ricerca, solo che e’ morto torturato.

Forse rispetto alla nostra storia Giulio è un caso isolato, ma rispetto ai casi di altri egiziani e non solo non e’ un caso isolato».

DIRITTI UMANI CALPESTATI − Ha ragione da vendere, la signora Regeni, in quanto la vicenda di questo ragazzo italiano va inserita nel quadro di un Paese dove le violazioni dei diritti umani sono all’ordine del giorno. Durante la conferenza di ieri Riccardo Noury, portavoce di Amensty, ha riportato i dati dell’Ong Nadeem Center del Cairo. Solo nel 2015, sostiene la Ong, ci sono stati 464 casi documentati di sparizione forzata in carceri segrete e basi militari, 1.676 casi di tortura, 500 dei quali terminati con la morte dei torturati. Nei primi due mesi del 2016, i casi di tortura sono già 88, otto dei quali con esiti mortali. Nei giorni in cui Giulio spariva al Cairo, sparivano altri due attivisti egiziani, anche loro ritrovati morti ammazzati.

LA RISPOSTA ITALIANA − Il senatore Manconi ha ventilato l’ipotesi del richiamo per consultazione dell’ambasciatore italiano in Egitto, una mossa che mira a far comprendere alle autorità egiziane la serietà con la quale l’Italia guarda al caso. Manconi propone anche di considerare la revisione delle relazioni diplomatico-consolari tra i due Paesi in quanto, spiega il senatore, «la questione della tutela dei diritti fondamentali della persona non è un’appendice insignificante ma rappresenta l’elemento fondativo» dei rapporti bilaterali tra Paesi.

Chissà se dopo il martirio di questo giovane italiano, seguito da due mesi di vergognosi tentativi di depistaggio, il premier Matteo Matteo Renzi rivedrà i termini della sua “amicizia” con il dittatore golpista egiziano al-Sisi.

Alessio Fratticcioli

About Alessio Fratticcioli

Alessio è il fondatore e amministratore di Asiablog.it (anche su Facebook e Twitter). Per saperne di più su questo buffo personaggio, la sua lunga e noiosa biografia si trova qui.
This entry was posted in Asia, Diritti Umani and tagged , , , , , , , , , , , , , , , . Bookmark the permalink.

9 Responses to Giulio Regeni, la madre: «Su Giulio torture nazi-fasciste». Manconi: richiamiamo l’ambasciatore

  1. Tiziano says:

    Nei prosssimi giorni Renzi e Prayuth saranno assieme negli Usa.

    Ci manca solo che si incontrino e che Matteo nostro dica a Prayuth:
    “In questo momento la Thailandia sarà salvata solo con la leadership di Prayuth”
    (le parole riservate, a suo tempo, ad Al Sisi)

    • La speranza e’ che il nostro premier sia un pizzico meno stolto del turista occidentale medio che va in Paesi come Egitto, Corea del Nord o Thailandia, si fa il selfie insieme al soldato piu’ o meno sorridente che presidia le strade, e poi utilizza i social media per propagandare le “magnifiche sorti e progressive” delle dittature militari.

  2. Secondo me se il povero Giulio Regeni si fosse letto bene il Corano ci avrebbe pensato 2 volte prima di andar a fare quel tipo di attività inun paese islamico.
    Nel Corano il perdono spetta solo ad Allah (detto appunto misricordioso) e comunque non in questo mondo.
    Democrazia ed Islam sono destinate a non incontrarsi mai e le cosidette primavere arabe si sono rivelate un emerito disastro.
    Quello che è capitato a Giulio in Egitto poteva benissimo capitare in Arabia Saudita, Iran o Siria dove contro i rivoltosi si usa pure il fosforo bianco.
    Fare il “democratico” in quei paesi e come farlo nella Spagna di Torquemada o nel più tetro medioevo dove il potere terreno era considerata un’emanazione del Potere Celeste, quindi chi si metteva contro di esso era considerato nol solo un rivoltoso ma un apostata ed un blasfemo: ecco l’Islam ragiona così.
    Trovatemi un paese islamico con una rivoluzione laica come quella francese e vi pago una cena!!!

    • Tiziano says:

      Mah, Angelo, io vivo in un paese, la Thailandia, dove sparizioni forzate, omicidi di stampo politico irrisolti, stragi di manifestanti e quant’altro sono fatti all’ordine del giorno.
      Per tua conoscenza aggiungo solo che la Thailandia è al 95% abitata da buddhisti.

      Poi, se vogliamo entrare nel campo dell’illuminismo, dei diritti umani e della democrazia, di certo il discorso si complica ma non certo per le sole colpe degli orientali.

      Un saluto

      • Ed allora cosa vuoi fare: le manifestazioni davanti all’ambasciata egiziana non servolo a nulla, se le vai a fare in Egitto richi di fare una brutta fine.
        Vuoi portare in quei paesi la democrazia con la forza come faceva la famiglia Bush?
        Allora si poteva anche fare visto che a Mosca c’era quell’ubriacone di Boris Eltsin.
        Invece, quando Obama aveva minacciato una “no fly zone” sulla Siria, dove si usano pure armi chimiche, Putin ha inviato navi e sommergibili muniti di armi atomiche e si è dichiarato pronto ad usarle ed Obama ha dovuto mettere il suo codino tra le gambe e rinunciare alla “no fly zone” mentre le armi chimiche ed il fosforo bianco continuano ad esser usate come attestano le ONG.
        Non so, hai qualche altra idea???

        • “le manifestazioni davanti all’ambasciata egiziana non servolo a nulla”
          Dici che la pressione internazionale non serve a nulla?

          “Vuoi portare in quei paesi la democrazia con la forza come faceva la famiglia Bush?”
          Non so se portare la democrazia “con la forza” sia eticamente giusto o sbagliato. Credo dipenda dalla situazione e da cosa si intende con “forza”.
          Per quanto riguarda i risultati, la storia insegna che
          a volte funziona e a volte no. Dipende dal caso specifico.

          “Allora si poteva anche fare visto che a Mosca c’era quell’ubriacone di Boris Eltsin.”
          Magari invadere la seconda potenza mondiale era un tantino piu’ complicato?

    • Intervento eccezionale, Angelo. Mi permetto di salvarlo per futura referenza. Grazie.

      • Se l’Europa decidesse di boicottare l’Egitto Cina ed Arabia Saudita (2 paesi campioni nella violazione dei diritti umani) sono già pronti al rimpiazzo, anzi è quello che aspettano: come si dice “c’est l’argent qui fait la guére”.
        Ti faccio un esempio sciocco: Io vado da un parrucchiere cinese che con 8 euro (la metà di uno italiano) mi fa veramente una bella testina, oppure io sono assiduo cliente di un fruttarolo egiziano visto che sofro di stipsi che mi fa pagare la sua frutta, peraltro ottima, meno della metà dei fruttaroli italiani!!! che faccio devo rinunciare alla frutta o pagarla l’ira di Dio???

        • Ma certo che no, mangiala la frutta che fa bene alla salute.

          I capelli, volendo, uno può anche imparare a tagliarseli da soli. (Io lo faccio da 15 anni e sono ancora vivo). Certo è un tema controverso dal punto di vista etico: c’è chi crede che sia più etico pagare un barbiere una volta al mese. Fa girare l’economia.

          Ma certo non so quanto i miei capelli e la mia colazione di frutta mista influiscano sul Caso Regeni.