I gatti, i topi e la vita per Charles Bukowski

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Krazy Kat (and Ignatz Mouse) di George Herriman

«Gli arabi venerano il gatto, disprezzano donne e cani perché dimostrano affetto e l’affetto è, alcuni pensano, segno di debolezza. Be’, forse lo è.

Io non lo dimostro tanto. Le mie mogli e le mie ragazze si lamentano perché mantengo la mia anima separata – e do il mio corpo, forse, in modo puritano; ma torniamo ai maledettissimi gatti.

Un gatto è semplicemente SE STESSO. Ecco perché, quando cattura il povero uccello, non lo molla più.

Questo rappresenta le possenti forze della VITA che non si arrendono mai. Il gatto è la bellezza del diavolo. E in questo caso potremmo pure scrivere ‘belleza’, anche senza la doppia ‘z‘.

Puoi portare certi cani o certe donne ad arrendersi – e infatti si arrendono. Ma non un gatto, dannazione, l’illuminazione sui lati della casa può essere spenta ormai da un pezzo e lui va avanti imperterrito a bere il latte facendo le fusa.

Un gatto ti mangerà quando morirai. Non importa quanto abbiate vissuto insieme. C’era una volta un vecchio che era morto da solo come Buk, e non c’aveva una donna ma c’aveva un gatto ed era morto solo e dopo giorni e giorni e giorni il povero vecchio aveva cominciato a puzzare, non per colpa sua, ma la terra va avanti a girare e le spoglie mortali dovrebbero essere sepolte dagli spiriti terreni viventi, e per il gatto lui odorava di buono, puzzo di carne morta, e quando li hanno trovati il gatto stava artigliando qualcosa dal pavimento, incastonato nel materasso come una pietra, mangiava persino il materasso, attaccato come una cozza a una roccia, e non sono riusciti a staccarlo a bastonate a strapparlo o a bruciarlo, e l’hanno dovuto gettare e sbattere via con il dannato materasso. Suppongo che in una notte di luna piena sotto la rugiada della luna e delle foglie che addolcisce l’odore della morte, lui si sia arreso.

Non ci sono né spiriti né dèi in un gatto, non cercarli, Shed.
Un gatto è la raffigurazione del meccanismo perpetuo, come il mare. Non accarezzi il mare perché è carino ma accarezzi un gatto – perché? – SOLO PERCHE LUI TE LO PERMETTE. E un gatto non conosce mai paura – alla fine – si ricarica solo nella primavera del mare e della roccia, e anche nella lotta mortale non pensa a nulla eccetto che alla maestosità delle tenebre.

(Charles Bukowski, stralcio da una lettera inviata a Sheri Martinelli nel dicembre 1960, Sui gatti, Ed. Guanda, 2016)

Henry Charles Bukowski Jr. (1920 – 1994), che per anni era stato un misconosciuto autore di poesie – la prima poesia pubblicata su Matrix è del 1946 e solo nel 1960 la raccolta di poesie Flower, Fist and Bestial Wall viene pubblicata su diverse riviste letterarie vide crescere la sua fama, sino a divenire un autore di culto, “Scrivo racconti poi ci metto il sesso per vendere“ (citazione dall’omonimo libro di Paolo Roversi, Ed. Stampa Alternativa).

On Cats - Charles Bukowski

On Cats – Charles Bukowski

On Cats (in italiano Sui gatti, Ed. Guanda, 2016) è una raccolta di poesie, racconti brevi e aforismi che, incentrata sul gatto, spazia su tutta l’opera di Bukowski.

Il curatore, Abel Debritto, propone alcuni testi inediti che, pur non rappresentando una novità in termini assoluti, non possono certo mancare nella libreria di un bibliofilo appassionato di questo autore –  interessante ed utile l’elenco di fonti alla fine del volume -.

Una piacevole lettura ma, principalmente, per i neofiti di Bukowski – non aggiungendo nulla di nuovo al pensiero di questo scrittore -.

Non credo che i lettori che hanno familiarità con questo autore siano rimasti sorpresi dalla presenza del “gatto” nei suoi scritti e mi pare un poco forzato questo abbinamento con un animale che Bukowski ha sempre raccontato con grande rispetto, forse perché nella vita si è spesso sentito un topo.

Charles Bukowski, stralcio di una lettera del 1965 scritta a Jim Roman -inedito, Sui gatti, Ed Bompiani

Charles Bukowski, stralcio inedito di una lettera del 1965 scritta a Jim Roman, Sui gatti, Ed. Guanda

 

Tiziano Matteucci
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"Siede la terra dove nata fui / su la marina dove ’l Po discende / per aver pace co’ seguaci sui." (Dante Alighieri - Inferno, V). Per il resto non c'e' molto da dire. Pensionato italiano che ora risiede in una cittadina del nord ovest della Thailandia per un assieme di causalità e convenienze ... c'è solo una cosa certa: "faccio cerchi sull'acqua ... per far divertire i sassi" (Premdas)
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