Solare termodinamico, l’Italia ci prova: firmata l’intesa per la centrale di Priolo
Investimento di 40 milioni per un progetto pilota in funzione dal 2009
Produrrà circa 5 megawatt integrandosi con l’attuale struttura a ciclo combinato a gas
ROMA – Nessuno è profeta in patria, ma a volte viene concessa una seconda possibilità. Così se il premio Nobel per la fisica Carlo Rubbia nel 2005 ha dovuto polemicamente lasciare la guida dell’Enea ed emigrare in Spagna per trovare chi credesse nelle sue idee sul solare termodinamico, ora qualcuno in Italia sembra essersi pentito ed è pronto a scommettere sulle intuizioni del grande scienziato.
Dopo la falsa partenza di un paio di anni fa, conclusa con la “fuga” di Rubbia sull’altra riva del Mediterraneo, questa mattina Enel ed Enea hanno firmato solennemente alla presenza del ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio il protocollo di intesa per la realizzazione di “Archimede”, il primo impianto solare termodinamico italiano e il primo al mondo ed essere integrato con una centrale a ciclo combinato a gas.
L’investimento complessivo per rendere operativo il progetto, che sorgerà a Priolo Gargallo (Siracusa) all’interno dell’impianto Enel già esistente, è di oltre 40 milioni di euro. Una volta completato l’iter autorizzativo, entro il 2009 è prevista l’entrata in esercizio del progetto pilota da 5 megawatt, una quantità di energia in grado di soddisfare il fabbisogno annuale di 4.500 famiglie con un risparmio di circa 2.400 tonnellate equivalenti di petrolio l’anno, con un taglio di emissioni di anidride carbonica per circa 7.300 tonnellate.
L’Italia, ha commentato soddisfatto il ministro Pecoraro, “ha scelto la svolta sul solare”, con un progetto “importante per far ripartire la nostra tecnologia”. “L’Enel – ha proseguito – ha fatto una cosa buona. Gli utili vanno investiti nell’innovazione: quindi sempre più sole e meno cose scure come il carbone”. “Con la realizzazione di “Archimede” – ha aggiunto il presidente dell’Enea Luigi Paganetto – si passa dalla fase di laboratorio alla fase industriale. La scelta di realizzare subito un modulo da 5 MW risponde all’esigenza di avere immediatamente un impianto in funzione”.
“Archimede” come detto utilizzerà la tecnologia termodinamica, più efficiente rispetto a quella più diffusa e conosciuta del fotovoltaico, in quanto è in grado di produrre energia elettrica anche di notte o quando il cielo è coperto. Il sole viene sfruttato infatti in maniera indiretta. Dei vasti campi di specchi concavi (a Priolo sarà utilizzata una superficie di circa 300 x 280 metri) concentrano i raggi solari utilizzandoli per scaldare fino alla temperatura di 550 gradi un fluido a base di sali messo a punto attraverso gli esperimenti coordinati da Rubbia.
Il calore ottenuto servirà a generare vapore ad alta pressione che, convogliato nelle turbine dell’adiacente impianto a ciclo combinato della centrale Enel, incrementerà la produzione di energia elettrica dell’impianto, riducendo la necessità di bruciare combustibili fossili. Il materiale che verrà usato a Priolo, oltre a mantenere il calore a lungo permettendo alla centrale di funzionare anche di notte o con il cielo coperto, così come gli olii utilizzati nelle centrali solari termodinamiche già in funzione, ha anche le importanti e innovative qualità di essere totalmente innocuo per l’ambiente in caso di fuoriuscite accidentali e di non essere infiammabile.
“Questo – ha commentato Rubbia – è ancora un impianto dimostrativo. Gli anni che si sono persi sono pesanti nel senso che il resto del mondo è andato avanti. E’ ovvio che noi qui stiamo parlando di maratona, non so cosa succederà fra 5, 10, 15 anni anche se sono convinto che questo tipo di tecnologia diventerà dominante nel campo delle rinnovabili”.
Per quanto soddifatto dell’importante passo avanti compiuto, il premio Nobel non ha nascosto però la sua perplessità sulla tabella di marcia fissata da Enel ed Enea. “Ho l’impressione – ha detto Rubbia – che i tempi tecnici presentati oggi siano troppo lunghi. Abbiamo l’esempio americano che ci dice che in 12 mesi si può fare una centrale da 64 MW che costa quattro volte la centrale in Italia di 5 MW”.
(26 marzo 2007)