Il massacro di Bucha? Fake, dice Mosca. Ma le foto satellitari sono una prova inconfutabile

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Le immagini satellitari smentiscono la propaganda russa: i cadaveri abbandonati nelle strade di Bucha erano in strada da settimane. Via New York Times

Per il Cremlino il massacro di Bucha è solo una messinscena ucraina dopo la ritirata dei civilissimi soldati russi, ma le foto satellitari dimostrano che i corpi erano lì da tempo: da quando Bucha era nelle mani degli invasori

(Asiablog.it) — Le truppe russe hanno attaccato Bucha, cittadina alle porte della capitale ucraina Kyiv, il 27 febbraio. Gli ucraini si sono ritirati il 9 marzo e i russi l’hanno occupata per tre settimane, per poi completare il loro ritiro tra giovedì 31 marzo e venerdì primo aprile. (Ancora la mattina del 1° aprile, il canale televisivo del ministero della Difesa russo TV Zvezda annunciava che i soldati russi avevano respinto con successo la controffensiva ucraina a Bucha, ma questa potrebbe essere propaganda). Venerdì 1° aprile i giornalisti hanno iniziato a pubblicare le immagini di fosse comuni e cadaveri di civili abbandonati per le strade e negli scantinati delle case di Bucha: alcuni hanno le mani legate dietro la schiena e ferite da arma da fuoco alla testa, come se fossero stati giustiziati.

In un post pubblicato domenica su Telegram, il Ministero della Difesa russo ha negato ogni responsabilità riguardo al massacro di civili a Bucha, affermando senza fornire alcuna prova che i corpi fossero stati messi in strada dopo che «tutte le unità russe si erano completamente ritirate da Bucha». Ha anzi precisato che i soldati russi non hanno torto un capello a nessuno: «Nemmeno uno dei residenti (di Bucha) ha sofferto alcuna azione violenta», ha scritto il Ministero. Il Cremlino ha dunque accusato le forze ucraine di aver confezionato una bufala. Ed è arrivato a chiedere una riunione di emergenza del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite su quelle che ha definito «provocazioni dei radicali ucraini».

Purtroppo per i russi, nel 2022 esistono i satelliti

Ma al contrario di quanto affermato da Mosca, i corpi erano lì da settimane. Purtroppo per il regime russo, siamo nel 2022 ed esistono i satelliti. L’analisi delle immagini satellitari, fatta ad esempio dal New York Times, confuta senza possibilità di smentita le affermazioni del Cremlino secondo cui l’uccisione di civili nella cittadina vicino alla capitale ucraina Kyiv sarebbe avvenuta dopo il ritiro dei soldati russi.

In realtà molti dei cadaveri non solo erano già lì da prima del ritiro russo, ma sono rimasti per strada per più di tre settimane (come d’altronde si poteva intuire anche osservando lo stato di decomposizione dei corpi). Dunque quei cadaveri giacevano per strada quando le truppe russe avevano il totale controllo della città. Visionando, ad esempio, il filmato girato da un membro del consiglio locale il 1° aprile, si vedono vari corpi sparsi lungo via Yablunska (GoogleMaps) a Bucha. Le immagini satellitari fornite al quotidiano statunitense da Maxar Technologies mostrano che almeno 11 di quei cadaveri giacevano lungo la strada già tra il 9 e l’11 marzo, cioè circa 20 giorni prima del ritiro delle truppe di Putin, e non “dopo”, come dichiarato falsamente dal Ministero della Difesa russo.

Il team di Visual Investigations del Times ha appurato che la data della comparsa di molti di quei cadaveri in quella strada è compresa tra il 9 marzo e l’11 marzo attraverso un’analisi “prima e dopo” delle immagini satellitari. In via Yablunska gli “oggetti” scuri di dimensioni simili a un corpo umano non c’erano il 9 marzo, ma compaiono l’11 marzo. E appaiono esattamente nelle posizioni in cui i corpi sono stati poi trovati, fotografati e filmati dopo la liberazione di Bucha, come mostra il primo filmato del 1° aprile e via via tutti gli altri video e le altre fotografie. Questo smentisce inconfutabilmente le dichiarazioni del Cremlino.

Un altro video, girato il 2 aprile in un altro tratto della stessa via, mostra un corpo vicino ad un’automobile chiara, ed in lontananza un’altra auto, di colore scuro. Quel corpo e quelle due auto si trovavano esattamente nella stessa posizione dal 21 marzo, una decina di giorni prima del ritiro russo, come dimostrano le immagini satellitari (sotto). Dunque se uno staging c’è stato, semmai e per assurdo l’hanno fatto i soldati russi tra il 9 e il 21 marzo per auto-accusarsi di qualcosa.

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A sinistra, un cadavere vicino ad auto abbandonate in via Yablunska a Bucha, in Ucraina, in un’immagine del 2 aprile. A destra, le immagini satellitari dimostrano che il corpo era in strada dal 21 marzo, esattamente nella stessa posizione. Via New York Times / Maxar Technologies

Ma non c’è stato nessuno staging. Le cause della morte di quelle persone non sono sempre chiarissime, ma spesso sono facilmente intuibili. E si capisce che sono stati uccisi nel luogo in cui sono stati ritrovati. Alcuni dei corpi erano accanto a quello che sembra essere un cratere da impatto ed hanno ferite compatibili con una morte causata da un’esplosione. Tanti hanno ferite da arma da fuoco: se ne deduce che sono stati verosimilmente colpiti e uccisi da proiettili, mentre camminavano per strada, disarmati. Un uomo è caduto accanto alla sua bicicletta, con nelle mani una busta con dentro del cibo: è verosimile che sia andato da qualche parte a prendere o portare a qualcuno qualcosa da mangiare. Altri sono caduti fuori dalle loro automobili, crivellate dai colpi, con gli sportelli aperti. Probabilmente quelle persone stavano guidando quando sono state prese di mira da un soldato o un cecchino. Hanno provato ad uscire, disarmate, ma sono state attinte da colpi di arma da fuoco. Qualcuno è morto schiacciato dentro la propria automobile: un carrarmato gli è passato sopra.

Poi ci sono tutti quei cadaveri ritrovati nelle fosse comuni, negli scantinati degli edifici o altrove. Ad esempio l’Associated Press ha pubblicato le immagini di almeno sei morti buttati in terra sul retro di un edificio per uffici, alcuni con le mani legate dietro la schiena. Alcuni sembrano avere un singolo foro di proiettile in testa. L’edificio si trova un chilometro e mezzo a ovest delle altre vittime trovate lungo la via Yablunska.

Comprendere (ma non giustificare)

Che i russi provino vergogna per i crimini ripugnanti che hanno commesso è naturale. Che abbiano paura di finire davanti al Tribunale penale internazionale come accadde a criminali di guerra come Slobodan Milošević Radovan Karadžić è comprensibile. Che tentino di negare l’evidenza è pratica standard, se si pensa che ammisero la responsabilità del Massacro di Katyn solo dopo 50 anni (negarono dal 1940 al 1990), e non l’avrebbero fatto mai se non fosse salito al potere uno come Michail Gorbačëv. Quel che si potrebbe evitare, soprattutto per chi si trova fuori dalla Russia, dalla Bielorussia e dalla Corea del Nord, è l’abboccare come un baccalà a qualunque insensatezza vomitata quitidianamente dal Cremlino. Un regime che, ricordiamolo, manda in giro per il mondo un Ministro degli Esteri, Sergey Lavrov, capace persino di negare l’invasione dell’Ucraina, alla faccia dei migliaia di morti ucraini e russi, delle città in macerie e degli oltre 10 milioni di ucraini ridotti a profughi e sfollati.

Parliamo di cose immonde. Ma non dobbiamo stupirci di nulla. Nemmeno di chi crede che in Ucraina non c’è nessuna guerra, che i profughi in realtà sono villeggianti in vacanza grazie ai soldi di qualche miliardario ebreo alla Soros, e che a Bucha gli ucraini si sono ammazzati da soli. D’altronde nel mondo c’è sempre stato e sempre ci sarà chi crede a qualunque assurdità, anche la più illogica, solo per sentito dire, o sulla base di prove ridicole, o anche senza alcuno straccio di prova. Ancora oggi c’è chi non crede all’Olocausto, chi crede che gli ungheresi che nel 1956 non volevano i sovietici erano “fascisti”, chi non crede che l’uomo è andato sulla Luna, e chi non crede che c’è stata (e c’è) una pandemia di coronavirus che ha fatto fuori oltre sei milioni di persone. Nihil sub sole novum.

Bucha.

Bucha.

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Alessio Fratticcioli

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Alessio è il fondatore e amministratore di Asiablog.it (anche su Facebook e Twitter). Per saperne di più su questo buffo personaggio, la sua lunga e noiosa biografia si trova qui.
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