di Riccardo Bagnato
Aumentano del 9,4% le autorizzazioni e dell’8% il valore delle esportazioni di armi italiane nel mondo. Lo rileva il Rapporto annuale. Fra i destinatari: Pakistan, Turchia, Malaysia e Iraq
Nuovo record per l’esportazione di armamenti italiani che nel 2007 sfiorano i 2,4 miliardi di euro con un incremento del 9,4% rispetto al 2006. Sono queste le prime anticipazioni del Rapporto annuale previsto dalla legge 185 del ’90, e rese note dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri in occasione dell’incontro fra alcuni rappresentanti della Rete Disarmo e la Segreteria tecnica del sottosegretario Enrico Letta, a cui hanno partecipato anche il consigliere militare del presidente del Consiglio, Alberto Ficuciello, il sottosegretario all’Economia e Finanze, Alfiero Grandi, e rappresentanti del ministero dell’Interno e del ministero della Difesa. Una crescita contenuta rispetto all’anno passato, quando le autorizzazioni alle esportazioni erano invece aumentate di oltre il 60% sul 2005, ma pur sempre “un trend di crescita dell’export alquanto preoccupante” ha commentato Francesco Vignarca, coordinatore della Rete Disarmo presente all’incontro.
Ma veniamo ai numeri. Nel corso del 2007 sono state rilasciate da parte del Ministero degli Affari Esteri ben 1391 autorizzazioni all’esportazione di materiali di armamento (erano 1183 nel 2006, e 1065 nel 2005).Mentre il valore delle esportazioni definitive, per le quali è previsto il corrispettivo regolamento finanziario, ammonta a 2 miliardi e 370 milioni di euro circa: l’8% in più rispetto al 2006 (2 miliardi e 192 milioni di euro circa), e del 74% rispetto al 2005 (1 miliardo e 360 milioni circa).Oltre alle autorizzazioni crescono, infine, anche le consegne definitive di armamenti che, come riporta l’Agenzia delle Dogane, superano gli 1,23 miliardi di euro a fronte dei 970 milioni del 2006. Forte incremento anche dei “Programmi intergovernativi” che – per l’arrivo a regime di diversi programmi, sfiorano nel 2007 i 1,85 miliardi di euro.
Le prime dieci aziende
Fra gli esportatori primeggia, come volume finanziario, l’MBDA ITALIA con oltre il 18,49% , pari a circa 442,9 milioni di euro, seguita da:
- INTERMARINE con il 10,22%, pari a circa 244,8 milioni di euro;
- FINCANTIERI con il 7.99%, pari a circa 191,6 milioni di euro
- AGUSTAWESTLAND con il 7,93%, pari a circa 190,0 milioni di euro;
- OTO MELARA con il 7,0%, pari a circa 167,65 milioni di euro;
- GALILEO AVIONICA con il 6,72%, pari a circa 160,99 milioni di euro;
- AVIO con il 5,97%, pari a circa 143,1 milioni di euro;
- IVECO con il 4,48%, pari a circa 107,3 milioni di euro.
- ALENIA AERMACCHI con il 3,98%, pari a circa 95,3 milioni di euro;
- ORIZZONTE Sist. Nav. con l’2,48%, pari a circa 59,4 milioni di euro.
La MBDA, una joint venture tra l’inglese Bae Systems (37,5%), la franco-tedesca Eads (37,5%) e l’italiana Finmeccanica (25%) non è nuova a tali record. L’azienda, leader nella produzione di sistemi missilistici, si era già fatta notare nella relazione 2005 per una vendita di ben 170 milioni di euro verso il Regno Unito conquistando allora il secondo posto. Sono invece new entry nella top ten delle aziende esportatrici di armi la Intermarine Spa, dal 2002 parte del Gruppo messinese “Rodriquez Cantieri Navali”, specializzata nella progettazione e costruzione di Unità Navali, e Orizzonte Sistemi Navali, società di ingegneria navale, costituita da Fincantieri e da Finmeccanica, attiva nella progettazione e realizzazione di unità navali militari ad elevato contenuto tecnologico.
Le prime dieci destinazioni
Per quanto riguarda, invece, i principali destinatari delle autorizzazioni alle esportazioni definitive di materiale d’armamento (non considerando le operazioni da compiere nell’ambito dei Programmi Intergovernativi per lo più destinate a Paesi Europei), dopo il Pakistan, al primo posto, merito soprattutto di un’autorizzazione per missili contraerei (di tipo Spada-Aspide prodotti dalla MBDA, controllata Finmeccanica), si scopre qualche altro nome a dir poco imbarazzante come Turchia, Malaysia e Iraq. Ma ecco la classifica completa fino al decimo posto:
- PAKISTAN con il 19,91% delle operazioni pari a circa 471,6 milioni di euro;
- FINLANDIA con il 10,59%, pari 250,96 milioni di euro;
- TURCHIA con il 7,37%, pari a circa 174,57 milioni di euro;
- REGNO UNITO con al 5,98%, pari a 141,77 milioni di euro;
- STATI UNITI con il 5,81%, pari a circa 137,72 milioni di euro;
- AUSTRIA con il 5,05%, pari a 119,72 milioni di euro;
- MALAYSIA con il 5,04%, pari a 119,28 milioni di euro;
- SPAGNA con il 5,02%, pari a circa 118,84 milioni di euro;
- IRAQ con il 3,55%, pari a circa 84,0 milioni di euro;
- FRANCIA con il 3,48%, pari a 82,39 milioni di euro.
Le prime dieci banche
Record, infine, anche per le operazioni autorizzate alle banche che salgono ad oltre 1,2 miliardi di euro. Il gruppo Unicredit con oltre 183 milioni di euro di operazioni si profila come la prima banca d’appoggio al commercio di armi del 2007 nonostante la policy di ‘uscita progressiva dal settore’ annunciata fin dal 2001 dal suo Amministratore delegato, Alessandro Profumo, in attesa, dopo l’acquisito di Capitalia l’anno scorso di definire una linea di comportamento per quanto riguarda questo tipo di operazioni.Diminuiscono, invece, le operazioni del gruppo Intesa San Paolo: un primo effetto della nuova policy entrata in vigore solo nel luglio scorso, ma che già sembra presentare risultati positivi.“Preoccupa invece soprattutto la crecita di operazioni di istituti esteri come Deutsche BankBear-Stearns-Troubles (173,9 milioni di euro), Citybank (84 milioni), ABC International Bank (58 milioni) – ha sottolineato Giorgio Beretta della Campagna ‘banche armate’ in occasione della presentazione del Rapporto – e BNP ParibasMassive-Bailout-Planned-for-Banks (48,4 milioni) a cui vanno sommati i valori dell’acquisita BNL (63,8 milioni). Se siamo riusciti a portare diverse banche italiane ad esplicitare una policy precisa e il pi& ugrave; possibile restrittiva in questa materia – ha aggiunto Beretta – dobbiamo creare la stessa azione di pressione sia in Italia sia negli altri paesi europei per quanto riguarda le banche estere”.
Ma ecco la classifica completa delle prime dieci banche per attività:
- UNICREDIT Banca d’Impresa (14,96%)
- Deutsche Bank (14,20%)
- Banca INTESA SAN PAOLO (11,81%)
- Citibank (6,86%)
- Banca Nazionale del Lavoro (5,21%)
- ABC International Bank PLC (4,74%)
- Cassa di Risparmio in Bologna (4,38%)
- BNP Paribas (3,95%)
- HSBC Bank (2,22%)
- Commerz Bank (2,20%)
Da Vita.it