Eccoci arrivati al secondo appuntamento della nostra rubrica una Settimana del Mondo, nella quale proponiamo ai lettori gli articoli più interessanti pubblicati sui siti partner negli ultimi sette giorni.
SNOWDEN. La settimana appena conclusa è stata dominata dal nome di Edward Joseph Snowden, il 30enne informatico statunitense ex dipendente della CIA che ha deciso di “informare il pubblico su ciò che viene fatto in loro nome e quello che è fatto contro di loro.” Snowden ha rivelato l’esistenza di un orwelliano programma di spionaggio – denominato PRISM – progettato per raccogliere informazioni sulle comunicazioni digitali. PRISM permetterebbe di sorvegliare online in tempo reale i cittadini e addirittura di vendere le loro – cioè le nostre – email o SMS. Svelando il programma, Snowden si è messo contro la più grande agenzia di spionaggio del mondo, l’NSA (US National Security Agency). Di lui si sono perse le tracce. È stato visto l’ultima volta ad Hong Kong; è in fuga per evitare lo stesso destino di Bradley Manning. Il tema viene trattato su East Journal da Matteo Zola – Quando gli Stati Uniti spiano l’Europa – e Valerio Pierantozzi – Ma gli Stati Uniti fanno ancora paura?
BRASILE. In Brasile il dissenso sociale è esploso da settimane in una serie di proteste. Il paese sudamericano gode di una situazione economica fiorente, ma le disuguaglianze rimangono estreme. Ne parla Martina Vacca su BloGlobal, con un articolo dal titolo Ordem, progresso e favelas, e Salvatore Ardizzone su L’Antidiplomatico: Brasile: le ragioni di un malessere.
EUROPA. L’Unione Europea ha appena dato il benvenuto al suo 28esimo paese membro: la Croazia. Il paese con capitale Zagabria ha aderito alla NATO ne 2009 ed è entrato ufficialmente nell’UE il 1º luglio 2013. Ad ogni modo, quella croata non è stata una festa particolarmente allegra.
ASIA. Su L’Antidiplomatico, Alessandro Bianchi propone un’analisi dell’India, nel quale il gigante asiatico viene dipinto come una potenza riluttante. Su Asia blog, Pietro Acquistapace smorza i cori di giubilo dei media internazionali per la riconferma del presidente della Mongolia, Tsakhiagiin Elbergdorj, e spiega che il miracolo economico mongolo potrebbe avere basi meno solide di quanto si pensi. Il nostro viaggio nelle notizie internazionali termina in Indocina, e più precisamente nel carcere di Xuan Loc, circa 40 chilometri a nord di Ho Chi Minh City (Saigon), la maggiore città della Repubblica Socialista del Vietnam, dove domenica scorsa ha avuto una rivolta di prigionieri politici per chiedere il rispetto dei più elementari diritti umani. Come abbiamo raccontato su Asia blog, la rivolta è stata domata in poche ore, ma costituisce un precedente che preoccupa non poco il regime di Hanoi.
Buona settimana e buona lettura a tutti/e voi, cari amici e care amiche.