Cambogia: elezioni dal risultato scontato. Ma non troppo

cambogia elezioni 2013 sam rainsy phnom penh

Un discorso di Sam Rainsy davanti a decina di migliaia di cittadini. Phnom Penh, Cambogia, 19 luglio 2013. (Photo RFA)

L’uomo forte Hun Sen è sicuro di vincere, ma a Phnom Penh si respira aria nuova  

BANGKOK (Asiablog.it) – «Sono tornato a casa per salvare il paese», ha dichiarato Sam Rainsy alla folla festante che lo ha accolto all’aeroporto di Phnom Penh il 19 luglio scorso. Con il ritorno in Cambogia di Sam Rainsy, il leader dell’opposizione che si era autoesiliato in Francia in seguito ad una condanna “politicamente motivata”, il voto di domenica è atteso dai cambogiani e dalla comunità internazionale con maggiore speranza ma anche con un pizzico di tensione. Il paese va “salvato,” secondo l’opposizione, soprattutto dall’autocrate Hun Sen e dalla sua struttura di potere che tiene in pugno il piccolo paese del sudest asiatico. Quelle del 28 luglio prossimo saranno le quinte elezioni dalla ‘rinascita’ del paese dopo la tragedia della guerra e la presa del potere dei Khmer Rossi negli anni Settanta.

IL PADRE PADRONE DEL PAESEHun Sen, l’uomo forte di Phnom Penh, è tra i leader politici più longevi al mondo. Classe 1952, ex Khmer Rosso, Hun Sen ha preso il potere nel 1985 e da allora non lo ha più mollato. La sua esperienza di guerrigliero con i ben poco raffinati comunisti cambogiani gli è tornata utile quando se l’è dovuta vedere con scomodi prigionieri politici che, secondo Amnesty International, egli ha fatto torturare con “cavi elettrici, ferri bollenti e soffocandoli con buste di plastica.” Hun Sen, che perse un occhio nella battaglia per la “Liberazione di Phnom Penh”, non si fece da parte nemmeno quando perse le elezioni, nel 1992. In quella occasione riusci’ a farsi ritagliare su misura la carica di Co-Primo Ministro (si badi bene, non vice, ma primo ministro alla pari) insieme al Principe Norodom Ranariddh, che invece le elezioni le aveva vinte. Per non rischiare di essere messo da parte, nel 1997 lanciò un colpo di stato contro Norodom, sostituendolo con una personalità di suo gradimento. Vinse poi le elezioni del 1998, tornando ad accumulare il potere nelle sue mani. Da allora l’ex guerrigliero ha addomesticato il potere giudiziario, la polizia, l’esercito, la nascente elite economico-finanziaria e, ovviamente, l’informazione.

LA CAMBOGIA DI HUN SEN – Hun Sen è stato accusato di corruzione, nepotismo e persino dell’omicidio di una serie di oppositori politici. Secondo i critici, il primo ministro, il suo governo e il suo partito (il Partito del Popolo Cambogiano) sarebbero anche responsabili di una serie di evizioni forzate e di aver svenduto a investitori esteri quasi il 50% del territorio nazionale. Come risultato di queste politiche, un numero imprecisato di cittadini è stato costretto ad abbandonare le loro case, spesso per finire nelle malsane periferie di Phnom Penh, una città dove l’eleganza architettonica coloniale, le distruzioni della guerra e la grigia edilizia popolare stanno lasciando spazio a luccicanti templi del consumismo e a ville contornate da muri insormontabili e guardie armate fino ai denti. Phnom Penh è sempre più una moderna megalopoli del Terzo Mondo, dove i Garuda del palazzo reale si affacciano su strade congestionate dal traffico, dove l’ineguaglianza economica e sociale è oramai profonda e stridente, e dove l’ingiustizia porta spesso la divisa della polizia o la cravatta del ricco e potente di turno.

A PHNOM PENH TORNA LA SPERANZA – Dopo 28 anni di strapotere, la Cambogia di Hun Sen è ancora uno dei paesi più poveri al mondo. Con i gangli del potere politico, economico, istituzionale e militare controllati strettamente da Hun Sen e dalla sua cricca, le elezioni di domenica 28 luglio 2013 non saranno “free and fair” e, di conseguenza, la vittoria del primo ministro appare scontata. Ad ogni modo, sorprese a parte, in questa tornata elettorale l’obiettivo principale delle opposizioni, che si presentano unite nel Partito per la Salvezza Nazionale Cambogiana (CNRP) guidato da Sam Rainsy, non si giudicherà solamente dal numero dei voti. Le opposizioni hanno il compito di sensibilizzare la popolazione, in gran parte giovanissima e ricca di speranza in un futuro diverso e migliore, per seminare l’idea che un’altra Cambogia è possibile e necessaria. Le centinaia di migliaia di persone che stanno scendendo nelle strade di Phnom Penh in questi giorni paiono confermare che creare una vera opposizione al prepotente sistema di potere di Hun Sen non solo è possibile, ma è già realtà. Il processo di democratizzazione cambogiano, che per decenni è apparso più lento e fangoso delle placide acque del Mekong, oggi cammina sulle gambe dei giovani che, messa da parte l’apatia politica, stanno inondando la capitale con i loro sorrisi e le loro speranze.

Fonte immagine: RFA

Alessio Fratticcioli

About Alessio Fratticcioli

Alessio è il fondatore e amministratore di Asiablog.it (anche su Facebook e Twitter). Per saperne di più su questo buffo personaggio, la sua lunga e noiosa biografia si trova qui.
This entry was posted in Asia, Cambogia, Diritti Umani and tagged , , , , , , , , , , . Bookmark the permalink.

Cosa ne pensi di questo post? Lascia un commento