La decadenza di Berlusconi, il problema delle carceri e il teatrino della politica italiana

berlusconi napolitano

Giorgio Napolitano e Silvio Berlusconi.

Assistiamo attoniti al teatrino ormai macabro e immorale inscenato quotidianamente dall’oligarchia e dai mezzi di comunicazione da essa controllati o ad essa asserviti.

Seguiamo con tristezza e stupore gli accesi dibattiti, le valanghe di inchiostro, gli appelli alla grazia, i proclami, ricatti, urla e strepiti per il voto di decadenza sul condannato Silvio Berlusconi — un criminale che non andrà mai in carcere, per legge. 

Nel frattempo, lontano dai palazzi del potere e dai salotti della propaganda televisiva, esistono circa 67mila esseri umani rinchiusi nelle galere italiane ci sono per davvero. Si tratta di criminali, d’accordo. Ma rimangono degli esseri umani. E si tratta, in larga maggioranza, di poveri disgraziati senza le giuste amicizie, senza troppi soldi per pagare avvocati di grido, e senza ministri che telefonano per “senso di umanità”. Si tratta di gente che in quelle carceri sovraffollate ci marcisce da anni, spesso in condizioni pietose, a volte crepandoci (135 morti non per cause naturali nei primi dieci mesi del 2013), il tutto senza meritarsi una prima pagina di giornale o un plastico di una super-star del giornalismo televisivo come Bruno Vespa.

Si tratta di realtà dicotomiche. Da una parte una massa di poveracci che vivono e a volte crepano in gabbia, dall’altra la “Casta” che blatera del nulla per cercare di difendere un suo membro e distogliere il popolo dai problemi veri. Due realtà opposte che esistono in un solo paese, generalmente definito “democratico” ed “occidentale”, che vanta anche più di 30 carceri nuovi di zecca, costate ai cittadini decine di milioni di euro, già pronte da tempo, ma che rimangono chiuse, vuote, veri monumenti allo sperpero di denaro pubblico.

Sempre nella stessa nazione democratica e ccidentale esiste un Presidente, che secondo alcuni membri della “Casta” dovrebbe essere risparmiato da qualsivoglia critica, che ha ormai da tempo abbandonato il suo ruolo costituzionale di garante della democrazia e simbolo della Repubblica per sostenere politicamente un Governo di parte ed attaccare le opposizioni, trasformandosi di fatto nel garante di una parte politica e nel simbolo di quegli inciuci, compromessi e reciproci interessi economici che la tengono insieme. Tutto questo sempre con la benedizione, e quindi la corresponsabilità, dei cinegiornali e dei più ‘autorevoli’ quotidiani italiani: La Repubblica di De Benedetti, La Stampa della Fiat, il Sole24Ore di Confindustria, e Il Corriere della Sera, che dopo i suoi gloriosi trascorsi in mano alla P2 è oggi controllato da banche, Pirelli, e ancora “mamma Fiat”.

Di fronte a questo quadro di grave crisi democratica che inquina politica e informazione, le priorità imposte dalle elite e rilanciate quotidianamente dai loro strumenti di propaganda rimangono banalmente ancorate a proposte già bocciate dalla storia. Neanche a dirlo, chi osa entrare nell’arena comunicativa per ribattere alla propaganda del potere fa la figura del bandito che con quattro frecce sogna di combattere contro i cannoni dell’esercito di Sua Maestà. E come banditi sono stati trattati gli esponenti dell’unica forza politica ad aver proposto un piano per risolvere il problema delle carceri.

E dire che sarebbe piuttosto semplice, persino per un popolo, quello italiano, obiettivamente ignorante e con gravi difficoltà nel comprendere l’informazione e persino la lingua nazionale, leggere e riuscire a capire i dati relativi al sostanziale fallimento del precedente provvedimento di indulto, opera dello stesso Presidente e della medesima “Casta” politico-economico-mediatica ancora oggi al potere.

Come illustra il grafico in basso, in occasione del precedente indulto, quello del 2006, varato da Lor Signori come “soluzione all’affollamento delle carceri”, la popolazione carceraria è tornata in esubero nel giro di soli 24 mesi. Pare ovvio dunque, a meno che non si decida di firmare indulti ed amnistie a cadenza annuale da oggi alla fine dei tempi, che questi provvedimenti non risolvono e non possono risolvere il grave problema delle carceri italiane. Ergo, chi si ostina a proporre le stesse soluzioni fallimentari che ha già proposto e imposto in passato è chiaramente una persona, o una Casta, che non ha a cuore gli interessi del Paese. 

carceri italia

Numero di detenuti in Italia.

Alessio Fratticcioli

About Alessio Fratticcioli

Alessio è il fondatore e amministratore di Asiablog.it (anche su Facebook e Twitter). Per saperne di più su questo buffo personaggio, la sua lunga e noiosa biografia si trova qui.
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