Riprendo il discorso da dove mi ero fermato nel post precedente.
« Non sono razzista ma ODIO nomadi rumeni, extracomunitari e rom (e anche i FROCI non mi stanno tanto simpatici) ». A pensarlo e’ la ‘ggente.
L’odio e’ una brutta bestia, specialmente quando si accoppia (ma forse e’ sempre cosi’) all’ignoranza (ignorare, non conoscere qualche cosa o molte cose) e quando viene strumentalizzato da parte dei detentori dei mezzi di comunicazione (o di lavaggio del cervello) di massa.
Ed ecco che ancora oggi – nel 2008! – abbiamo una nazione in cui ancora tanta gente… prova un malcelato odio verso le donne (misoginia), odio che spiega le tante vicende di violenze carnali, gli assassini, oppure i casi di semplice discriminazione.
Odio verso persone che praticano una diversa sessualita’ (omofobia), ed ecco spiegati i tanti episodi di attacchi, insulti o pestaggi verso poveri ragazzi. A volte vengono anche ammazzati, persino da un genitore che non vuole il figlio “frocio”.
Odio verso persone che hanno altre culture, o che vengono da nazioni differenti, o che hanno religioni diverse.
Odio verso chi ha idée diverse, chi non la pensa allo stesso modo, ed ecco che un ragazzo puo’ essere ammazzato come un cane solo perche’ di sinistra, come accaduto recentemente.
E poi, ancora, si verificano mille e mille episodi incivili, barbarici, ancora oggi nel 2008, in un paese, l’Italia, che bene o male e’ tra i piu’ sviluppati del mondo.
Vediamo o leggiamo ogni giorno tanti atti di violenza, discriminazioni palesi o meno, insulti, pregiudizi negativi, gente che considera alcuni comportamenti – come l’omosessualita’ – non legittimi ma malati, sbagliati, ‘contronatura’, socialmente pericolosi o comunque inferiori rispetto ad altri, e quindi da non considerare equipollenti in termini giuridici ed educativi. “Un professore frocio? Che Iddio ce ne scampi e liberi!”. Non lo pensa solo l’ex fascista Fini. Ed ecco che le scelte sessuali possono addirittura limitare l’accesso a determinate carriere. “Luxuria? Un buffone”, pensano anche autorevoli esponenti di partiti che si dicono di Sinistra. Come se un parlamentare si dovesse giudicare dagli abiti che veste, dal trucco che si mette in faccia e dalle sue abitudini sessuali, invece che dalla competenza, dalle idee, dall’intelligenza e dall’onesta’.
“Meglio fascista che frocio!”. Non lo pensa solo Alessandra, la nipote del dittatore fascista Benito Mussolini e anch’essa politica di destra. In Italia lo pensano in molti. Basta pensare che da una statistica emerge che l’Italia e’ lo Stato Occidentale dove piu’ alta e’ la percentuale di persone che non vorrebbero un vicino di casa omosessuale. Proprio come se l’omosessualita’ fosse una malattia. Ma una contagiosa.
Per non parlare dell’attuale Ministro delle Pari Opportunita’, che il 15 febbraio 2007 al seminario Donna, vita e famiglia, da lei stessa organizzato (dunque immagino che le idee fossero frutto di riflessioni, che le parole fossero state preparate, seppur minimamente, e che non si sia trattato di un momentaneo attimo di stanchezza che ha limitato l’afflusso di sangue al cervello), e’ riuscita ad esternare frasi del tipo che «non c’è nessuna ragione per la quale lo Stato debba riconoscere le coppie omosessuali, visto che costituzionalmente sono sterili» e che «per volersi bene il requisito fondamentale è poter procreare» »[*]. Ora, io non ho nessun pregiudizio contro la Carfagna, mi sta anche simpatica e mi fa pure un po’ pena, catapultata cosi’, da un giorno all’altro e senza nessuna esperienza, in un mestiere cosi’ difficile e di responsabilita’ come quello di Ministro della Repubblica Italiana. Tra l’altro non dovrebbe nemmeno essere completamente cretina, in quanto laureata in Giurisprudenza (con una votazione di 110/110 con lode) con una tesi in Diritto dell’informazione e sistema radiotelevisivo. (Forse era meglio farla sottosegretario allo Sviluppo Economico con delega alle Comunicazioni). Ma allora, come si fa a dire che per volersi bene il requisito e’ poter procreare??? Che forse non si vogliono bene madre e figlio? Devono per forza essere incestuosi per amarsi? Oppure nel caso io fossi sterile, incapace di procreare, non potrei voler bene a una donna? Non potrei sposarmi? E che dire delle coppie che volessero adottare un bambino, invece che crearlo dal loro sperma e ovulo?
Anche la ministra Carfagna e’ figlia di questa cultura, irrispettosa delle differenze, incapace di concedere diritti a chi si bolla come altro, diverso.
E’ vero, capire gli altri e’ difficile. Studiare le abitudini degli altri, cercare di capirle, cercare compromessi, provare empatia, non e’ facile.
Ci vorrebbe tutto un lavoro culturale, dalla scuola alla televisione pubblica, che tanto influenza la percezione della realta’ di un popolo che legge 2 libri all’anno e guarda 4 ore di televisione al giorno.
Ma non si vuole fare. Non interessa. E’ difficile. E’ un lavoro che da’ frutti solo a lungo termine. E in Italia conta l’oggi. Chi governa pensa alle sue tasche e ai sondaggi di opinione freschi di giornata.
Ne stiamo pagando le conseguenze.
Specialmente negli ultimi anni la societa’ si e’ andata spezzando, frantumando in mille corporazioni, dove ognuno sembra sospettoso dell’altro. Si fanno guerre “fra gli ultimi e i penultimi” mentre l’elite continua a restare comodamente seduta sugli scranni parlamentari e in quelli delle grandi aziende, a fare debiti che paghiamo noi, che intanto guardiamo Uomini e Donne.
Ci lamentiamo che le cose non vanno, ma alle ultime elezioni il 95% dei votanti a rimesso al sua crocetta negli stessi identici partiti che governano (almeno) dal 1994. Certo, intanto avevano cambiato nome, Forza Italia, MSI-Alleanza Nazionale, Popolari, CCD, PDS-DS e via dicendo erano diventati PdL, PD, Arcobaleno, UDC. Ma l’elite era sempre la stessa. Gli stessi identici Berlusconi, Bossi, Fini, Casini, D’Alema, Fassino e compagnia bella. Solo Previti (Ministro della Difesa del Berlusconi I) nel frattempo e’ stato condannato a 6 anni di galera (no, in galera I ricchi e potenti non ci vanno; Previti lo trovate nella sua villa al centro di Roma, davanti all’Ambasciata francese, dietro a Campo dei Fiori), Andreatta e’ morto e Napolitano e’ diventato Presidente della Repubblica.
Nel frattempo sono passate tante telenovele e tante edizioni del Grande Fratello e dell’Isola dei Felici. I telegiornali ti sbattono in faccia, tra il piatto di pasta e il dolce, le solite storie di omicidi e furti in villette.
Come dice Ilvo Diamanti, l’elite politico-economica preferisce inseguire e monetizzare la nostra insicurezza, piuttosto che curarla. Perche’ “l’insicurezza è una moneta pregiata, dal punto di vista del consenso. Ma anche dell’audience. Mischiata alla paura, riempie i nostri schermi, le pagine dei giornali. Le serate, ma anche le mattine e i pomeriggi tivù. Ispira serial e fiction di successo.D’altronde, la paura del futuro, degli stranieri, il richiamo all’autodifesa militante, il sostegno alle ronde: raggiungono i livelli massimi fra coloro che trascorrono, ogni giorno, oltre 4 ore davanti alla televisione.Asserragliati (quasi imprigionati) in casa e separati dal mondo: da antifurti, porte blindate, mura inaccessibili, cani mostruosi…”.
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Come al solito al termine del post vi linko qualche articolo correlate. E anche questa volta vi mando a Giornalismo Partecipativo. Quanto pensate che valga la vita di un rumeno? Niente? Poco? O un milione di euro? Leggetevi l’articolo del professor Gennaro Carotenuto per saperlo.
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