La Thailandia per turisti frettolosi (e non)

thailandia mercato galleggiante Dumnoen Saduak

Ingorgo di turisti al mercato galleggiante di Dumnoen Saduak

La premessa del post di Andrea in cui tratta di mercati galleggianti e “trappole per turisti” mi ha fatto riflettere. Non saprei a voi ma a me è capitato spesso di cadere nelle classiche trappole per turisti e, ripensandoci, le ho divise in diverse tipologie, da quelle a volte inevitabili a quelle che giustificano,  più o meno, una visita.

Per prima citerei l’ambigua tipologia dei “luoghi deformati ad uso turistico” ed abbandonati dalla realtà quotidiana di chi li abita – chi resta viene trasformato in figurante e/o rivenditore di souvenir –. Una categoria subdola, a cui appartiene anche il mercato galleggiante di Dumnoen Saduak, e che oggi si allarga a macchia d’olio con l’aumentare del flusso turistico. Luoghi che vengono spacciati per “veri e vivi” mentre, per amor di verità,  sono “falsi e morti” se si esclude la scenografia (per altro anch’essa in parte deformata). Non intendo elencare i luoghi che includo in questa categoria, sarebbe un elenco dettato da sensazioni troppo personali ed io, alla fin fine, ho sempre fatto il turista solo per necessità  e mai per passione.

C’è poi la tipologia più numerosa ed infima, in cui sono caduto,  quella dei “negozi dove vendono prodotti tipici o comunque particolari”. Che si tratti di lane scozzesi (Edimburgo), cristalli di Boemia (Praga) o gioielli (Bangkok) – ma potrei elencarne tanti altri -,  quei luoghi in cui il bus di un viaggio organizzato si ferma anche se tu non vuoi (a me capitò anche in un viaggio “fai da te”, cavalcando un asinello nella Valle dei Re, avevi voglia a tirare le redini e spronare, sosta obbligata alla rivendita di oggetti in alabastro).

La tipologia affine alla precedente, che sempre qualcosa ti vogliono vendere, ma con un valore turistico di certo superiore alle precedenti, è quella dei “luoghi che ricostruiscono il passato”. Le vecchie strade medievali popolate da ricamatrici di merletti se non le fabbriche con vecchi telai a mano per lana, seta o cotone (ma potrei dire anche distillerie di whisky o cantine di sherry). In questi luoghi il turista può vedere l’utilizzo di attrezzi antichi che danno la misura di quanta fosse la  pazienza e la fatica del lavoro di secoli addietro e poi, diciamocelo, qui sappiamo di vivere in una “finzione”,  sappiamo bene che  dietro queste “recite” sono celati moderni telai industriali, botti in alluminio e quant’altro.

Ci sarebbe, per me, anche la tipologia dei “nuovi luoghi che mettono in mostra il passato“. Quelle attrazioni costruite per il turismo ma che si rifanno o vorrebbero rifarsi al museo, inteso come una raccolta di manufatti più o meno antichi od al giardino zoologico se non al folklore. Luoghi che raccolgono e mettono in mostra un “qualcosa”  che a volte ha solo un valore ludico e non storico o culturale, ma che, quantomeno, denunciano in partenza il loro modo d’essere. In questi luoghi lo scopo di “vendere una qualche mercanzia” non è predominante sul “mostrare qualcosa”, non sei ingannato con un finto mondo, nessuno entra, se vuole, nel museo delle cere di Madame Tussauds credendo di vedere personaggi vivi.

Ingresso di Muang Boran o Ancient Siam

Muang Boran (เมืองโบราณ) o Ancient Siam è un luogo nuovo che ricostruisce il passato: una Thailandia in miniatura ma anche in scala 1:1.

E’ un grande museo all’aperto, dove si trovano accuratissime ricostruzioni dei più famosi monumenti del regno ma anche edifici originali, smontati dal luogo di origine e rimontati.

Copia del santuario di Phanom Rung a Buri Ram

Dopo essere entrati in un luogo come questo non avete altri impegni e gli obblighi si riducono al civile rispetto di un luogo pubblico e, dopo aver pagato il biglietto, siete liberi in pochi minuti di andare a Phanom Rung, se non a Phimai o  Preah Vihear … 

Copia del santuario di Phimai a Nakhon Ratchasima

Qui, il turista frettoloso di correre al mare, in un giorno percorre tutta la Thailandia.

Dimenticavo:
il biglietto d’ingresso comprende l’uso di una bicicletta (per i pigri auto elettriche a pagamento).

Copia di Preah Vihear (o come lo chiamano i thailandesi Prasat Phra Wihan)

Copie del Sanphet Prasat di Ayutthaya e del Grand Palace di Bangkok

Artigiano al lavoro su parte del tetto della copia del Tiger King’s Palace a Phetchaburi

 

 

 

 

 

 

Originale, smontato e ricostruito, di Mercato galleggiante

 

Originale, smontato e ricostruito, di Mercato galleggiante -al centro l’originale del Wihan del Wat Phrao di Tak

 

 

 

 

 

 

Originale, smontato e ricostruito, di una vecchia strada mercato

 

 

 

Gli 80 ettari di superficie sono costellati da oltre 110 accuratissime ricostruzioni dei più famosi monumenti del regno eretti per conservarne l’importanza storica (Duplicated from the original/Created from the historical evidence) e monumenti originali, smontati dal luogo di origine (Removed from the real site for reconstruction) oltre a nuove creazioni artistiche con canoni classici (Creative design).

Originale della biblioteca (deposito delle scritture) e sullo sfondo la copia del Tiger King’s Palace a Phetchaburi

Per me, se cadete in questa trappola, nulla di male.

(tutte le foto tiziano matteucci)

 

 

Tiziano Matteucci
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About Tiziano Matteucci

"Siede la terra dove nata fui / su la marina dove ’l Po discende / per aver pace co’ seguaci sui." (Dante Alighieri - Inferno, V). Per il resto non c'e' molto da dire. Pensionato italiano che ora risiede in una cittadina del nord ovest della Thailandia per un assieme di causalità e convenienze ... c'è solo una cosa certa: "faccio cerchi sull'acqua ... per far divertire i sassi" (Premdas)
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2 Responses to La Thailandia per turisti frettolosi (e non)

  1. Tripeconomy says:

    Mi è davvero piaciuto leggere il tuo articolo! Tanti punti importanti e informazioni utili.

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