Il Comma 22 è un paradosso contenuto nel libro Catch 22 (letteralmente “Tranello 22” ma tradotto come “Comma 22“) di Joseph Heller. Il paradosso riguarda un’apparente possibilità di scelta in una regola o in una procedura, dove in realtà, per motivi logici nascosti o poco evidenti, non è possibile alcuna scelta ma vi è solo un’unica possibilità. In realtà la norma, sotto riportata, non è mai esistita e, se lo fosse, sarebbe stata all’evidenza autocontraddittoria.
Articolo 12, Comma 1 – «L’unico motivo valido per chiedere il congedo dal fronte è la pazzia.»
Articolo 12, Comma 22 – «Chiunque chieda il congedo dal fronte non è pazzo.»
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L’articolo che segue è stato scritto da Jasmine Chia, Harvard College Class of 2018, e Thaya Uthayophas, JD Candidate alla Harvard Law School – pubblicato da Asian Correspondent il 4 aprile 2016
Che cosa significa: essere democratici?
La scorsa settimana il Comitato di redazione costituzionale (CDC) ha reso pubblica la bozza della nuova costituzione della Thailandia che consolida il controllo della giunta militare. I critici della giunta hanno invocato più democrazia – qualcosa che ora, in Thailandia, definisce l’assenza di un governo militare.
Ma questo pone un falso problema. C’è molto di più in gioco quando si sventola il termine “democrazia” – dovrebbe essere un ideale che non si limita a liberarci dagli oppressori ma ci concede il potere di liberi cittadini.
Ma questa visione, negli ultimi dieci anni, sta svanendo dalla mente dei thailandesi ed è giunto il momento di ravvivare, prima che ci si dimentichi, quali sono i nostri pieni diritti.
La sottigliezza del governo autoritario dell’NCPO risiede nel Comma 22 presentato al pubblico thailandese. La bozza di Costituzione sarà soggetta a referendum popolare, il 7 agosto 2016, e se il pubblico ‘accetta’ la Costituzione, la Thailandia sarà introdotta ad un periodo di governo sotto il controllo legittimato di una giunta militare.
Tuttavia, se il pubblico non accetta la Costituzione, tutto può funzionare anche meglio e a vantaggio dell’NCPO, – lo stesso organo che ha già più volte ritardato la stesura della Costituzione, al fine di rinviare le elezioni che erano state inizialmente promesse nei primi mesi del 2016 – che potrà rimanere al potere per un periodo indefinito di tempo continuando, imperturbabile, la sua dittatura.
A differenza del Principe di Machiavelli, tuttavia, l’NCPO sostiene di avere a cuore il bene della nazione, una nazione che, ci dice, è stata fatta a pezzi dalle vicissitudini della polarizzazione politica.
Nel dibattito sul fatto che queste clausole siano finalizzate o meno a penalizzare il Partito Pheu Thai, Worachai Hema e Wattana Muangsuk – due importanti ex deputati del Pheu Thai e critici della Costituzione – sono stati arrestati il 26 e 27 marzo. L’NCPO ha utilizzato l’articolo 44 della costituzione ad interim – una legge che permette ai militari di “rafforzare l’unità pubblica e l’armonia”, ovvero: evitare qualsiasi cosa che minaccia la quiete pubblica. Però l’NCPO non sta indebolendo il Partito Pheu Thai o risolvendo la questione della polarizzazione politica con l’intimidazione.
Nel garantire la pace e l’ordine, può essere più logico essere temuto che amato. Ma non è certamente la migliore delle regole democratiche. Governare con regole arbitrarie di diritto e chiudendo lo spazio della pubblica espressione, la giunta al potere trasforma partiti come il Pheu Thai e il Partito Democratico in difensori della liberal democrazia per il semplice fatto che si oppongono il governo militare.
Eppure, alcune delle parti in causa, sono state incredibilmente antidemocratiche.
Il Pheu Thai, sotto il suo vecchio nome Thai Rak Thai, era noto per la sua radicale censura della cattiva gestione del governo Thaksin durante la influenza aviaria. Era noto per usare poteri di emergenza non concessi dalla magistratura nel conflitto nel Sud, dove il governo ha perpetrato mortali violazioni dei diritti umani. Era noto per il suo tentativo di mettere a tacere i media e per una guerra alla droga piena di esecuzioni extragiudiziali.
Non che il Partito Democratico abbia fatto di meglio – ha costantemente perso le elezioni per gli ultimi 16 anni, ma è riuscito sempre a prendere il potere, invitando i militari o la magistratura a escludere il suo rivale politico. Ed anche non meno repressivo: oltre 98 persone hanno perso la vita e più di 2.000 sono rimaste ferite, nel giro di vite del governo Democratico, tra i manifestanti delle camicie rosse a Bangkok nel 2010.
L’elenco potrebbe continuare all’infinito. A definire, il Partito Pheu Thai o il Partito Democratico, “partiti democratici” si mette in mostra una sorprendente memoria a breve termine.
Tuttavia, i cittadini thailandesi – stanchi di vivere sotto legge marziale e governo militare – possono benissimo essere tentati di organizzarsi dietro questi soggetti.
Siamo presi in un altro Comma 22: i thailandesi vengono spinti ad accettare una delle due visioni, o dei militari in una democrazia controllata dalle élite – dietro ai militari – o organizzarsi attorno ad un’erronea idea di democrazia, essendo solo opposizione al regime militare.
“Quello di cui la Thailandia ha bisogno è la nascita di un nuovo tipo di partito, un partito che si impegna sui valori democratici. “
La normativa dell’NCPO è incredibilmente pericolosa per la Thailandia.
Il pericolo non è quello del 14 ottobre 1973, quando elicotteri militari facevano piovere proiettili sugli studenti che manifestavano. Il pericolo non è quello del 6 ottobre 1976, quando gli studenti sono stati appesi agli alberi e picchiati dalle forze di sicurezza dello Stato e i loro corpi sono stati bruciati nel mezzo del campus della Thammasat University.
Il pericolo è più strisciante ed è il pericolo per la psiche della politica thailandese: l’idea che il sistema di governo che ci meritiamo non è altri che quello di essere governati da partiti eletti democraticamente. Come cittadini, il nostro ruolo nello stato si estende solo per quanto i militari ci permettono, e ci dobbiamo ritenere fortunati se siamo in grado di andare alle urne – ma il nostro ruolo si ferma lì.
Il termine ‘democrazia’ è stato abusato più e più volte nella politica thailandese. Tuttavia, nel mezzo dell’assalto dell’NCPO ai valori democratici, i thailandesi non devono dimenticare ciò che la democrazia significa in realtà.
Si tratta di una stampa libera e funzionante. Elezioni eque e verificabili. Protezione estesa delle libertà civili e dei diritti umani. Rispetto ed applicazione imparziale della legge.
Quel che serve alla Thailandia è la nascita di un nuovo tipo di partito che si impegni sui valori democratici. Abbiamo bisogno di un partito che va al di sopra del minimo procedurale, che rispetta l’opposizione così come i suoi sostenitori, che sia responsabile nei confronti di tutti e non solo ai suoi elettori e lavora nel quadro della legalità per attuare le sue politiche. C’è urgente bisogno non di una via di mezzo, ma di un livello più elevato. Il paese è pronto per l’ingresso in scena di nuovi attori politici.
Nel frattempo, il voto sulla Costituzione del 7 agosto non cambierà la nostra situazione. Votare “sì” per la Costituzione sarà istituzionalizzare l’autoritarismo elettorale, votare “no” permetterà ai militari di mantenere il potere ai sensi dell’articolo 44.
Non votare affatto può inviare un messaggio più forte ai politici del nostro paese ed alla comunità internazionale nel suo insieme: perché dimostreremmo che il nostro sistema politico non è rappresentanza del popolo.
Queste sono le aspirazioni, ma non vi è alcun motivo per cui i thailandesi non dovrebbero sperare di ottenere questi diritti democratici di base. La nostra idea di democrazia non deve essere co-optata per necessità, perché qui il Machiavelli ha sbagliato: la gente non esiste solo per essere governata.
(Fonte: libera traduzione e foto da Asian Correspondent dove sono presenti vari link di riferimento)
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