La diffusione del coronavirus in Cina sembra rallentare

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Un venditore di pesce a Wuhan, Cina. Foto NPR

Per la prima volta da fine gennaio il trend si è invertito: cala il numero dei contagi

(Asiablog.it) — Sebbene il nuovo coronavirus continui a diffondersi, la sua diffusione sembra rallentare: mercoledì, per il secondo giorno consecutivo, le autorità della Repubblica Popolare Cinese hanno riportato meno di 2.000 nuovi casi di contagio.

Giovedì il rallentamento è stato ancora più marcato: in tutta la Cina si sono registrati solo 615 nuovi casi di contagio, in netto calo rispetto ai 1.693 segnalati il giorno precedente. E per la prima volta il numero dei guariti ha superato quello delle vittime. Ciò significa che l’epidemia potrebbe cominciare a stabilizzarsi.

Tuttavia, i funzionari della sanità pubblica cinese hanno messo in guardia contro l’eccessivo ottimismo, mentre il bilancio delle vittime ha superato i 2.100 decessi. In definitiva, ancora è troppo presto per parlare con certezza di declino della diffusione e diminuzione dei decessi.

OMS: “enormi progressi”

L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) mercoledì ha accolto con favore gli “enormi progressi” compiuti nella gestione dell’epidemia. “Abbiamo fatto enormi progressi in un breve periodo di tempo”, ha dichiarato il direttore delle misure di emergenza nel Mediterraneo orientale, Richard Brennan, in una conferenza stampa dell’ufficio regionale dell’OMS in Egitto.

“Ora siamo in grado di diagnosticare il virus ovunque” e sono stati messi in atto “sistemi sanitari efficaci”, ha aggiunto il direttore regionale dell’OMS Ahmed al-Mandhari. Tuttavia, è “troppo presto per dire che il virus è stato contenuto”, ha detto il dott. Brennan.

La situazione nel resto del mondo

Fuori dalla Cina, il numero più alto di casi è stato raggiunto in Corea del Sud, con 104 casi, in Giappone, con 94 infetti, e a Singapore, a quota 84.

La Corea del Sud e l’Iran hanno registrato le prime morti per COVID-19 (una vittima in Corea e due in Iran) mentre in Giappone sono decedute due delle persone contagiate a bordo della Diamond Princess, la nave da crociera ancorata dal 5 febbraio nel porto di Yokohama. La coppia di ultraottantenni giapponesi sono le prime vittime confermate tra i 3.700 passeggeri originariamente a bordo della nave. Con almeno 621 casi, la Diamond Princess rappresenta il principale focolaio del virus al di fuori della Cina.

Intanto continuano le operazioni di sbarco: mercoledì sono scesi circa 600 passeggeri. Si tratta delle persone senza sintomi, i cui test erano risultati negativi e che non avevano avuto alcun contatto con le persone portatrici del virus.

Mercoledì sera le autorità giapponesi hanno annunciato di aver identificato a bordo della navi 79 nuovi casi di persone contagiate dal nuovo coronavirus.

Proprio per questo alcuni sono preoccupati per il fatto che ai passeggeri della nave già sbarcati sia stato permesso di disperdersi in Giappone o di partire per i rispettivi Paesi senza prima passare per un ulteriore periodo di quarantena. Le centinaia di casi di contagio sulla Diamond Princess generano domande sull’efficacia della quarantena su una nave che non è attrezzata per fronteggiare un’emergenza di questo tipo, e dove i passeggeri erano liberi di camminare in piccoli gruppi sul ponte, con il personale di bordo che tre volte al giorno passa da cabina in cabina per distribuire i pasti.

Kentaro Iwata, uno specialista in malattie infettive dell’Università di Kobe, dopo aver visitato la Diamond Princess ha dichiarato di aver “scoperto che la nave da crociera era completamente inadeguata in termini di controllo delle infezioni”. “Non c’era distinzione tra la zona verde, che è priva di infezione, e la zona rossa, che è potenzialmente contaminata dal virus”, ha aggiunto.

 

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Alessio Fratticcioli

About Alessio Fratticcioli

Alessio è il fondatore e amministratore di Asiablog.it (anche su Facebook e Twitter). Per saperne di più su questo buffo personaggio, la sua lunga e noiosa biografia si trova qui.
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