I blogger di tutto il mondo si battono per la Libertà e la Democrazia

BLOGGER ARRESTATO – Reporter Senza Frontiere ha segnalato l’arresto del giovane blogger Nguyen Tien Trung. Trung era tornato in Vietnam dall’Europa per portare avanti la sua battaglia per la libertà d’espressione, svolta principalmente scrivendo sul suoblog. L’arresto è parte di un’ondata di misure repressive prese dalle autorità contro i dissidenti politici: nelle ultime settimane ne sono stati arrestati una trentina. E’ da esempi come questi che dovremmo comprendere la reale pericolosità di chi promuove leggi volte a limitare la libertà di espressione nella rete, come il ddl Alfano contestato proprio dai blogger italiani con il loro sciopero.

GOVERNI CONTRO BLOGGERS – Nei giorni in cui in Italia si è organizzato il primo sciopero di blogger al mondo contro un ddl che mira ad imporre un bavaglio alla libertà d’espressione in Rete e «mentre gli occhi del mondo sono puntati sull’Iran e sul Xinjiang, il governo vietnamita sta arrestando gli attivisti democratici uno ad uno, specialmente quelli che cercano di promuovere la causa della libertà d’espressione attraverso i loro scritti», ha affermato Reporter Senza Frontiere (RSF), ritenendo che «questa sistematica repressione di dissidenti sta riportando indietro la causa della Democrazia in Vietnam di dieci anni».

NGUYEN TIEN TRUNG – L’arresto del 25enne Nguyen Tien Trung porta a 11 il numero di giornalisti e blogger vietnamiti incarcerati. Membro attivo delPartito Democratico del Vietnam, il blogger Trung stava svolgendo il servizio militare obbligatorio quando, il 6 luglio scorso, è stato cacciato dall’esercito per aver rifiutato un giuramento (che a sua avviso devierebbe dallo spirito rivoluzionario del Pensiero di Ho Chi Minh, che formalmente è il principio che guida la Repubblica Socialista del Vietnam). Il giorno seguente è stato arrestato. Dopo pochi giorni il suo blog è stato oscurato. I poliziotti che lo hanno prelevato dalla sua abitazione di Ho Chi Minh City erano comandati dallo stesso ufficiale che ha arrestato il famoso avvocato e dissidente Le Cong Dinh il 13 giugno.

L’AVVOCATO LIBERO – Dinh, 40enne, ha svolto il ruolo di avvocato difensore di alcuni giornalisti, blogger e attivisti per i diritti umani in vari processi. Tra i più famosi dissidenti difesi da Dinh vi sono gli scrittori Nguyen Van DaiLe Thi Cong Nhanil blogger Nguyen Hoang Hai(che scriveva con lo pseudonimo di Dieu Cay). Per difenderli, Dinh si appellò al diritto di libera espressione del pensiero, solo formalmente tutelato dall’Art. 69 della Costituzione del Vietnam, ma i tre dissidenti vennero comunque condannati. Inoltre, l’avvocato Dinh è stato l’autore di vari articoli in favore della democrazia e per il rispetto dei diritti umani pubblicati su BBC, Radio Free Asia e vari siti Internet esteri (censurati in Vietnam perchè considerati sovversivi dal Governo) come “Vietnam Democracy Movement“, “Vietnam Reform“, “New Horizon“, “Thorough Discussion” e “Democratic Freedom“. Nonostante le pressioni internazionali per il suo rilascio, tra le quali quelle dell’UE e del Governo americano che attraverso il portavoce del Dipartimento di Stato Ian Kelly ha chiesto l’immediato rilascio del prigioniero, dichiarando che «l’arresto di Dinh contraddice l’impegno del Governo vietnamita di rispettare gli standard internazionalmente riconosciuti riguardo ai Diritti Umani», Dinh è ancora in galera. Egli è tenuto in isolamento completo con l’accusa di aver perpetuato la «diffusione di propaganda contro lo stato» (art. 88 codice penale vietnamita) e sostenuto un «complotto volto a rovesciare il Governo». Se risulterà colpevole, potrebbe essere condannato ad una pena massima di 20 anni di reclusione.

ARTICOLO 88 – Ora anche contro il blogger Trung potrebbe essere brandito l’articolo 88 del Codice Penale in quanto il ragazzo, secondo le dichiarazioni della polizia, è ritenuto responsabile di aver organizzato l’Assembly of Vietnamese Youth for Democracy con l’intenzione di collaborare con forze antigovernative nazionali e straniere per ottenere uncambiamento di regime politico in Vietnam. La polizia sostiene che Trung avrebbe scritto nel suo blog, distribuito documenti sovversivi, lanciato su internet il suo movimento e tenuto discorsi in occasione di incontri più o meno pubblici per incitare i giovani ed il popolo ad opporsi al governo. Gli si imputa anche di aver tentato di organizzare dimostrazioni contro il passaggio della torcia olimpica a Ho Chi Minh City, nell’aprile del 2008. I giornali vietnamiti sostengono che «nei suoi siti internet e nel suo blog, Trung e i suoi colleghi hanno pubblicato articoli che distorcono l’attuale situazione del paese, contenenti propaganda contro lo stato e hanno adescato le persone ad aderire alla loro organizzazione» e che con l’aiuto di altri«reazionari […] ha provato a rovesciare il governo vietnamita».

12 CANAGLIE – RSF include il Vietnam nella lista dei 12 paesi “nemici di Internet” insieme a Myanmar, Cina, Cuba, Egitto, Iran, Corea del Nord, Arabia Saudita, Siria, Tunisia, Turkmenistan e Uzbekistan. Secondo RSF, questi paesi hanno trasformato Internet in Intranet, allo scopo di impedire alla loro popolazione l’accesso a informazioni online considerate “indesiderabili” dai loro governi. «Tutti questi paesi», dice RSF, «si distinguono non solo per l’abilità di censurare l’informazione online, ma anche per la loro persecuzione sistematica degli utenti internet fastidiosi».

72 CYBER-DISSIDENTI – Ad oggi RSF stima che al mondo un totale di 72 cyber-dissidenti siano detenuti per quello che hanno scritto online, cioè per aver espresso una loro opinione. Secondo RSF, il paese con più cyber-dissidenti messi in galera è la Cina (50), seguita da Vietnam (8)Iran (6). Inoltre, vale la pena ricordare che censura e arresto di cyber-dissidenti non sono le uniche tecniche utilizzate dai governi per limitare il diritto dei propri cittadini di accedere all’informazione on-line. Ad esempio, RSF spiega che «non solo internet è sempre più controllato, ma stanno anche emergendonuove forme di censura basate sulla manipolazione dell’informazione». Tecniche più subdole ed efficaci: «orchestrare i commenti postati in siti internet molto visitati o organizzare attacchi di hacker sono tecniche molto usate dai regimi repressivi per distorcere o ostacolare i contenuti online».

BLOGGER E LIBERTA’ – La verità è che in Vietnam, come in Cina, Iran e molti altri paesi al mondo, essere un giornalista o un blogger è una professione ad alto rischio, costantemente controllata dalla polizia e dal potere giudiziario. E’ da esempi come questi che dovremmo comprendere la reale pericolosità di chi promuove leggi volte a limitare la libertà di espressione nella rete, come il ddl Alfano contestato proprio dai blogger italiani con il loro sciopero. La democrazia e la libertà che noi tutti godiamo può essere facilmente scavalcata da chi, con mezzi tecnici o  leggi canaglia vuole limitare il più potente strumento democratico del mondo: la rete. Ricordiamocelo bene.

Alessio Fratticcioli [ Blog | Twitter | Facebook ]

Articolo scritto per Diritto di Critica

Nguyễn_Tiến_Trung

(Nella foto, il blogger Trung, recentemente arrestato a Ho Chi Minh City)

Alessio Fratticcioli

About Alessio Fratticcioli

Alessio è il fondatore e amministratore di Asiablog.it (anche su Facebook e Twitter). Per saperne di più su questo buffo personaggio, la sua lunga e noiosa biografia si trova qui.
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