Cosa sapete della crisi?

Il tramonto dell’euro – Albero Bagnai (Imprimatur editore)

Del libro di Alberto Bagnai ho già scritto ma vale la pena approfondire gli argomenti che il libro ci propone. Le tesi proposte sono di certo discutibili ma gli argomenti, da cui nascono le proposte di Bagnai, in questo libro vengono quantomeno elencati, sezionati e spesso reinterpretati … se poi vi chiedete il perché di questa mia insistenza il (mio) motivo lo leggete qui e, ripetendomi: per il semplice fatto che la “campagna acquisti” dei partiti ha già avuto inizio ma soprattutto perché anche altre forze si stanno mobilitando per creare “ una lista di cittadinanza assolutamente autonoma, promossa da personalità della cultura, dell’arte e della scienza e da esponenti di comitati, associazioni, movimenti e organismi della società civile che ne condividono gli obiettivi e i contenuti, e che non verrà “negoziata” con alcun partito”.

“Che cosa sapete della crisi? Perché siamo in crisi?

Se avete vissuto in Italia negli ultimi anni, probabilmente vi sarete sentiti raccontare una storia di questo tipo: siamo in crisi a causa del nostro eccessivo debito pubblico … così alto che i mercati dubitano della nostra capacità di rimborsarlo. … L’aumento dei tassi d’interesse porta a un aumento della spesa per interessi, e così lo Stato è costretto a tagliare altre spese (e la chiamano spending review). Certo, le politiche di austerità sono dolorose e frenano la crescita, però purtroppo sono necessarie per uscire dalla crisi, perché ne combattono la causa, il debito pubblico.

… Brutta bestia, il debito.
Uno Stato dovrebbe essere amministrato come una famiglia o come un’azienda: le entrate dovrebbero essere uguali alle uscite e non si dovrebbe mai far debiti, perché il debito è comunque un male … siamo poco produttivi. Cosa c’entra con il debito pubblico? Be’, c’entra, perché vedete, quello che spaventa i mercati non è tanto il debito in sé, quanto il suo rapporto con i redditi prodotti dal Paese, il cosiddetto Pil. … se si produce poco si guadagna poco, e rimborsare il debito pubblico diventa difficile. …

Caro lettore, magari ti chiederai cosa ci sia che non va, nel racconto che ti ho fatto.
È quello che da tempo ti senti fare dai politici, dagli editorialisti, dai commentatori nei quali riponi la tua fiducia, che te lo ripetono da ogni possibile mezzo d’informazione.
Non sarei stupito se tu non ci trovassi alcuna nota stonata, se anzi ti sembrasse del tutto plausibile, e non potrei fartene una colpa.
Tanto più che in questo racconto ci sono molti elementi di verità, che i giornali e le nostre peripezie quotidiane ci rivelano, e le statistiche delle organizzazioni internazionali ci confermano: il peso della burocrazia, della corruzione, le inefficienze che penalizzano il nostro Paese. …
Ma basta un piccolo sforzo per vedere che i mattoni con i quali la menzogna è costruita sono di fango, o non si incastrano bene: molti luoghi comuni si sbriciolano al contatto con i dati …

La crisi è causata dal debito pubblico. I dati non dicono questo.

Certo, il debito pubblico italiano è relativamente elevato in rapporto al Pil, ed è chiaro che ciò vincola l’azione della politica fiscale. …

Del resto, pensateci bene: se il debito pubblico fosse così rilevante, così pericoloso, perché mai ci avrebbero fatto entrare nell’Eurozona, visto che nel 1999 il rapporto debito/Pil italiano era al 115 per cento, 

Vignetta di Altan

quasi il doppio della famosa soglia del 60 per cento del Pil sancita dal trattato di Maastricht? …

Diciamocelo: se il problema fosse la nostra inaffidabilità derivante da cricca-casta-corruzione-pigrizia endemica, non sarebbe una novità. E allora perché mai “i mercati” si sarebbero imbottiti proprio negli ultimi vent’anni di titoli emessi da un Paese così notoriamente corrotto?”

(Il tramonto dell’Euro – Alberto Bagnai – Ed. Imprimatur)

Una lettura diversa del “debito pubblico”, una delle palle al piede dell’economia italiana e riguardo al quale esistono anche “valutazioni diversecirca la reale pesantezza  Ma Bagnai ci offre una lettura diversa anche di: svalutazione competitivainflazione (non solo cattiva ma: dipende), competitività nel commercio con l’estero e di come non sia tutto oro quello che risplende.

Malapolitica, corruzione, sprechi ed  inefficienze esistono ma se si sposta la discussione sul pessimo presente socio/economico tenendo conto degli errori politico/economici degli ultimi sessant’anni ci accorgiamo della ragnatela di interessi politico/finanziari internazionali che in questo momento bloccano la nostra crisi anche all’interno di una “presupposta inefficienza tutta italiana” che consente agli ultimi Governi di giustificare i sacrifici al motto:
“Ce lo chiede l’Europa!”.

L’ho scritto: le tesi di Bagnai sono criticabili ma riguardano problematiche che ci possono permettere di valutare con maggior consapevolezza le proposte di politica economica e sociale che ci verranno presentate dalla politica e i nostri politici già conoscono le tesi di Bagnai e di altri economisti. Ma quanti degli italiani, interpellati nei sondaggi già in corso, conoscono tutte le pesanti problematiche che si nascondono dietro simili decisioni? 

Ho scritto “presentare” ma oggi, la politica, lo usa come sinonimo di: “imporre”. Ma, anche se a volte ci sentiamo impotenti, non bisogna perdersi d’animo, perché non conviene affidare solo ad altri scelte importanti per la nostra vita e quella dei nostri figli .

Ne riparliamo e consideratela, se volete, una minaccia.

Tiziano Matteucci
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"Siede la terra dove nata fui / su la marina dove ’l Po discende / per aver pace co’ seguaci sui." (Dante Alighieri - Inferno, V). Per il resto non c'e' molto da dire. Pensionato italiano che ora risiede in una cittadina del nord ovest della Thailandia per un assieme di causalità e convenienze ... c'è solo una cosa certa: "faccio cerchi sull'acqua ... per far divertire i sassi" (Premdas)
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