In un precedente post ho cercato di ampliare gli orizzonti di “lettura” riguardanti il “debito pubblico italiano”, riguardo al quale ora aggiungo alcune semplici osservazioni utili per presentare l’argomento: “bilancia dei pagamenti”.
Se il debito pubblico fosse solo sottoscritto entro i confini nazionali (ma non lo è), saremmo nella condizione di poter affermare che abbiamo oltre 2.000 miliardi di debiti ma anche oltre 2.000 miliardi di crediti, un totale a pareggio, così sentenzierebbe l’estensore di un bilancio aziendale.
Ma l’affermazione, seppur plausibile per uno stato od un’azienda che ha debiti e crediti nella stessa valuta, non tiene conto di una caratteristica “rischiosa” del nostro debito: è emesso “in valuta estera”.
Direte: “No, è emesso in euro!”.
Intanto se usciamo dall’euro la parte venduta all’estero non è facile capire che fine faccia: resta in euro, viene convertita nella nuova valuta?
Ma l’Italia non ha sovranità monetaria (la cosa è attestata anche dai politici, non solo dagli economisti), paghiamo debito ed interessi in una moneta che non possiamo emettere (stampare). Potrei dire che è come se fossimo indebitati in Usd ma anche Baht (visto da dove scrivo), per pagare dobbiamo incassare Usd o Baht … e questo meccanismo somiglia molto al meccanismo della bilancia dei pagamenti con l’estero.
“La Bilancia dei pagamenti” (da Oltre l’austerità- Il vecchio e il nuovo della crisi europea di Sergio Cesaratto)
“Se un paese spende all’estero (per le importazioni, per pagare gli interessi sui debiti contratti con stranieri, per aiuti agli altri paesi, perché gli immigrati mandano i guadagni a casa) più di quanto incassa (attraverso le esportazioni, incassando interessi sui crediti concessi, per aiuti che si ricevono ecc.) presenta, si dice,un disavanzo di partite correnti (PC).
Il saldo della bilancia commerciale, la mera differenza fra esportazioni e importazioni è una parte del saldo delle partite correnti. Un paese che avesse un saldo negativo del PC dovrebbe farsi prestare capitali dall’estero (come accadrebbe a voi se spendeste più di quanto incassate, dovreste indebitarvi).
Il paese vedrebbe dunque un saldo positivo dei movimenti di capitale (MK), positivo perché nel taccuino dove segnate le entrate (un “+”) di denaro preso a prestito dalla zia e le uscite (un “-“) di denaro dato in prestito alla zia (o restituito), la prima voce supera la seconda, prevale il segno +.
Un paese che avesse un saldo positivo delle PC potrebbe concedere crediti all’estero (come accadrebbe a voi se spendeste meno di quanto incassate, potreste accordare del credito), dunque c’è un saldo negativo dei movimenti di capitale, negativo perché nel taccuino dove segnate le entrate (+) di denaro preso a prestito e le uscite (-) di denaro dato in prestito la seconda voce supera questa volta la prima e prevale il segno -.
Naturalmente un paese con saldi positivi delle PC può accumulare riserve valutarie (senza riprestare cioè i propri incassi netti dall’estero).
Simmetricamente un paese con saldi negativi del PC può ricorrere alle riserve valutarie, cioè a valuta messa sotto il mattone nei periodi favorevoli (senza dunque indebitarsi); il problema è che le riserve si esauriscono, per cui prima o poi se si spende più di ciò che si guadagna, come accade a ciascuno di noi, ci si deve indebitare.
Trascurando le riserve, in generale si può dunque dire che saldo del PC = saldo dei MK, o con un poco di algebra elementare saldo del PC -saldo dei MK = zer0 che esprime la banale logica che se durante il mese spendo più di quanto guadagno, la zia mi deve prestare i soldi, il saldo commerciale negativo col droghiere deve essere pari al saldo finanziario con la zia. Questa è la Bilancia dei pagamenti.
A indebitarsi con l’estero possono essere sia il settore privato (famiglie e imprese) che il settore pubblico.
Qui la faccenda si complica un pochino. Degli esempi aiutano.
Nel caso della Germania il settore pubblico ha un piccolo disavanzo fra entrate e spese. Ma non deve ricorrere a prestito esteri poiché il settore privato ha un forte avanzo, cioè spende assai meno di quanto incassa. Allora il settore privato tedesco è in grado sia di finanziare il disavanzo del settore pubblico che di prestare soldi all’estero.
Nel caso della Spagna, sia il settore pubblico che quello privato sono in disavanzo per cui non possono, per così dire, aiutarsi a vicenda e devono entrambe ricorrere a crediti dall’estero.
Riassumendo, quando in un paese i due settori domestici, pubblico e privato, nel complesso sono in avanzo (Germania) vuol dire che il paese nel suo insieme produce più di quello che consuma, e infatti avrà le PC in avanzo e, specularmente, concederà crediti all’estero. Invece quando in un paese i due settori domestici, pubblico e privato, nel complesso sono in disavanzo (Spagna) vuol dire che il paese nel suo insieme produce meno di quello che consuma, e infatti avrà del PC in disavanzo e, specularmente, riceverà crediti dall’estero.”
Tecnicamente c’è solo da aggiungere che per gestire le movimentazioni di capitali tra le banche dell’euro zona è stato creato il sistema denominato Target 2 gestito da BCE. La cui libertà (difetto) principale risiede nel fatto che un aderente (banca) può anche non voler prestare soldi ad un altro aderente (banca), il motivo è presto detto: non si fida, e questo genera ulteriori distorsioni.
Mentre, alla parte oggettiva, c’è da aggiungere che FMI (Statuto – art.7) prevede che una nazione può decidere autonomamente di limitare gli scambi con un’altra nazione in “surplus strutturale” ed anche l’Unione Europea ha norme che penalizzano le nazioni con surplus estero “eccessivo”.
Ad una superficiale osservazione parrebbe un castigo per i “bravi che esportano“. Una osservazione oggettiva, invece, dimostra che persistenti deficit nella Bilancia dei pagamenti e crisi finanziaria hanno un forte legame.
Nel meccanismo della Bilancia dei pagamenti (ma anche in quello del Debito pubblico) troviamo sempre un debitore e sempre un creditore.
Dice un detto: “Se devi alla tua banca 10 mila dollari, hai un problema. Ma se le devi 10 milioni di dollari, è la banca ad avere un problema”.
Il problema del “debito”, ne riparliamo.
fonte immagine: voci dall’estero
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