AIRE – IMU, Festa anche per i residenti all’estero?

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Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha annunciato, a metà dello scorso aprile, che il 16 maggio 2016 si sarebbe tenuta una manifestazione per festeggiare l’abolizione dell’IMU (l’imposta sull’immobile principale, la cosiddetta “prima casa”).

Ma per gli italiani residenti all’estero (iscritti all’Anagrafe Italiani Residenti all’Estero) c’è ben poco da festeggiare a meno che non vogliano festeggiare il calvario a cui sono stati sottoposti negli anni recenti – una sintesi degli anni (e della tassazione degli immobili) ante 2015 la trovate qui.

Ma, innanzi tutto, guardiamo quanti sono gli italiani residenti all’estero (AIRE).

Secondo i dati pubblicati nel X° Rapporto italiani nel mondo della Fondazione Migrantes, a gennaio 2015 il numero degli iscritti all’AIRE erano in totale 4.636.647. La maggior parte dei cittadini italiani iscritti all’AIRE risiede in Europa (53,9%) e in America (40,3%).

Dal 1° gennaio 2015 tutti gli italiani residenti all’estero – con la sola esclusione di coloro che sono pensionati del paese di residenza – che hanno la ventura di possedere un immobile nel territorio di un Comune italiano, sono assoggettati all’IMU come seconda casa.

Difficile determinare quanti, dei 4milioni e mezzo di italiani residenti all’estero, siano proprietari di un immobile in Italia ed altrettanto difficile stabilire quanti degli over 65 – prendiamola come età pensionabile -, che a gennaio 2015 erano 922.545 (19,9%), sia pensionato del paese in cui risiede e, nel contempo possiede un immobile in Italia.

C’è da ritenere che gli unici beneficiati dall’esenzione IMU (e di 2/3 di Tari e Tasi) siano emigranti di lunga data (percepiscono una pensione dallo stato in cui risiedono) ed alcuni, molto probabilmente, possiedono anche un immobile nel paese in cui vivono da tempo. Un’esenzione che pare “mirata” a una piccola parte di “elettorato”, un contentino agli onorevoli eletti all’estero.

In generale la platea dei residenti all’estero è talmente piccola che pare abbandonata a sé stessa da tutte le forze politiche (tolti i minorenni – 706.683, restano poco meno di 4 milioni di voti, voti che da sempre, nelle urne si riducono a dimensioni ben sotto il 50% degli aventi diritto).

Sì, abbandonata. Come altro si può definire il fatto che a legge approvata (metà 2014) alcuni deputati eletti all’estero solo a metà 2015 abbiano chiesto chiarimenti sui chi siano i beneficiari dell’esenzione – la norma è scritta con i piedi e serviva qualcuno che la chiarisse-. Col risvolto comico che non interrogano i colleghi estensori della norma ma il Ministero delle Finanze.

Uno dei firmatari dell’interrogazione al MEF, nel suo blog, afferma che l’esenzione ai pensionati è stata ottenuta con una dura battaglia. Viene da chiedersi per chi combatteva, visto che ha dovuto chiedere ad altri chi avesse diritto al beneficio.

Afferma anche che la “battaglia” continua per esentare dal pagamento delle imposte sugli immobili tutti i cittadini italiani residenti all’estero. Come se non sapesse che le Leggi per essere approvate hanno bisogno di una copertura finanziaria e quindi l’esenzione non ottenuta a suo tempo (2014) ben difficilmente troverà un varco nelle disastrate finanze nazionali.

I residenti all’estero, all’epoca dell’ICI, venivano tassati con le medesime regole dei residenti. Il calvario è iniziato con l’IMU. Oggi chiedono solo quel che hanno ottenuto tutti gli altri italiani.

Quindi, a parte i pochi italiani residenti all’estero – pensionati con retribuzione pagata dalla nazione in cui risiedono -, tutti gli altri potranno partecipare ai festeggiamenti solo con la medesima gioia degli agnelli a Pasqua o i tacchini a Natale.

Buona Festa dell’IMU.

Tiziano Matteucci
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"Siede la terra dove nata fui / su la marina dove ’l Po discende / per aver pace co’ seguaci sui." (Dante Alighieri - Inferno, V). Per il resto non c'e' molto da dire. Pensionato italiano che ora risiede in una cittadina del nord ovest della Thailandia per un assieme di causalità e convenienze ... c'è solo una cosa certa: "faccio cerchi sull'acqua ... per far divertire i sassi" (Premdas)
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15 Responses to AIRE – IMU, Festa anche per i residenti all’estero?

  1. Marco Fedi says:

    Mi congratulo con il blogger che – almeno in apparenza – pare molto informato. In apparenza, perché poi inizia con la serie di errori, a partire dall’AIRE, Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero, non un albo professionale, per passare ad una ricostruzione bizzarra dei fatti. La definizione di AIRE, in realtà, a chi ama fare psicologia, indica una ben precisa collocazione socio-culturale dell’amico blogger. Nulla di male, naturalmente, ma comprendo la distanza con i pensionati, soprattutto quelli che ricevono una piccola pensione in base a norme internazionali di reciprocità.

    Primo fatto: l’ICI sulla prima casa non era dovuta dai residenti all’estero perché esisteva una norma, eliminata dal Governo Berlusconi, che sostanzialmente aveva l’effetto di considerare la casa in Italia sempre prima casa per i residenti all’estero e la tassa – che comunque era dovuta – si riduceva con una serie di agevolazioni e detrazioni. Con l’effetto pratico che l’ICI risultava quasi azzerata. Non esisteva allora, come non esiste oggi e non è mai esistito, un regime di esenzione totale.

    Secondo fatto: l’abrogazione dell’ICI, sempre ad opera del Governo Berlusconi, ha come conseguenza l’eliminazione dell’equiparazione e di tutte le agevolazioni e detrazioni. Vero irrimediabile problema per tutti.

    Terzo fatto: il Senato, nella legge di Stabilità per il 2015, introduce una esenzione dall’IMU e TASI e 2/3 di TARI, scrivendo una norma che, nella indicazione dei soggetti beneficiari, si presta ad interpretazioni difformi. Grazie al lavoro comune di Camera e Senato – quindi senza troppe polemiche come vorrebbe far credere il nostro blogger – arriviamo ad una interpretazione autentica: esenzione per i pensionati purché titolari di prestazione estera, anche in convenzione. Perché si arriva a questa interpretazione? Perché si deve tener conto della volontà del legislatore, desumibile dagli atti parlamentari, e si vuole evitare di privilegiare chi riceve “pensioni d’oro”. Si presume che un pensionato privilegiato non goda di prestazioni in Convenzione bilaterale.

    Quarto fatto: ciascuno può avere un’opinione sulle priorità delle scelte di un Governo. Il Governo Berlusconi le aveva chiare: eliminiamo l’ICI per tutti e la lasciamo solo per i residenti all’estero. Con il Governo Renzi abbiamo ottenuto che le esenzioni vengano introdotte per i pensionati: a me non pare poco! Il nostro lavoro continua per estenderle: siamo consapevoli, io prima di tutti, visto che ritenevo che IMU, TASI e TARI, non dovessero essere le nostre priorità, delle difficoltà di bilancio. Abbiamo però fatto, insieme, una scelta alla quale mi attengo: continuare a porre tra le priorità la questione IMU, TASI e TARI.

    Quinto ed ultimo fatto: non è assolutamente vero che gli italiani in Italia hanno ottenuto qualcosa in più. In effetti l’equiparazione prima casa su un’abitazione in Italia, indipendentemente dal possesso all’estero o in Italia di una seconda casa e dalla verifica della “dimora abituale”, è un “privilegio”, anche se, per ora, solo possibile per i pensionati. Estenderlo a tutti rappresenterebbe l’estensione di un privilegio, non un diritto dovuto e negato. Naturalmente abbiamo indicato, anche nell’audizione con l’ANCI, che sul tema si dovrebbe sviluppare una diversa politica, di rilancio degli investimenti immobiliari in Italia, anche dall’estero, di sviluppo di intere aree urbane abbandonate tra cui risultano molte abitazioni di cittadini italiani iscritti all’AIRE. Questo è stato e sarà il nostro lavoro.

    Non facciamo festa, quindi, caro blogger, neanche però soffriamo di quella strana malattia, tutta italiana, in cui ci lamentiamo sempre senza far nulla o in cui non vediamo mai nulla di positivo nei fatti o in cui ci lamentiamo, sempre e comunque, di tutto, in ogni direzione si vada. Il nostro cammino e impegno, le assicuro, sarà sempre guidato dai bisogni della gente.

    • La ringrazio per il commento, è dal 2012 che invio email agli eletti all’estero riguardo all’IMU, ma a parte due o tre risposte generiche, non mi era mai stato possibile interloquire.

      Comunque nulla di psicologico, un refuso, purtroppo non ho un correttore di bozze, sempre scritto Anagrafe ed ora anzi correggo immediatamente, grazie.

      Per tutto il resto abbia la pazienza di farmi leggere.

    • In risposta al Primo fatto:
      “esenzione” viene usato anche da Lei nel blog, riferendosi “alla battaglia ancora in corso”, interpreti quindi come vuole il termine, resta il fatto che con l’ICI i residenti all’estero pagavano “come se fossero residenti in Italia”, quindi nello stesso momento in cui venne abolita sulla “prima casa” anche i residenti all’estero usufruirono del beneficio…. se poi qualcuno ha un’abitazione signorile, una villa o un castello…

      In risposta al Secondo fatto:
      l’abrogazione di un’imposta (sempre riferita alla prima casa) un problema per tutti?
      Mi spiace ma questa non la capisco (dal punto di vista di contribuente), ma forse Lei intende riferirsi al diminuito introito fiscale per i Comuni e lo Stato ed, ovviamente, la diminuzione degli introiti fiscali si ripercuote anche sul cittadino/contribuente in termini di servizi.

      Prima di rispondere al Terzo fatto, che parte dal 2015, aggiungo una parte di storia precedente.
      L’IMU introdotta da un governo Berlusconi escludeva comunque la “prima casa”, ed entrava in vigore nel 2014.
      Il governo Monti ha anticipato l’introduzione dell’imposta (al 2012) e l’ha estesa alle prime case.
      L’IMU 2012/2013/2014, a differenza dell’ICI lasciava al singolo Comune la facoltà di esentare o meno
      la “prima casa” dei residenti all’estero, ovviamente, se il Comune non concedeva la “parificazione”,
      si pagava come “seconda casa”. Nel triennio suddetto i residenti all’estero hanno subito, quindi,
      una imposizione fiscale diversa a seconda del Comune,
      (difficile stabilire se la maggioranza pagasse come “seconda casa” o fosse esentata in quanto l’immobile
      era parificato a “prima casa”)

      Per ora mi fermo, il resto a domani, qui è notte ed il vecchio blogger se ne va a letto.

    • In risposta al Terzo fatto:
      innanzi tutto La ringrazio, recentemente ho iniziato a leggere gli atti del Senato sulla conversione in legge (la Legge80/2014 – dove troviamo l’Art. Art. 9-bis. IMU per immobili posseduti da cittadini residenti all’estero) ma senza la certezza di aver intrapreso la giusta strada.

      A me il D.L. risulta essere il “decreto-legge 28 marzo 2014, n. 47, recante misure urgenti per l’emergenza abitativa, per il mercato delle costruzioni e per Expo 2015. (14G00092) (GU Serie Generale n.121 del 27-5-2014)”, Lei mi dice che fa parte della Legge di stabilità, mi permetta di ricostruire le tempistiche.

      Legge 80/23 maggio 2014, dove si introduce la parificazione ad immobile principale per gli iscritti AIRE che percepiscono la pensione dallo stato estero in cui risiedono (questo a valere dal gennaio 2015).
      La modifica quindi toglie a tutti i residenti all’estero la possibilità di vedere il loro immobile parificato ad abitazione principale (era una facoltà del singolo Comune e, in teoria, tutti i comuni italiani avrebbero potuto concederla) ed assegna la parificazione solo agli iscritti AIRE, “già pensionati nei rispettivi Paesi di residenza”.

      Ora Lei mi dice, tra l’altro confermando il fatto che la norma era “scritta con i piedi”, che dopo circa 12 mesi dall’entrata in vigore della Legge ed a circa sei mesi dalla sua applicazione, si è sentito il bisogno di chiedere chiarimenti su chi fossero i beneficiari della parificazione ad immobile principale.
      Sto leggendo (con calma) gli atti del Senato proprio per capire quali fossero “le intenzioni del legislatore” e l’iter dell’interpretazione mi sorprende. Se, come Lei afferma, le intenzioni del legislatore erano quelle poi espresse nella chiarificazione del MEF non bastava una interpretazione diretta del legislatore?
      Ma non voglio continuare certo una polemica, prendo atto dell’iter.

      Riguardo al fatto che secondo Lei la Legge di stabilità 2015 (approvata il 23 dicembre 2014) rientra nel discorso IMU/AIRE della L. 80 (approvata il 23 maggio 2014) potevo anche considerarlo un errore, tutti commettono errori (il mio, grazie a Lei, l’ho già corretto), un risvolto psicologico? Ma dico questo solo per farle notare l’inutilità di certe affermazioni riguardanti persone sconosciute.

      Riguardo a “pensioni d’oro” e quant’altro direi di soprassedere.
      Pare che l’argomento non fosse molto sentito nelle precedenti norme impositive (ICI e IMU ante 2015). Non presumibilmente anche i pensionati d’oro e gli altri privilegiati beneficiavano delle norme succedutesi negli anni e, presumibilmente, anche oggi qualcuno di questi continua ad essere beneficiato (oppure Lei mi certifica che tutti gli attuali beneficiari sono pensionati – del paese in cui risiedono – con pensioni “normali” e senza privilegi).

    • In risposta al Quarto fatto:
      La ringrazio per il riconoscimento dell’esistenza della libertà di espressione (vivo in una nazione dove tutto è vietato escluso quel che la legge para marziale consente, ben poco) ed anche della notizia (credo ignota ai più) che Berlusconi intendeva eliminare l’ICI solo per i residenti in Italia. A guardare il decorso ICI, che parificava residenti e non residenti al pagamento in modo univoco, direi un triplo salto mortale.

      Il Governo Renzi ha modificato una norma che beneficiava tutti i residenti all’estero (ripeto: in teoria tutti i Comuni potevano parificare l’immobile di un non residente a “prima casa”) con una norma che introduce il pagamento dell’IMU come seconda casa per tutti i residenti all’estero ad esclusione di una categoria di pensionati. Prendo atto che questo, per Lei, è un passo in avanti.

      In sintesi: una norma del Governo Monti (appoggiato dal PD) viene modificata (da un Governo PD) con un presumibile aumento dell’imposizione fiscale in capo ai non residenti. Quindi tirare in mezzo Berlusconi in eventi che hanno il loro iter nel 2014 mi pare fuori luogo, a meno che nel corso di approvazione parlamentare (2014) l’influenza dell’opposizione sia stata determinante.

      Mi rallegra il fatto che, come me, anche Lei abbia a cuore “la questione IMU, TASI e TARI”, ma, come ho scritto nel post, oggi o in futuro, una parificazione a “prima casa” (anche simile a quella “facoltativa” esistente ed abrogata) con ogni probabilità prevede l’utilizzo di risorse (copertura finanziaria).
      In termini di introiti dei Comuni e dello Stato – anche se resta difficile determinarlo, in quanto bisognerebbe conoscere la consistenza degli introiti ante modica (regime IMU 2012/2013/2014) e confrontarla con l’attuale – credo che la platea di coloro che pagano come seconda casa sia aumentata e quindi, dato i chiari di luna attuali delle finanze nazionali, difficile da attuare. Ma mi auguro di sbagliare.

    • In risposta al Quinto fatto:
      nulla da eccepire riguardo al fatto che una eventuale parificazione ad immobile principale di un cittadino italiano residente all’estero possa essere definito: privilegio.

      Le faccio notare che era, comunque, un “privilegio” sancito nell’ICI ed ammesso nell’IMU ed era “esteso a tutti i non residenti” e questo sino a tutto il 2014.
      Il residente all’estero pagava come se fosse residente in Italia.
      Lo avete tolto e sostituito con un “privilegio ad una categoria di pensionati”, aumentando di fatto il carico fiscale dei residenti all’estero (mi perdoni se ri-lamento il fatto).

      Se si vuole abolire un privilegio, cosa giustissima, bisogna toglierlo a tutti senza distinzioni oppure applicarlo con regole ben più stringenti del generico “già pensionati nei rispettivi Paesi di residenza”, che tutti comprende in una categoria indistinguibile per reddito, proprietà ed eventuali altri privilegi.
      Riguardo ai “lavori in corso” le auguro buona fortuna.

      In risposta alla Sua conclusione:
      non ho mai pensato che Lei o altri facciate festa, ho scritto che il PD ha indetto una Festa.

      Io non so che italiani conosce e frequenta, ma le assicuro che questa sua generalizzazione fa il pari con l’altrettanto comune generalizzazione: “I politici sono tutti ladri” (e mi scuso per averlo scritto, non corrisponde affatto alla mia visione dei politici).

      E, retorica per retorica, qualcosa, credo di farlo (o forse lo spero).
      Scrivo post in cui espongo le mie idee (giuste o sbagliate che siano) nel tentativo di trovare risposte o proporre interrogativi. Vado sempre a votare. Faccio poco? Può essere, ma cerco di fare del mio meglio, come credo faccia Lei.

      Cordiali saluti.

      • Marco Fedi says:

        Gentile Blogger,
        >
        >
        >
        > le rispondo succintamente: la legge di stabilità approvata nel 2015 per il 2016 ha introdotto l’esenzione totale sulla TASI mentre le disposizioni introdotte dall’art. 9-bis del D. L. 28 marzo 2014, n. 47 prevedevano esclusivamente l’esenzione IMU per i pensionati e la riduzione di 2/3 di TASI e TARI.
        >
        > Ho ricordato l’ICI non per giustificare le scelte dei Governi Monti, Letta e Renzi ma semplicemente perché il riferimento fatto è sbagliato: non è mai esistito un regime di esenzione totale dall’ICI. Esisteva un regime di equiparazione ai fini di detrazioni e agevolazioni. In secondo luogo, ribadisco quanto a tutti noto, fuorché ad AsiaBlog, che il Governo Berlusconi ha, non intendeva, ma ha, assolutamente eliminato l’ICI per tutti mantenendola invece per i residenti all’estero. Se ne faccia una ragione: è storia.
        >
        > La mia posizione personale, più volte ribadita, è che debba esserci una tassazione su tutte le abitazioni, per tutti, ma che debba essere di importo ragionevole e semplice nella sua applicazione. In Australia, dove vivo dal 1983, la tassa comunale è unica e la pagano tutti, con agevolazioni per pensionati e disoccupati. Ho anche detto che personalmente non avrei eliminato l’IMU ma le scelte dei Governi e dei Parlamenti dipendono dal dibattito e dalle decisioni politiche, poi dai voti. Nel frattempo, le confermo l’impegno maturato con i colleghi eletti all’estero a rivedere tutta la materia per i residenti all’estero proponendo un vero e proprio piano di investimenti per gli immobili, spesso abbandonati, dei residenti all’estero. Perché è sicuramente un argomento convincente quello di coloro che sostengono la necessità di favorire gli investimenti, le ristrutturazioni, anziché l’abbandono.
        >
        > Il Parlamento ha ritenuto che la categoria dei pensionati dovesse essere oggetto di particolare attenzione. Non ho scritto o pensato che il Senato abbia scritto quella norma con i piedi. Ho pensato e detto e scritto che poteva essere più chiara: ma se ci riflettiamo l’interpretazione, dal sottoscritto sempre data a quella norma, collima esattamente con quella dell’agenzia delle entrate. Pensionati nei Paesi di residenza: ovvero chi riceve una pensione e vive nel Paese che la eroga. Avevamo bisogno, in tempi brevi, di una conferma e di una estensione del principio ai pensionati in convenzione internazionale: ci siamo quindi rivolti direttamente al MEF ed abbiamo ottenuto quello che chiedevamo.
        >
        > Per i pensionati d’oro, senza fare altre valutazioni di tipo psicoanalitico, che potrebbero risultare sbagliate e forse anche sintomo di presunzione, le posso assicurare che il tema è stato posto dal Presidente dell’INPS Boeri recentemente. Le confermo che non condivido le valutazioni sbagliate fatte: l’Italia ha convenzioni bilaterali contro le doppie imposizioni fiscali e l’unico dovere è assicurarci che tutti paghino le tasse almeno una volta. Ciascuno deve essere libero di spostarsi nel mondo e di avere garantiti pensione e reddito in base alle disposizioni di legge, anche internazionali.
        >
        > Altra cosa è prevedere una condizione di privilegio sostanziale ed estenderlo ai titolari di pensioni d’oro. Guardi nel dibattito nelle Commissioni al Senato e sicuramente troverà traccia di questa discussione.
        >
        > Per quanto riguarda i costi le confermo quanto noto, per il bilancio dello Stato anche una minore entrata deve avere una sua copertura. Con l’estensione dell’esenzione a tutti, le stime del MEF calcolano circa 90 milioni di euro. La terrò aggiornata su tutti i futuri sviluppi.
        >

        • Onorevole Fedi,
          come unica giustificazione al mio precedente commento, in cui Le imputavo una indicazione legislativa errata, ammetterà che il riferimento legislativo alla TASI diventa fuorviante quando si parla di IMU.
          D’accordo, la legge di stabilità ha introdotto l’esenzione totale dalla TASI che per altro già nel 2014 molti Comuni – se non tutti, il mio di certo – applicavano.
          Cioè: esentavano dalla TASI chi pagava l’ICI come seconda casa.

          Riguardo all’ICI ed alla differenza tra esenzione e/o detrazioni e agevolazioni, devo ammettere di non aver mai letto la normativa relativa all’ICI, sono andato a “memoria fiscale di contribuente”, il regime ICI, per me, è iniziato con la nascita dell’imposta e proseguito per tutta la durata della sua applicazione e, possedendo un unico immobile (sull’orbe terracqueo), quando ero residente in Italia ho pagato quando c’era da pagare e non ho pagato quando l’abitazione principale è stata esentata. Quindi le posso solo confermare quanto a me risulta, trasferitomi all’estero – in vigore l’ICI – non ho mai pagato, forse una delibera del mio Comune, ma con un’autocertificazione ed allegando l’iscrizione all’AIRE, il mio (unico) immobile non veniva assoggettato all’ICI. Se poi nel durante della “storia” c’è stato un periodo in cui i residenti non pagavano ed i residenti all’estero pagavano, ovviamente non sono stato coinvolto.
          Dio mi guardi dal difendere Berlusconi, ma non intendo certo proseguire un dibattito (storico) su di un’imposta che (di nome) non esiste più.

          Nel campo della tassazione degli immobili credo che si sia d’accordo, guardi che io non intendo “non pagare”, intendo avere un trattamento fiscale che sia quantomeno “logico”, la parificazione ad immobile principale di un solo immobile (tenuto a disposizione e quindi non locato, non compreso nelle categorie catastali superiori, ecc. ecc.) più che un privilegio mi pare una questione di logica. Se questo immobile deve pagare si paga, se questo immobile viene esentato non si paga. Quel che accade agli italiani tutti. Nessun contribuente trae beneficio maggiore o minore. Maggiore o minore potranno essere i singoli redditi o proprietà immobiliari ed è su questa differenza che viene fatta l’imposizione fiscale. Se qualche residente all’estero, e lei me lo conferma, ha proprietà nel paese estero pagherà il fisco estero.

          Riguardo all’attenzione da riservare ai pensionati, Le dico la mia opinione, per quel nulla che vale e soprassedendo al fatto che una certa attenzione esisteva già in quanto i Comuni potevano parificare l’immobile di tutti i residenti all’estero all’abitazione principale, si doveva provvedere nei confronti dei pensionati iscritti AIRE che risultano fiscalmente residenti in Italia, gli unici che, pagando le imposte in Italia, somigliano maggiormente al contribuente residente.

          Accidenti a quel “già pensionati nei rispettivi Paesi di residenza”, io l’avevo considerato – ante interpretazione MEF – come un’affermazione inclusiva. Sei iscritto AIRE, sei pensionato, hai i requisiti.
          Io sono iscritto AIRE e quando sono andato in pensione ero residente in Italia, quindi AIRE, “già pensionato nel mio paese di residenza”. Non si turbi per il cambio da “rispettivo” a “mio”, sono equivalenti per la lingua italiana e la mia interpretazione segue la lingua italiana e la sua punteggiatura e non il “politichese”.
          Certo che ce ne voleva per capire che il legislatore intendeva dire e poteva scrivere: già pensionati dei rispettivi Paesi di residenza, anzi, volendo poteva scrivere: già pensionati dei rispettivi paesi di attuale residenza. Poi il MEF e l’INPS, forse, avrebbero dovuto solo chiarire per le pensioni internazionali.

          Non mi apra anche l’argomento “convenzioni bilaterali”, glielo dico sorridendo, normativa abbastanza chiara ma applicazione confusa (intendo il campo delle pensioni, che ovviamente gli altri aspetti non li ho approfonditi).

          Le rinnovo il ringraziamento per la disponibilità al dialogo, non dico che Le sue argomentazioni mi abbiano convinto a pieno – penso che sia, giustamente, reciproco – ma l’importante credo sia parlarne soprattutto quando si hanno visioni che nascono da ambiti e responsabilità ben diverse.
          Buon lavoro.

  2. Nicola says:

    Buongiorno,una curiosità’: in molti paesi Asiatici non esiste il concetto di pensione come lo intendiamo noi (almeno a Taiwan). Questo e’ stato preso in considerazione? Saluti

    • tizianomatteucci says:

      Nicola, confesso di non aver ben capito la tua domanda.
      Se intendi dire che a livello mondiale esistono tanti sistemi pensionisitici diversi non posso che confermare … forse mi sfugge il nesso tra problematiche riferite ad un sistema (il nostro) ed il resto del mondo… comunque ci provo.

      Un italiano residente estero e pensionato dal paese di residenza, poniamo Taiwan, tu dici non è pensionato come lo si intende in Italia.
      Credo che alla domanda: “quale è il suo lavoro?”, corrisponda comunque: “pensionato” (retired) ed è questo che conta.

    • tizianomatteucci says:

      p.s. una precisazione importante, la norma, nella sua interpretazione ufficiale, afferma che “cambiando paese estero di residenza si perde il beneficio” (nel testo questo l’esempio: un contribuente che percepisce una pensione italo-svizzera e risiede in Francia).
      Potrei aggiungere gli iscritti AIRE residenti in USA che si trasferiscono alle Bahamas o gli iscritti AIRE in Australia che si trasferiscono in Thailandia, giusto per allargare la visione al resto del mondo.
      Questo aspetto della norma ha un vago sentore di incostituzionalità.
      Secondo la Costituzione c’è libertà di muoversi entro ed oltre i confini nazionali, ora, stante l’Art. 53 (Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva) c’è da chiedersi in che modo un trasferimento di residenza altera la capacità contributiva di un cittadino.

  3. Eugenio Zoppis says:

    Io ho un impiego in Italia ma sono stato distaccato per lavorare all’estero con un’impresa italiana. Pago le tasse e l’INPS con trattenute in busta paga in Italia come prima Non capisco perche’ casa mia adesso debba essere considerata come seconda casa, quando all’estero non ho casa propria eccetto la baracca temporanea di un cantiere. A pari doveri di contribuzione devono esserci pari diritti di esenzione, dove questa e’ concessa ad altri italiani. Quelli che come me vanno all’estero per mantenere casa e famiglia in Italia, con l’iscrizione all’AIRE, come richiedono le ambasciate, perdiamo il medico di base e l’esenzione della prima casa..Perche’? Vorrei che qualcuno si occupasse di questa ingiustizia.

  4. Caro Eugenio, purtroppo la legiferazione italiana, appesantita dal fatto che “ogni nuova norma deve avere la relativa copertura finanziaria”, prosegue ultimamente a ritmo sostenuto e con ripetuti errori (inutile elencare i recenti casi di incostituzionalità sancite dalla Corte Costituzionale e le “dimenticanze” legislative denunciate da più parti ed ammesse dai legislatori).

    Ma in questo caso siamo di fronte ad un orrore che trova giustificazione solo nel fatto che i residenti all’estero, come “peso politico”, sono inesistenti. Anche se l’ostacolo maggiore ad una qualsiasi modifica (con aumento delle parificazioni a prima casa) è ostacolata dal fatto che non esiste la copertura finanziaria … poi 20 miliardi per le banche si trovano.

    La norma dal 2015 è cambiata e penalizza tutti i residenti all’estero anche se, nello scambio di opinioni sopra esposto, l’esponente PD tende ad incolpare Berlusconi.
    Poi la parificazione per “i soli pensionati Aire beneficiari di pensione estera” favorisce prevalentemente le aree d’emigrazione storica e quindi connazionali che risiedono da decenni (se non da sempre) in un paese estero di cui sono anche contribuenti.

    Per parte mia ho proposto (a vari esponenti politici ed organi statali) la rivisitazione del carrozzone Aire con particolare riguardo al fatto che non tutti gli iscritti Aire sono anche domiciliati fiscalmente nel paese estero di residenza (es. sia tu, lavoratore, che io, pensionato, paghiamo le imposte sul nostro reddito in Italia) e questo dovrebbe essere un fattore discriminante per quel che riguarda la nostra posizione di residenti all’estero (solo anagraficamente ma non fiscalmente) rispetto agli iscritti Aire residenti anagraficamente e fiscalmente all’estero … ma con ben poche speranze.

    Un saluto.

  5. suela accardi says:

    Dai post che precedono mi rendo conto di far parte dei pensionati AIRE che si è voluto implicitamente escludere dal beneficio introdotto dall’art. 9-bis del D. L. 28 marzo 2014, n. 47. La mia pensione è in effetti erogata da un ente sovranazionale, la Commissione europea. Purtroppo pero’ la stragrande maggioranza dei pensionati di un’Istituzione UE (ca. 20.000 individui) non percepisce pensioni d’oro, Si tratta infatti di una cifra tra i 3.000,00 e i 4.000,00€, sottoposti a tassazione direttamente alla fonte dall’Istituzione UE che la eroga. Una cifra questa percepita anche da molti pensionati residenti in Italia, che non pagano l’IMU sulla 1a casa. Il discorso del’onorevole FEDI circa la volontà del legislatore di non beneficiare i pensionati d’oro contrasta anche con un’altra considerazione: per i residenti in Italia (pensionati o no) non si è finora mai posto il problema di legare il pagamento dell’IMU sugli immobili all’entità del loro reddito, curioso quindi che lo si faccia solo per i pensionati italiani residenti all’estero. Un simile concetto è pero’ perfettamente in linea con il PD pensiero, che non va tanto per il sottile.
    Vivo in Belgio, dove tutti gli immobili, 1a casa compresa, vengono sottoposti allo stesso tipo di imposizione sulla base della rendita catastale (précompte immobilier). Unica agevolazione per la 1a casa qui è il valore zero ai fini del reddito delle persone fisiche (IPI=Irpef).
    I residenti in Italia hanno dunque in realtà ben 2 agevolazioni sulla 1a casa: Il reddito nullo ai fini Irpef e l’esenzione IMU. Questo si’ che è un privilegio a livello europeo.
    Per quanto concerne eventuali futuri sviluppi della legislazione a favore degli Italiani AIRE proprietari di case sul suolo italiano, sono piuttosto pessimista: ricordo che la Commissione europea ha già minacciato l’Italia di procedura d’infrazione per aver favorito da sempre Italiani AIRE proprietari di case sul suolo italiano rispetto a non italiani nelle stesse condizioni, ma che pagano l’IMU come 2a casa.

    • tiziano matteucci says:

      Suela, condivido ovviamente le sue conclusioni e devo dire che non sapevo delle minaccie della Commissione UE anche se, visto l’andazzo, condivido talmente il suo pessimismo al riguardo che, quest’estate (2019) ho ripreso la residenza in Italia favorito in questo da una modifica operativa nelle procedure burocratiche dell’Ambasciata d’Italia locale (Bangkok).
      In sostanza ora rilasciano un documento (per certi versi) indispensabile per ottenere il visto (annuale) anche ai non Iscritti AIRE.

      Questo per dire di come sia contorta la connessione tra residenza anagrafica (così come interpretata in Italia) e domicilio all’estero.
      Nel mio caso nessuna connessione, la Thailandia non gurda alla residenza come la legge italiana, qui basta l’attestazione del proprietario dell’immobile per essere considerato “domiciliato” a fini di ottenimento visto.
      Potrei dire che tutto questo, per la normativa italiana, ha solo un valore politico legato al voto degli italiani all’estero e il mantenimento di vari enti (inutili) tra cui l’AIRE.

      Grazie per il contributo.

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