L’anno passato i nostri auguri erano andati ai giovani. Quest’anno, facciamo degli auguri ancora più di parte: Auguri alle Donne.
Auguri alle donne che lavorano e a quelle che il lavoro non lo trovano.
Auguri alle donne che studiano e a quelle che non possono studiare.
Auguri alle donne che non accettano abusi e soprusi.
Auguri alle donne che rischiano e che lottano.
Auguri alle donne che rompono tabù e tradizioni bigotte.
Auguri alle donne che decidono di non seguire i dettami religiosi e sociali e che si ribellano agli ordini di padri, mariti, fratelli, preti e sbirri.
Auguri a Wang Lihong, a Tawakkul Karman, a Aliaa, a Ayat Al-Qarmezi, alle donne di Piazza Tahrir, alle saudite, alle palestinesi, alle israeliane e a tutte le arabe e le iraniane che scendono per strada, auguri alle nordamericane che occupano e a tutte le rivoluzionarie.
Auguri alle donne immigrate.
Auguri alle donne rom.
Auguri alle donne filippine.
Auguri alle ragazzine thailandesi.
Auguri alle bambine cinesi.
Auguri alle puttane.
E auguri anche agli uomini che diventano donne.
“Finché alle donne saranno negati i diritti umani in qualunque angolo del mondo, non potranno esserci né giustizia né pace.” Shirin Ebadi (Premio Nobel per la pace)e Irene Khan (Segretaria generale di Amnesty International)